19ª settim. TO. – Martedì – La carità è benigna
O Signore, « il mio cuore sia perfetto secondo la tua legge “ (Sl 119, 80).
• Aiutami, Signore, a non vedere nel mio prossimo nient’altro che le virtù e le buone opere, e a coprirne i difetti con la considerazione dei miei peccati. In tal modo, mi condurrai a poco a poco a una grande virtù, a quella cioè di considerare gli altri migliori di me: virtù che comincia sempre da qui, ma per questo ho bisogno del tuo aiuto, Signore, senza del quale non posso far nulla, tanto mi è necessario. Aiutami a fare il possibile per meritarla, allora tu che non ti rifiuti a nessuno, me la darai senza dubbio.
(cf S. Teresa di Gesù, Vita 13, 10).
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• O Signore, per rendermi favorevole il tuo giudizio, o piuttosto per non essere giudicata affatto, voglio avere sempre pensieri caritatevoli, perché tu hai detto: « Non giudicate e non sarete giudicati ».
Quando il demonio cerca di mettermi davanti agli occhi dell’anima i difetti di qualche sorella…, aiutami a cercare subito le sue virtù, i suoi buoni desideri… Se l’ho vista cadere una volta, ella può ben aver riportato un gran numero di vittorie che nasconde per umiltà, e perfino ciò che mi pare un errore può benissimo essere, a causa dell’intenzione, un atto di virtù.
(S. Teresa di Gesù B., Scritto Autobiografico C 291 .290)
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• Fare del bene significa rappresentare perfettamente te, o Gesù, Figlio di Dio, Figlio di Maria, Maestro universale e Salvatore del mondo. Non c’è scienza, non c’è ricchezza, non c’è forza umana che uguagli il valore della bontà: dolce, amabile, paziente. Può subire mortificazioni o contrasti l’esercizio della bontà, ma finisce sempre col vincere, perché la bontà è amore, e l’amore tutto vince…
Fa’, o Signore, che non cada nell’errore di credere la bontà, l’affabilità, una piccola virtù. Essa è una grande virtù perché è dominio di sé, è disinteresse personale, ricerca fervorosa di giustizia, espressione e splendore di fraterna carità; nella tua grazia, o Gesù, è il tocco dell’umana e divina perfezione.
(cf Giovanni XXIII, Breviario p 373).
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da “Intimità divina”
Roma 1992