18ª settim. Tempo Ord. – Lunedì – Il grande e primo comandamento
Signore, « il tuo comandamento è infinito. Quanto amo la tua legge! » (Sl 119, 96-97).
• Lo sai, mio Dio, non ho desiderato mai se non di amarti, non ambisco altra gloria. Il tuo amore mi ha prevenuta fin dall’infanzia, è cresciuto con me ed ora è un abisso del quale non posso scandagliare la profondità.
L’amore attira l’amore, così, Gesù mio, il mio si slancia verso di te, vorrebbe colmare l’abisso che l’attira, ma è meno che una goccia di rugiada perduta nell’oceano! Per amarti come tu mi ami, mi è necessario far mio il tuo stesso amore, soltanto allora trovo il riposo.
Ecco ciò che tu, o Gesù, esigi da noi; non hai bisogno affatto delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perché tu stesso che dichiarasti di non aver bisogno di dirci se hai fame, non hai esitato a mendicare un po’ d’acqua dalla Samaritana. Avevi sete… Ma dicendo: dammi da bere, era l’amore della tua povera creatura che tu, Creatore dell’universo, reclamavi. Avevi sete d’amore. Lo sento più che mai: Tu, o Gesù, sei assetato, non incontri se non ingrati e indifferenti tra i discepoli del mondo, e tra i tuoi stessi discepoli trovi pochi cuori che si abbandonino a te senza riserve e capiscano la tenerezza del tuo amore infinito.
(S. Teresa di Gesù B., Scritto Autobiografico C 336; B 243)
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• L’amor tuo, o Signore Gesù Cristo, è sorgente di vita, e un’anima non può vivere se non vi si abbevera, né può abbeverarsene se non è presente alla stessa sorgente, ossia a te, che sei la fonte di tutto l’amore.
O sorgente di vero amore e d’immensa dolcezza, che non vieni mai meno ma sempre ristori, ecco che io miserabile peccatore, oppresso dal grave peso dei miei peccati, soffro una grande sete di amore poiché mi sono troppo allontanato da te, fonte viva.
Degnati dunque di guardarmi pietosamente e di condurmi a te, sorgente di amore e di dilezione, affinché io beva l’acqua del tuo così grande amore; la beva e me ne ristori e gusti la sua dolcezza e il suo sapore, e l’anima mia sia da essa lavata e purificata da ogni macchia di peccato, affinché, resa pura da ogni colpa, a te piaccia e ti serva e con te viva nell’amore nei secoli dei secoli senza fine.
(R. Giordano, Contemplazioni sull’amore divino 4, p47).
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da “Intimità divina”
Roma 1992