Pregare sempre 216

18ª settim. Tempo Ord. – Domenica – Arricchire davanti a Dio
Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù… pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra (Col 3,1-2).

• Tutto passa, sotto il cielo: primavera, estate, autunno, ogni stagione ha il proprio turno. Passano anche le fortune del mondo: quel che prima dominava, ora è abbattuto e si innalza invece quel che prima era a terra.
Quando crollano le fortune, la ricchezza mette le ali e vola via. Gli amici diventano nemici e i nemici amici e cambiano pure i nostri desideri, le nostre aspirazioni e i nostri progetti.
Non c’è nulla di stabile al di fuori di te, mio Dio! Tu sei il centro e la vita di tutti coloro che, quantunque mutevoli, confidano in te come in un Padre, e a te rivolgono gli occhi, paghi di potersi mettere nelle tue mani.

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So, o mio Dio, che in me si deve operare un cambiamento, se voglio arrivare a contemplare il tuo volto. Si tratta della morte. Corpo e anima devono morire a questo mondo. La mia persona, la mia anima, devono essere rigenerate, perché solo chi è santo può arrivare a vederti…
Fai che giorno per giorno io mi modelli su di te e, abbandonandomi alle tue braccia, io sia trasformato « di gloria in gloria ». Per giungere fino a te, o. Signore, è necessario che io passi attraverso la prova, la tentazione, la lotta. Benché io non afferri con esattezza ciò che mi attende, questo almeno lo so, e so anche che se tu non sei al mio fianco, non verso il meglio, ma verso il peggio sono incamminato. Qualunque sia la mia sorte, sia io ricco o povero, sano o malato, pieno di amici o abbandonato a me stesso, tutto finirà male, se chi mi sostiene non è l’Immutabile.
Tutto finirà bene, invece, se avrò Gesù con me, Gesù che è il « medesimo oggi, domani e sempre ».
J. H. Newman, Maturità cristiana p 281‑2.

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da “Intimità divina”
Roma 1992

Eccomi, Dio mio, io sono quell'albero, che da tanti anni meritava di sentire: «Taglialo, perché deve sfruttare il terreno?» Sì, perché da tanti anni che sto al mondo, non ti ho dati altri frutti, che triboli e spine di peccati. Ma, Signore, io ora ti cerco, mio Dio, e voglio la grazia tua. Ora stimo più la tua amicizia che il possedere tutti i regni della terra (S. Alfonso).