16ª settim. Tempo Ord. – Mercoledì – Il giusto vivrà di fede
O Signore, con la tua potenza, porta a compimento l’opera della mia fede (2 Ts 1, 11).
• O Signore, fa’ che la mia volontà sostenuta dalla grazia allontani tutto ciò che è terreno, corra sempre a te e riceva tutto dalle tue mani con fede. La sola, la vera vita dell’anima sta nel dimenticare se stessa per pensare a te, occuparsi solo dei tuoi interessi.
Fammi comprendere che nella vita della fede niente è capace di ostacolare l’amore, anzi tutto costituisce un mezzo, e perfino l’oscurità di questa fede è un alimento forte e sostanziale per l’amore.
Mio Dio, corro a te perché sono innamorata di te; innamorata di te nella fede e con la fede. Fa’ che io voglia sempre come tu vuoi, perché possa vivere della tua vita, trasformarmi in te. Che la mia volontà corra continuamente senza posa, che la mia anima guardi te solo affinché corra sempre a te.
Tu penetri ovunque con la tua bontà, col tuo amore individuale, infinito e con la tua onnipotenza.
O Signore, dammi una fede tanto semplice in cui l’anima, senza alcuna riflessione, si rifugi quasi per istinto, e goda in pace i beni che scaturiscono da questa verità, come da una sorgente feconda. Fa’ che con semplicità e fede mi muova e permanga in questa verità come nel mio centro e in un asilo di riposo, dove niente può colpirmi se vi resto ben nascosta.
Devo guardare risolutamente la tua bontà al di sopra di ogni bontà, il tuo amore al di sopra di ogni amore, la tua onnipotenza al di sopra di ogni potere; abitare, nascondermi, vivere in questo amore e rivestirmi di esso; ma soprattutto credere, perché il giusto vive di fede. Signore, fa’ che creda, che mi ‑abbandoni ciecamente a te.
(cf B. M. Teresa de Soubiran p 122‑3 .305 . 307).
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• O Signore, che mi gioverebbe l’aver creduto col cuore per ottenere la giustificazione, se poi con la bocca esito a professare ciò che ho ricevuto nel cuore? Tu vedi la fede nell’interno; ma non basta…
O Cristo Signore, fa’ che io non arrossisca mai del tuo nome, ma piuttosto lasci che mi s’insulti perché credo in un crocifisso, in un giustiziato; ma senza l’effusione del tuo sangue i miei peccati sussisterebbero ancora.
S. Agostino, Sermo 279, 7‑8
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da “Intimità divina”
Roma 1992