13 sett. Tempo Ord. – Venerdì – Signore, chi è come te?
Grande sei, Signore! la tua grandezza è insondabile. Io voglio meditare le tue meraviglie (Salmo 145, 3.5).
• Veramente tu abiti una luce inaccessibile, Signore; non c’è nulla infatti che penetri questa luce per poterti ivi scoprire. Perciò non la vedo, perché mi ,trascende infinitamente.
E tuttavia, qualunque cosa io veda, la vedo attraverso quella: come l’occhio debole vede ciò che vede attraverso la luce del sole, luce che però è incapace di mirare nello stesso sole.
II mio intelletto è impotente di fronte a quella luce eccessivamente sfolgorante, non la contiene, né l’occhio della mia anima sopporta di fissarla a lungo. È colpito dal fulgore, è vinto dal suo dilagare, è sopraffatto dall’immensità, è costernato dalla infinità.
O luce somma e inaccessibile! O piena e beata verità, quanto sei lontana da me che ti sono tanto vicino! Quanto sei lontana dal mio sguardo, mentre io sono così presente al tuo! Sei tutta presente ovunque e non ti vedo. In te mi muovo e in te sono e non posso raggiungerti. Mi penetri e mi avvolgi e non ti sento!
(S. Anselmo, Prostogium 16).
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• Ti lodi per codeste tue creature l’anima mia, o Dio, creatore di tutte le cose, ma non si attacchi ad esse col cuore e coi sensi. Passano, quasi non fossero, e straziano lo spirito coi desideri cattivi, perché lo spirito vuol vivere e desidera di trovare riposo in ciò che ama. Ma lì non può trovare un luogo di riposo, perché le cose non sono stabili. Fuggono, e chi potrebbe raggiungerle con i sensi della carne, o afferrarle anche quando sono vicine?
Non essere vana, anima mia, non assordare l’orecchio del cuore col tumulto delle tue vanità. Ascolta tu pure: z il Verbo stesso che ti grida di tornare; il luogo della quiete imperturbabile è dove l’amore non conosce abbandoni, se lui per primo non abbandona…
Fissa dunque in lui la tua dimora, affida a lui quanto hai da lui, anima mia finalmente stanca d’inganni; affida alla verità quanto ti viene dalla verità, e nulla perderai. Rifioriranno le tue putredini, tutte le tue debolezze saranno guarite, le tue parti caduche riparate, rinnovate, fissate strettamente a te stessa; anziché travolgerti nel loro abisso, rimarranno stabili e durevoli con te accanto a Dio, eternamente stabile e durevole.
(S. Agostino, Confessioni IV, 10, 15; 11, 16).
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da “Intimità divina”
Roma 1992