13a Sett. TO – Giovedì – Dono divino.
O Signore, che chiami a te quelli che vuoi, fa’ che io ti segua (Mt 3, 13).
• O Signore, ci comandi di seguirti non perché tu abbia bisogno del nostro servizio, ma soltanto per procurare a noi la salvezza. Infatti seguire te, nostro Salvatore, è partecipare alla salvezza, e seguire la tua luce è percepire la luce…
Il nostro servizio non apporta nulla a te, perché tu non hai bisogno del servizio degli uomini; ma a coloro che ti servono e ti seguono, tu doni la vita, l’incorruttibilità e la gloria eterna… Se tu ricerchi il servizio degli uomini è per potere accordare, tu che sei buono e misericordioso, i tuoi benefici a coloro che perseverano nel tuo servizio.
Perché, come tu, o Signore, non hai bisogno di nulla, così noi abbiamo bisogno della comunione con te; infatti la nostra. gloria è di perseverare e rimanere saldi nel tuo servizio. Per questo, o Signore, hai detto ai tuoi discepoli: « Non siete voi che avete scelto me, ma io voi » (Gv 15, 16), volendo rendere noto che non erano loro a glorificarti seguendoti, ma proprio perché ti seguivano erano da te glorificati.
(S. Ireneo, Adversus haereses IV, 13‑4; 14, 1).
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• O Gesù, amore, amore, preparami una strada di amore che mi conduca fino a te; e ti seguirò sempre con casto affetto dovunque andrai; con amore di sposa ti seguirò là dove regni ed imperi nella maestà della deità, nell’unione dolcissima del tuo vivo amore, nella viva amicizia della tua infuocata divinità, là dove conduci lo stuolo di migliaia e migliaia di vergini, le quali, ricoperte di candide vesti, cantano piene di gioia i dolci inni delle nozze eterne.
Frattanto, o Gesù, amore, in questa misera vita custodiscimi all’ombra della tua carità affinché, dopo quest’esilio, possa entrare senza macchia alcuna nel tuo santuario, fra quelle schiere verginali. Là berrò alla vena sorgiva della tua amicizia divina e mi sazierò nella fruizione dolcissima del tuo amore.
(S. Geltrude, Esercizi 3, p 122).
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da “Intimità divina”
Roma 1992