12 sett. Tempo Ord. – Mercoledì – Verremo presso di Lui
Trinità santa, fa’ che vivendo nell’amore io dimori in te e tu in me (1 Gv 4, 16).
• Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per stabilirmi in te, immobile e quieta come se la mia anima fosse già nell’eternità; che nulla possa turbare la mia pace o farmi uscire da te, mio immutabile Bene, ma che ogni istante mi porti più addentro nella profondità del tuo mistero. Pacifica la mia anima, fanne il tuo cielo, la tua dimora preferita e il luogo del tuo riposo; che io non ti lasci mai solo, ma sia là tutta quanta, tutta desta nella mia fede, tutta in adorazione, tutta abbandonata alla tua azione creatrice.
• O mio amato Cristo, crocifisso per amore, vorrei essere una sposa del tuo Cuore, vorrei coprirti di gloria, verrei amarti… fino a morirne! … Ma sento la mia impotenza e ti chiedo di rivestirmi di te stesso, di immedesimare la mia anima con tutti i movimenti della tua Anima, di sommergermi, d’invadermi, di sostituirti a me, affinché la mia vita non sia che un’irradiazione della tua vita. Vieni nella mia anima come Adoratore, come Riparatore e come Salvatore. O Verbo eterno, Parola del mio Dio, voglio passare la mia vita ad ascoltarti, voglio farmi tutta docilità per imparare tutto da te. Poi, attraverso tutte le notti, tutti i vuoti, tutte le impotenze, voglio fissare sempre te e restare sotto la tua grande luce. O mio Astro amato, incantami perché non possa più uscire dallo splendore dei tuoi raggi.
• O Fuoco consumatore, Spirito d’amore, scendi sopra di me, affinché si faccia nella mia anima come un’incarnazione del Verbo ed io sia per lui un’aggiunta d’umanità nella quale egli rinnovi tutto il suo mistero; e tu, o Padre, chinati sulla tua piccola creatura, coprila della tua ombra e non gu^rdare in lei che il Diletto nel quale hai riposto tutte le tue compiacenze.
O miei Tre, mio Tutto, mia Beatitudine, Solitudine infinita, Immensità in cui mi perdo, mi consegno a voi come una preda. Seppellitevi in me perché mi seppellisca in voi, in attesa di venire a contemplare nella vostra luce l’abisso delle vostre grandezze.
(Elisabetta della Trinità, Elevazione, Scritti p 605‑6).
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da “Intimità divina”
Roma 1992