XII TO. – Martedì – Mistero di fede
Signore,… tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto (Gv 6, 68 69).)
• O Sacramento d’amore, o Calice di somma benignità! Qual dono è questo, o Signore, ricevere nel seno la tua stessa carità e in lei per grazia trasformarsi.
Non mi curo già di vederti visibile, perché l’occhio della fede, più certa e sicura di ogni senso e di ogni intelletto, mi consola abbastanza, e mentre io ti possiedo con certezza nell’anima mia, non mi manca nulla e non ho altro da desiderare.
Ben mi sento stimolato a lodare ammirando e magnificare l’altezza della tua sapienza e la ricchezza e il tesoro della tua scienza…
O consiglio profondo, o immenso amore… o cibo purissimo, o Sacramento adorabile e ineffabile. Ma se tu, o Signore, nei tuoi doni e nelle tue effusioni di grazia e d’amore sei tanto grande, mirabile e incomprensibile, che sarai in te stesso?
(B. Enrico Susone, Dialogo d’amore 24, Vita ed op. p 185)
_________________
• Possibile, Creator mio, che un cuore tanto affettuoso come il tuo sopporti che si faccia così poco conto, come ai nostri giorni, di ciò che tuo Figlio ha effettuato con tanto amore, unicamente per . contentarti e per obbedire ai tuoi comandi, quando gli ingiungesti di amarci fino a lasciarsi nel SS. Sacramento, che ora molti oltraggiano?…
Forse che tuo Figlio deve fare qualche altra cosa per contentarti? Non ha egli già fatto tutto?… Non ha forse già soddisfatto abbastanza per il peccato di Adamo? Possibile che ogniqualvolta noi torniamo ad offenderti, la debba pagare questo innocentissimo Agnello? Non lo permettere più, o mio sovrano Signore! Si plachi ormai la tua divina Maestà! …
Dio mio, chi è da tanto da poterti importunare senza fine?… Oh! Signore,… sono stata forse io a provocare di più la tua collera, per cui temo che la causa di tanti mali siano appunto i miei peccati.
E allora che altro potrei fare se non presentarti questo Pane sacratissimo? Tu ce l’hai dato e io te lo ritorno, e per i meriti di questo tuo Figlio che ha tutti i motivi di essere esaudito, ti supplico di concedermi quello che ti chiedo.
Oh! sì, Signor mio, non tardare più oltre, calma finalmente questo mare, affinché la nave della Chiesa non sia sempre in burrasca. Salvaci, o Signore, perché siamo in procinto di perire!
(S. Teresa di Gesù, Cammino 3, 8; 35, 5)
_______________
da “Intimità divina”
Roma 1992