11 sett. Tempo Ord. – Sabato – Per Cristo al Padre
La nostra comunione sia con te Padre e col Figlio tuo Gesù Cristo (1 Gv 1, 3)
• O Cristo, fa’ che io viva della tua vita, e poiché tu sei Dio, che io viva di Dio e in Dio, mediante te e in te. La nostra vita è ormai nascosta con te nelle misteriose profondità del seno del Padre, ma verrà giorno in cui splenderà la tua gloria, o Cristo, vita delle anime nostre, e allora anche noi uniti a te saremo splendenti di gloria…
Se tu, o Cristo, sei venuto nel mondo e ti sei fatto a noi via, verità e vita, è stato per condurci al Padre. Quando Filippo si lasciò sfuggire dal cuore questo grido: « Maestro, mostraci il Padre e ci basta » , tu gli rispondesti: « Filippo, chi vede me vede il Padre mio »…
O mio divino Gesù, mio Re, mio Maestro, mio pontefice, mio capo vivente, fammi vedere il Padre! E che altro mai ci è necessario se non lui? Lasciati vedere da noi, perché lo possiamo vedere in te e per mezzo di te; mandaci il tuo Spirito che ci riveli la tua gloria e ci manifesti Colui dal quale essa ti viene.
(D. Mercier, La vita interiore 3, p 159; 6, p 528‑9).
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• Signore Gesù, Verbo incarnato, credo che tu sei Dio; Dio vero da vero Dio; Deum verum de Deo vero. Non vedo la tua divinità, ma perché il Padre mi ha detto: “ questi è il mio Figlio diletto », io lo credo, e perché lo credo voglio sottomettermi a te interamente, corpo e anima, giudizio, volontà, cuore, sensibilità, immaginazione, tutte le mie energie.
Voglio che si realizzi in me la parola del tuo salmista: « Che tutte le cose siano gettate ai tuoi piedi come omaggio »… voglio che tu sia il mio capo, che il tuo Vangelo sia la mia luce, che la tua volontà sia la mia guida.
Non voglio pensare altrimenti da te, perché tu sei la verità infallibile, né agire fuori di te, perché tu sei l’unica via per andare al Padre, né cercare la gioia fuori della tua volontà, perché tu sei la sorgente stessa della vita. Fammi tuo nel modo più assoluto per mezzo dello Spirito Santo, a gloria del Padre.
(C. Marmion, Consacrazione alla SS. Trinità 6, p 63‑4).
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da “Intimità divina”
Roma 1992