11a TO – Venerdì – Nel nome del Padre
Che io viva nel nome del Padre che mi ha creato del Figlio che mi ha redento, dello Spirito Santo che è stato effuso in me (RRa).
• Ogni mattina nella S. Messa… mi offrirò al Padre, m’immolerò col Figlio per essere trasformata e consumata nella Comunione dallo Spirito Santo, e nella Comunione rinsalderò la mia unione con te, o Trinità Santissima…, tripudiando di gioia nel pensare che ad ogni opera buona della mia giornata si compiranno in me le tue missioni invisibili.
Sì, o Padre, genera in me il tuo Verbo e conoscendolo in me, amalo e siine riamato e con lui spira in me il tuo Amore, e poiché l’amore trasforma l’amante nell’amato, così trasformami nello Spirito Santo.
O fonte di vita, o luce benefica, o carità infinita rimani in me e poni in me la tua dimora stabile. Fissami in te, nella pace e nel gaudio del tuo Spirito, rendendomi imperturbabile, libera e semplice. Io voglio cooperare alla tua azione santificatrice. Io voglio nascondermi e concentrarmi ‘tutta in te per abbracciare in te tutte le anime ed amarti e servirti nel prossimo con la più generosa carità fraterna, dimentica di me stessa.
Rimani in me come nel tuo tempio dove voglio vivere in società con te, al lume della fede, irradiata dal dono della sapienza, attendendo di contemplarti svelatamente faccia a faccia in Paradiso, nell’eterno convito di amore.
(Sr. Carmela dello Spirito Santo, Scritti inediti).
• Ricevimi, Padre santo, nella tua clementissima paternità, affinché dopo aver percorso lo stadio nel quale, per tuo amore, ho cominciato a correre, io ti riceva come premio della mia corsa in eterna eredità.
Ricevimi, Gesù amantissimo, nella tua benignissima fraternítà e porta con me tutto il peso di questo giorno assolato, affinché ti abbia per ristoro in ogni fatica, per compagno di viaggio, per guida, per fratello.
Ricevimi, Spirito Santo, Dio amore, nella tua piissima misericordia e carità, affinché ti abbia in tutto il corso di mia vita come maestro e precettore e dolcissimo amico dell’anima mia.
(S. Geltrude, Esercizi 4, p 142).
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da “Intimità divina”
Roma 1992