7 sett. Tempo Ord. – Giovedì – La castità esigenza battesimale
O Dio, che mi rigenerasti nell’acqua e nello Spirito Santo, il tuo Spirito m’insegni a dominare i desideri della carne (G15, 16)
• Ora che la carne ha desideri contrari allo spirito e lo spirito ha desideri contrari alla carne, la lotta è mortale, mio Dio; io non faccio quello che vorrei, perché vorrei non avere concupiscenze, ma è una cosa impossibile. Volere o no, le tengo: volere o no, solleticano, lusingano, stimolano, importunano, vogliono sempre alzar la testa: si possono comprimere, ma non soffocare…
O Dio, per mezzo del tuo Spirito mi hai dato la possibilità di tener a freno le mie membra… Arresta i miei piedi, che non trascorrano a cose illecite;… trattieni le mie mani da ogni delitto; frena i miei occhi, che non si posino su oggetti cattivi; chiudi le mie orecchie, che non ascoltino volentieri parole lascive; imbriglia tutto il mio corpo per ogni lato, dalla testa alle piante (Sr 128, 11‑12). ‑
Tutta la mia speranza è posta nell’immensa grandezza della tua misericordia. Da’ ciò che comandi e comanda ciò che vuoi. Ci comandi la continenza. Qualcuno ha detto che nessuno può essere continente se Dio non lo concede, e che è già sapienza sapere da chi ci viene questo dono. La continenza in verità ci raccoglie e ci riconduce a quella unità che abbiamo lasciato disperdendoci nel molteplice. Ti ama meno infatti chi ama altre cose con te senza amarle per causa tua. O amore, che sempre ardi senza mai estinguerti, carità, Dio mio, infiammami. Tu mi comandi la continenza. Ebbene, da’ ciò che comandi e comanda ciò che vuoi.
La tua mano, Dio onnipotente, è forse impotente a guarire tutte le debolezze della mia anima, a estinguere con un fiotto più abbondante di grazia i miei moti lascivi?… Moltiplicherai vieppiù, Signore, i tuoi doni in me, affinché la mia anima, sciolta dal vischio della concupiscenza, mi segua fino a te; affinché non si ribelli a se stessa… Spero, Signore buono, che tu perfezionerai in me le tue misericordie, finché io abbia la pace piena, che possederà con te il mio essere interiore ed esteriore quando la morte sarà stata assorbita nella vittoria(Conf. X, 29,40; 30, 42).
(S. Agostino)
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da “Intimità divina”
Roma 1992