3 Sett. di Pasqua – Mercoledì – Nella prova
Abbi pietà di me, Signore, perché sono in angustie… Ma io confido in te. (Sl 31, )
• O Signore, sia benedetto il tuo nome per tutti i secoli, poiché hai disposto che io soffra questa tribolazione. Io non posso sfuggirla, perciò ricorro a te affinché mi aiuti e me la converta in bene.
O Signore, io sono profondamente afflitto, non ha riposo il cuor mio, ed è molto addolorato per questa dura prova.
Che dirò dunque, o Padre dilettissimo? Sono fra le angustie: salvami, Signore! Questo mi accade perché tu ne abbia gloria, poiché sarò molto umiliato, e tu poi mi libererai. Ti piaccia, o Signore, di liberarmi, poi,ché da solo, misero come sono, che cosa posso fare, e dove andrò senza di te?
Dammi anche questa volta la grazia della pazienza: aiutami, o Signore, ed io non avrò timore in qualunque grave prova. E intanto che cosa dirò io fra queste angustie? Signore, sia fatta la tua volontà. Ho meritato, purtroppo, di essere tribolato e oppresso, ed è utile per me il soffrire; ti piaccia almeno che io sopporti con pazienza, finché passi la procella e torni la calma.
(Imitazione di Cristo III, 29, 1‑2)
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• Signore, abbi pietà di me, non secondo le mie iniquità e il rigore della tua divina giustizia, ma secondo la grandezza delle tue infinite misericordie. Io solo ho peccato e ho fatto grandi mali al tuo cospetto, perciò non son degno di entrare nel santuario della tua dolce conversazione; ma ricordandoti, o mio Creatore, che sono stato concepito nelle iniquità, sarai più inclinato a compatirmi, essendo tua creatura redenta col tuo sangue.
Rendimi, o clementissimo Signore, quel gaudio e quella letizia che mi solevi dare quando con quel tratto divino traevi a te l’anima mia nel pelago della tua caritatevole bontà…
Ma se conosci che è opportuno, o Signore, che me ne stia così arido e secco in questa piscina dell’abnegazione di me stesso, dove con la sofferenza si purifica l’amor tuo nelle anime dei tuoi servi, sia fatta per sempre, e per tutta l’eternità la tua santa volontà.
(S. Carlo da Sezze, Autobiografia VII, 30, Op. v 2, p 298‑303)
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da “Intimità divina”
Roma 1992