Polestra Canio redentorista

P. Canio Polestra (1828-1889) – Italia.

P. Canio Polestra (1828-1889)

Nacque in Calitri il 27 febbraio 1828 da Donato e da Maria Teresa Toglia, famiglia antichissima di Calitri, agiata, anzi ricca in quei tempi, e religiosa.

Donato Polestra ebbe nove figli e conviveva nella stessa casa con un fratello per nome Giovan Battista ch’ebbe a sua volta due figli, un maschio ed una femmina. Il maschio, cioè Rocco ebbe la vocazione per la nostra Congregazione del SS. Redentore, e quindi si ritirò a Ciorani insieme al suo cugino Canio. La femmina si fece Benedettina nel Monastero di clausura di Calitri, dove morì in concetto di santità.

Rocco, assalito da gravissimo morbo, fu obbligato dai Medici a ritirarsi in famiglia. Si fece Prete secolare, e devotissimo a S. Alfonso gli fabbricò una Cappella pubblica in una sua casina in campagna, che tuttora esiste, e dove andava spessissimo a celebrare il suo nipote aacerdote P. Canio.

Il P. Polestra fece la sua professione nel di 6 ottobre 1845. Si ordinò Sacerdote il 27 marzo 1852 e fu destinato di residenza ad Aquila.

Il 1866 fu arrestato insieme al Vescovo di Aquila, e tradotto a domicilio coatto a Cuneo, come individuo influentissimo sul popolo, per tema che avesse potuto influire per sommosse politiche.

Suo fratello lo seppe per combinazione a mezzo di un militare calitrano che stava a Cuneo, essendogli vietata ogni relazione di sorta. E attraverso quel soldato gli fece arrivare 60 D. per i possibili suoi bisogni, somma che il fratello non volle mai essere restituita da lui; ed egli scrupolosamente prima di morire, andando a Calitri, sia per parecchi Quaresimali che quivi fece, sia per sollievo, portava in famiglia oggetti di devozione, che diceva aver acquistato con quel danaro, altrimenti non si poteva permetter tanto per il voto di Povertà.

Per questo voto era gelosissimo, a segno che quando dimorava in Napoli, a Tarsia, si scusava con i suoi nipoti che andavano a visitarlo, di non poter loro offrire neppure un bicchier d’acqua.

Indossava quasi sempre sottane vecchie, portava in testa un cappello a larghe falde ch’era un vero ombrellone.

Due volte fu proposto per Vescovo, ed egli, inorridito, rifiutò gridando che si avrebbe giocata l’anima. Fu dietro il suo reiterato rifiuto che fu nominato Vescovo di Muro Lucano P. Raffaele Capone.

Il P. Francesco Mariano, parlando un dì di lui, disse queste parole: «P. Polestra è morto con l’innocenza battesimale».

Morì il 14 aprile del 1889 a Tarsia in Napoli, mentre predicava il Quaresimale a S. Carlo all’Arena, con quel morbo terribile detto «miserere», che lo spacciò in 24 ore.

Egli stava a Tarsia coi Padri Mariano Francesco, Mastropasqua, Ferrara, e Fr. Ciccio Alvino.

Era profondo in Astronomia. Egli fece quel Quadro, in cui si dimostra la celebrazione del Divin Sacrificio in tutte le 24 ore del giorno per tutto il mondo; e si conservano ancora tuttora alcune Meridiane a muro in Calitri, fatte per misurare il tempo medio.

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Ritratto del dinamico missionario redentorista P. Canio Polestra, originario di Calitri (AV) e morto e morto in Napoli nel 1889. Era abbastanza versato in astronomia.
Ritratto del dinamico missionario redentorista P. Canio Polestra, originario di Calitri (AV) e morto in Napoli nel 1889. Era abbastanza versato in astronomia.

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