Petriccione Giuseppe Bartolo redentorista

Fratello Bartolo (Giuseppe) Petriccione (1905-1994) – Italia.

Fratello Bartolo (Giuseppe all’anagrafe) Petriccione è deceduto a Pagani il 23 agosto 1994, vigilia di san Bartolomeo.
Nato a Napoli il 27.04.1905 da Diego ed Elisa De Simone, Fr. Bartolo è stato una vocazione “adulta”, ma non per questo meno feconda e significativa per la nostra famiglia religiosa. Sin dall’inizio la sua storia sembra segnata dalla figura di Bartolo Longo – di cui poi assumerà il nome in Congregazione – e dalla luce materna della Vergine SS. Di Pompei.

Al momento della fondazione delle opere annesse al Santuario, infatti, egli risulta tra i primi 3 cooperatori accolti dal Beato Bartolo Longo in persona. Ovviamente, all’ombra del Santuario, la spiritualità di Fr. Bartolo non poté che impregnarsi di amore alla Madonna e al rosario: e la mansuetudine, la dolcezza, la pazienza che la Vergine seppe infondere in questo suo diletto figlio finirono con l’accompagnarlo per tutto il suo pellegrinaggio terreno.
La conoscenza e la familiarità del nostro confratello col Beato Bartolo Longo, infine, non solo gli procurarono il grande dono di una testimonianza “contagiosa” dal punto di vista spirituale, ma anche l’invito a partecipare alla solenne cerimonia con cui il “fondatore” di Pompei fu beatificato.

La vita di Fr. Bartolo proseguì dunque nella preghiera e nel lavoro, quest’ultimo realizzato per quasi 24 anni nella legatoria di Pompei. Ma la familiarità con i nostri Padri, penitenzieri al Santuario, maturò in lui il germe della vocazione Redentorista: il 31 dicembre 1957 entrava in Congregazione, il 21 novembre 1958 incominciava il noviziato, il 9 dicembre 1959, a Ciorani, emetteva i voti, resi perpetui l’ 8 dicembre del 1963, sempre a Ciorani.
Varie case hanno potuto avvalersi della sua testimonianza e del suo generoso lavoro, svolto in diverse mansioni (rilegatore, addetto alla portineria, sacrista): Lettere, Teano, Pagani, ancora Pompei, ancora Pagani, Ciorani, e infine la nostra casa di cura a Pagani, dove ha speso gli ultimi suoi giorni, e dove è morto all’età di 89 anni.

Fino alla fine fratello Bartolo ha diffuso attorno a sé come un alone, fatto di raccolto silenzio e di preghiera. E tutto questo lo rendeva gioiosa, intimamente felice di una grazia che riteneva di non aver meritato mai abbastanza: la grazia della sua vocazione.

È con questa immagine che egli rimane ancora vivo in mezzo a noi, è con questa sua testimonianza che lo affido ancora alla memoria di tutti noi: da cielo, Fr. Bartolo ci faccia amare sempre di più la famiglia religiosa di cui, insieme a lui, abbiamo avuto l’onore di far parte.

Ci renda, l’intercessione di questo nostro confratello, sempre più degni figli di sant’Alfonso.

P. Antonio Di Masi
Superiore Provinciale

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Dalla Lettera Circolare
del 14 settembre 1994

Fratello Bartolo in una foto della tarda età: cresciuto all'ombra della Madonna di Pompei e del Beato Bartolo, Longo ha vissuto la sua vita religiosa con serenità, mitezza e accoglienza.

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Fratello Bartolo durante una celebrazione e, a destra, nella Infermeria della Casa di Pagani, assistito amorevolmente da un laico (Attilio).

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