P. Pietro Pepe (1926-1973) – Italia.
La mattina del 23 settembre, una telefonata da Avellino, come un fulmine a ciel sereno, annunziava la morte del P. Pietro Pepe. Una emorragia cerebrale ha stroncato la sua esistenza. La sera precedente, dopo la celebrazione della messa, mentre salutava i parenti di un nostro confratello, cadeva improvvisamente a terra perdendo conoscenza. All’ospedale civile, ove fu ricoverato d’urgenza, prognosticarono che il caso era gravissimo. Infatti il giorno 23, alle 6,30, il caro P. Pepe spirava.
Le campane della Chiesa del Collegio che a quell’ora dovevano chiamare i fedeli alla Messa domenicale ne davano il lugubre annunzio. La notizia si diffuse presto in città. I fedeli, i giovani scouts in lagrime, gli amici, accorsero increduli e costernati alla Chiesa a dare l’estremo saluto.
Al pomeriggio la presenza del Vescovo, che ha presieduto una solenne concelebrazione di suffragio, la numerosa partecipazione del Clero diocesano e degli Ordini Religiosi della città, la commossa rappresentanza delle Autorità civili, dei fedeli della parrochia, di numerosi gruppi di Morcone, Nocera, il pianto sincero di confratelli accorsi numerosissimi hanno dato la dimostrazione più evidente che il P. Pietro Pepe con il suo dinamismo e la sua bontà aveva conquistato l’affetto di tutti.
Il giorno seguente la salma fu trasportata a Nocera Inferiore, sua città natìa. Dopo un solenne rito funebre fu accompagnato dai familiari, amici e confratelli al Cimitero, per essere tumulato accanto ai suoi.
Il P. Pepe Pietro era nato il 31 luglio 1926 a Pagani; aveva professato il 29 settembre 1947; ed era sacerdote dal 19 marzo 1954. Stroncato nel vigore degli anni e dell’attività, il Padre aveva vissuto la sua vita sacerdotale con intensa partecipazione, come ministro del Signore, come Missionario, come Redentorista.
Da aspirante, da novizio, da tudente lavorava, studiava, viveva solo per l’ideale Redentorista. Era orgoglioso d’essere figlio di S. Alfonso. Corato, S. Andrea Jonio, Materdomini, Morcone, Avellino lo hanno visto sempre immerso nell’Apostolato con impegno, con entusiasmo, con coraggio. Le Associazioni scouts, la Parrocchia, le famiglie in questi ultimi anni assorbivano completamente la sua giornata. Non si risparmiava mai. Forse anche questa diurna sollecitudine pastorale ha influito a logorare presto la sua resistenza fisica.
È morto sul lavoro. Il grande vuoto che ha lasciato nella parrocchia rende oggi più evidente l’efficacia della sua presenza, che si distingueva per il grande senso pratico, la piacevole conversazione ed un dinamismo raro.
P. Salvatore Meschino
Superiore Provinciale
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985