P. Giuseppe Pavone (1736-1810). – Italia.
P. Giuseppe Pavone (1736-1810).
Nacque a Torchiati di Montoro Superiore il 22 gennaio 1736.
Nel gennaio 1783 fu mandato a Roma da S. Alfonso per chiedere al Papa la restituzione delle facoltà e dei privilegi, la cui perdita era tanto pregiudizievole alle missioni.
Per più settimane le sue pratiche non approdarono a nulla: ma finalmente nel marzo riuscì a far pervenire al Sommo Pontefice la seguente umile e laconica petizione:
«Alfonso de’ Liguori, prostrato ai piedi della Santità Vostra, la supplica umilmente a voler concedere ai suoi Missionarii tutte le grazie, facoltà e privilegi accordati dalla Santa Sede alla venerabile Congregazione del SS. Redentore nello Stato Ecclesiastico».
Il 4 Aprile 1783 il Cardinale Zelada rispose: «Per una grazia speciale, il Santo Padre accorda al supplicante e a ciascuno dei suoi missionarii presenti e futuri, fnché faticheranno per l’ opera delle missioni, le indulgenze e grazie spirituali, delle quali godono i religiosi del SS. Redentore nello Stato Pontificio, tanto per le missioni quanto per le altre funzioni ecclesiastiche».
Questa concessione, ottenuta per mezzo di P. Pavone, riempì di gioia il cuore di S. Alfonso e dei confratelli napoletani.
Da Napoli il P. Corrado così ne scriveva il 24 aprile a P. Tannoia in Deliceto: «Il Pavone ha ottenuto finalmente dal Santo Padre le grazie spirituali e le indulgenze accordate ai Padri dello Stato.
Al Capitolo Generale dell’ Agosto 1783 furono nominati consultori generali i degni compagni di S. Alfonso: il Mazzini, il Villani, il Tannoia, Alessandro de Meo, il Corrado e il Pavone, i quali tutti lo avevano secondato e consolato nelle tristi peripezie della separazione.
Quanto al coadiutore con diritto di successione, la scelta cadde sul P. Villani; e gli fu dato per ammonitore P. Pavone, che con la sua vigilante fermezza avrebbe saputo temperare la condiscendenza del buon P. Villani.
Nel gennaio 1800 fu nominato rettore del Collegio di Pagani; ed ebbe per consultori P. Melchionne e P. Maiorino; per ammonitore P. Criscuolo e poi P. Marolda. Stabilì le condizioni per la ricezione delle Persone di servizio, che uscendosene volontariamente, oppure licenziandole per giusti motivi, non debbono pretendere nulla pel servizio prestato alla Comunità. Compì il Quartino, sito sopra il Refettorio, e fece fare la gradinata della Sagrestia.
Nel 1809 diede alle stampe l’ aureo libro intitolato: «L’ Aurora Celeste- Foriera del Sole Divino ossia L’ Amore di Maria che introduce nel cuore l’ Amore di Gesù».
Nel 1839 diede alla luce il libro «Spigilegio Canonico, Morale, Giuridico, Liturgico….» cioè raccolta delle più difficili questioni che s’ incontrano nella Teologia Morale. (Berth. 1100, 1103).
Sotto il suo Ritratto, che sta a Pagani, si legge il seguente bellissimo elogio:
«R.P. Joseph M. Pavone C.SS.R. Consultor G.is Antiq. vir, morum severitate, dicendi sua vitate mirabilis, athenarum Litugitarumq. rerum scientia praeclarus, in n.ro sodalitio lucerna lucens et ardens, qui gemma directur Sacertdotum, annum agens 74, ad beatitudinem transit sempiternam, die 22 Dec. 1810
Morì a Pagani.
È autore della canzoncina «Celeste Imperatrice».
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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