P. Filippo Patroni Griffi (1769-1831). – Italia.
P. Filippo Patroni Griffi (1769-1831).
Nominato Vescovo di Anglona
Nacque in Corato il 6 agosto 1769. Il 4 settembre 1831 muore in Deliceto “il Consultore Generale P. D. Filippo Patrone di santa ed immortale memoria”. (P. Panzuti).
Era molto divoto di Gesù Bambino; la notte di Natale, al suono della pastorale, si scioglieva in lagrime di tenerezza.
In Catanzaro, dove stette molti anni di residenza, venne notato per la somma sua carità che praticava cogl’ infelici; e si ricordava con trasporto di tenerezza dopo l’ lasso di tanti anni quanto praticò a favore di uno storpio tale da essere tirato sopra un carretto; egli, ogni mattina, usciva dalla portineria, andava verso di lui, e lo trascinava fin dentro la porta della casa a veduta di tutti che transitavano per la strada; vi si tratteneva in pii discorsi; lo confortava anche nel corpo, porgendogli da mangiare; lo animava alla pazienza, dandogli mille svariati consigli; e lo riportava là, da dove l’aveva preso.
E questo succedeva, in ogni giorno, cosicché l’ infelice ne benediceva Iddio nel mentre gli altri ne ammiravano stupiti la grande umiltà, carità e pazienza del Padre.
Per la sua eminente virtù e dottrina venne nominato alla Sede Vescovile di Anglona e Tursi nella Basilicata, ma, rifuggendo da ogni distinzione, oppose reiterate rinunzie, che alla fine vennero ritenute.
E questa rinuncia, accettata, fu una vera sciagura per l’ infelice diocesi, ché, essendo stato nominato altri, comunque buono assai si fosse, coloro che l’ attorniavano, se ne approfittarono, onde da qualche tempo, quella diocesi sì ferace di buoni e dotti sacerdoti, ebbe a lamentare tanti disordini, specialmente per la promozione al sacerdozio di tanti che appena sarebbero riusciti abili per la zappa. I quali, più che lupi rapaci, si mostrarono per la perdizione delle anime colla loro scostumata vita sostenuta e fomentata da crassa ignoranza.
Fu chiamato, poi, P. Patrone quale Prefetto degli Studenti in Deliceto, e soddisfece con tutto quel zelo, tutto suo proprio, partì da Catanzaro, lasciando grandissimo desiderio di sé.
I vecchi ancora ne ricordano la santa sua vita, gli esempi preclari della sua umiltà, carità, ed esemplarità di tutte le virtù, esempi, che non cessò di mettere dinanzi agli studenti fino a che non venne per lui l’ ora fatale.
In Deliceto riposano le spoglie mortali, aspettando di ascoltare il suono di quella tromba che lo verrà a svegliare nel giorno dell’ universale risurrezione. (P. Gaetano Savastano)
In Pagani si conserva il ritratto con la seguente iscrizione:
«Philippus Patrone de Griffi inter Peucetios natus, C. SS. R. an. 17 aetatis suae nomen dedit , a teneris usque annis Deum et proximum vehementer amavit Virginemque Matrem coluit. Secum orta videbatur misericordia erga pauperes, aege nasque quos saepissime et opere et aere sublevabat suo. Semper austerus, sui ipsius abnegatione, humilitate, oboedientia, modestia, caeterisq. virtutibus insignis, honores dignitatesque abhorruit. Episcopatum Thuronensem et Anglonensem, constntissime, recusavit. Consultoris Generalis muneri aegre sese submisit, Tandem dilectus Deo et hominibus, dum studiosos invenes in spiritu moderabatur repenti correptus febri Iliceti, in Domo S. Mariae Consolationis raptus est. An. 1831, Non. Septembris, aetatis suae 62, dierum 29, Congreg. An. 47.
Fu rettore a Tropea, il 1° Rettore di Francavilla.
Il Ven. P. Ribera, che l’ ebbe per Prefetto, lo diceva «uomo di virtù singolari e gran servo di Dio» (P. Antonio Di Coste).
«Tale è stata la sua santa morte – scrisse P. Gallo – quale santa ne fu la vita. Tutto il popolo ha voluto un pezzo delle sue vesti per reliquia».
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.1 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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