(◊ in Vienna) Fratello Georges Passy. (1784-1836) (Ω in Vienna)
Il servo di Dio Fratello Georges Passy. Vienna 1836.
Georges Passy nacque a Vienna il 5 aprile 1784. Il cielo gli concesse di trascorrere l’infanzia e la gioventù con grande innocenza.
Molto portato allo studio delle lettere, Georges pensava di abbandonarlo per dedicarsi al commercio. Nel frattempo ebbe la gioia di incontrare san Clemente e da allora lo scelse come direttore spirituale. Col suo prezioso consiglio, Georges dirigeva con grande saggezza una rivista mensile intitolata ” Rameaux d’oliviers. Poi, temendo di non sapere coniugare la pietà con le occupazioni degli studi, concepì il disegno di abbracciare l’istituto di sant’Alfonso.
Si noti che questo uomo di così vasta erudizione aveva chiesto l’ammissione in qualità di semplice Fratello con l’intenzione di essere, per il resto della vita, un umile servo della Congregazione a Vienna. Eppure era ben corredato: serietà di condotta, ardente pietà, unione intensa con Dio, carità verso il prossimo, calma nella gioia, pazienza nelle pene. Poiché conosceva diverse lingue, fu scelto come segretario di san Clemente.
Non lo si vide mai intrattenersi su cose inutili o vantare i suoi lavori, o manifestare qualche ostentazione di serietà nel suo comportamento e nella sua condotta: umile e semplice, era nemico delle conversazioni futili o troppo lunghe, attento solo ai doveri verso Dio ed a quelli del suo ufficio.
Era penetrato di un grande rispetto per i sacerdoti che ascoltava con il capo chino e nel più modesto contegno. L’amore e la delicatezza nei riguardi degli altri Fratelli laici andava oltre a ciò che era richiesto: infatti mentre tributava loro con carità tutti i favori che poteva, soffriva a sua volta di vedersi servito da loro.
Perciò armonizzava bene insieme stima e benevolenza dei confratelli. Non vi era chi non lo prendesse come modello di virtù; nessuno che non ricercasse il suo consiglio nelle difficoltà o non venisse a cercare in lui consolazione nelle pene.
Intanto, una malattia contratta fin dalla prima gioventù, continuava a minarlo e, di anno in anno, la sua salute declinava velocemente.
Giunto a cinquant’anni, il corpo fu ridotto ad un tale stato di deperimento che nessuno rimedio poteva fare sperare una guarigione. Il 31 dicembre 1836 esalò dolcemente l’anima nelle braccia dei confratelli dopo avere ricevuto il santo Viatico. – «Dedit illi scientiam sanctorum». Sap. 10-10.
Professione: 14 agosto 1825.