P. Giovanni Palmieri (1881-1956) – Italia.
Il 22 aprile alle ore 1,15, il P. Giovanni Palmieri ci ha lasciato. Una accentuata depressione nervosa lo affliggeva da sei anni, provocando una inappetenza graduale che soltanto a grandi sforzi riusciva a vincere parzialmente; ne è derivata una debolezza generale dell’organismo che si rendeva incapace di ripresa. Un tumore all’apparato urinario trovò perciò il terreno adatto al suo sviluppo, e ne ha provocato la fine.
La sua estrema riservatezza ha impedito che si fosse proceduto ad accertamenti ed a cure più radicali. Lo specialista ebbe a dire che lo aveva osservato con la riverenza con cui si tratta una Reliquia, tale era la sua scrupolosità. Negli ultimi giorni una paresi dell’apparato urinario e intestinale ne ha accelerato la fine.
Col P. Giovanni Palmieri un’altra figura di autentico Redentorista scompare. È noto il suo amore alla Congregazione e in particolare alla Provincia nostra, alle nostre tradizioni di famiglia, alla nostra Gioventù: i più anziani lo ricordano Lettore degli Studenti, e Confessore dei novizi e degli studenti.
Lo spirito di povertà che lo distingueva era oggetto di ammirazione per tutti; la sua mortificazione è stata sempre edificante: in questi ultimi anni non domandava più nulla, contento soltanto di ciò che gli veniva portato, senza mai lagnarsi.
E che dire dello zelo per l’osservanza? fedelissimo agli atti comuni sempre: fino a pochi mesi fa al mattino, non ostante le notti insonni, si levava alle ore 5, e alle 5,30 faceva immancabilmente la sua meditazione… Finché ha potuto alzarsi ha celebrato sempre la S. Messa; sul suo letto di sofferenza e sempre, nel ritiro continuato che si era imposto in questi anni, era col Rosario in mano a pregare. Nella lunga sofferenza divenuta atroce in questi ultimi mesi, il Signore ha purificato e santificato la sua anima. Aveva 75 anni di vita, 59 di professione, 53 di Sacerdozio.rispetto.
P. Ambrogio Freda
Superiore Provinciale
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Profilo tratto da
Nella luce di Dio, Redentoristi di ieri.
del P. Francesco Minervino, Pompei 1985
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Altro Profilo
Il P. Giovanni Palmieri, nato a Castelfranci il 24 giugno 1881, è volato al cielo in Pagani il 22 aprile 1956: era professo dal 15 dicembre 1897, e sacerdote dal 25 dicembre 1903. La sua vita fu tutta una dedizione al servizio dell’Istituto di S. Alfonso che amò fervidamente, conservandone con cura le tradizioni. Vi ricoprì le cariche di Professore, Rettore e Procuratore.
Lo spirito di povertà religiosa e la sua mortificazione sono stati sempre ammirati da tutti: negli ultimi anni non domandava nulla, contento solo di ciò che gli si dava. Era sollecito dal primo mattino per tutte le osservanze religiose; finché poté alzarsi, celebrò la santa Messa; nel ritiro continuato che si era imposto aveva sempre il Rosario nelle mani.
Nel suo testamento olografo del 24 ottobre 1934 aveva scritto tra l’altro: « Riconosco dalla Infinita Misericordia la grazia della vocazione. Ho cercato di corrispondere secondo le mie forze a questa grazia e, se non ho conseguito tutta la perfezione, si deve attribuirlo alla mia debolezza: ho amato sinceramente la Congregazione e i Confratelli: dimando perdono a chiunque abbia potuto dispiacere contro la mia volontà ».
Il dott. Luigi Palmieri, suo nipote, gli rivolgeva questo affettuoso indirizzo: « La santa vostra vita terrena, fino agli ultimi, doloranti ed edificanti momenti di vostra vita sacerdotale, è stata una continua offerta di sacrificio, un esempio luminoso di vita sacerdotale, una esaltazione delle virtù di una famiglia che ha in ogni istante sentito l’orgoglio di annoverarvi membro autorevole di essa per le vostre nobilissime mete, che sono anche le nostre, di laboriosità incessante, di intelligente realizzatore, di spirito sveglio e puro, che vi valsero unanimi riconoscimenti in tutti gli strati sociali, dai magistrati ai banchieri, dagli uomini politici a quelli di scienza, e ai poveri e agli umili che a voi si rivolgevano.
Trattando con voi, ci si sentiva più vicini a Dio; piangendo con voi, ci si sente più buoni; guardando a voi, si scorge una luce purissima dispensatrice di paterne benedizioni. Tutto ciò ho potuto vedere nella Chiesa di Pagani, quando quelli che vi avevano conosciuto in vita si sciolsero in lacrime, chinando la fronte dinanzi a voi e pregando così come si fa coi Santi.
Sei lunghi anni durò il calvario delle vostre sofferenze fisiche; né a noi fu possibile essere di continuo vicino al vostro letto di dolore. Lo fummo in ogni momento con lo spirito. Ben voi lo sentivate, ed alla vostra anima di santo ciò bastava. Continuate ora a volerci bene dal cielo».
S. ALFONSO, anno 1956, pag. 79.
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