Pajalich Barthélémy redentorista

( ◊ in Istria) – P. Barthélémy Pajalich (1791-1863) (+ in Roma)

P. Barthélémy Pajalich. Roma, 1863.

Nato il 17 gennaio 1791 a Besca, nell’isola di Veglia Istria, il P. Pajalich fu discepolo e imitatore di S. Clemente.

Incontrò S. Clemente in occasione delle Quarantore, mentre faceva i suoi studi teologici all’università di Vienna. Queste due grandi anime strinsero presto una stretta amicizia. Ogni giorno si vedevano, camminavano insieme.

Grazie al suo amore per la solitudine ed al suo spirito di preghiera, Pajalich si conservò in una perfetta purezza di cuore e giunse ad un’alta perfezione in breve tempo.
S. Clemente l’amava come un figlio, lo chiamava angelo di innocenza, ne fece un apostolo. Per potere predicare in sloveno, lingua molto differente dal dalmato; Pajalich non indietreggiò davanti a nessuno sacrificio, facendosi correggere i suoi sermoni da un confratello ben più giovane di lui e declamandoli davanti a lui come un alunno….
Più tardi diventò Consultore generale, Maestro dei novizi e Rettore di Villa Caserta a Roma.

Il P. Pajalich praticò le virtù in un grado eroico; dedicava un tempo considerevole alla preghiera, assisteva ogni giorno a diverse messe, era sempre in ginocchio nella sua stanza, e si occupava degli uffici più umili. Le sue preghiere godevano di meravigliosa efficacia nell’ottenere numerose grazie.

Il Padre Passerat diceva di lui: “Non ha volontà propria”. La sua virtù prediletta era senz’altro l’umiltà: pregava più che comandare. Per venerazione a S. Clemente compose un scritto: “Memorie sul mio Maestro e paterno amico”.
Questo santo religioso morì a Roma il venerdì santo.

– Vita vestra abscondita est cum Christo in Deo. – Col. 30-3.
P. HARINGER. Vie du P. Hofbauer, p. 333.
Professione: 2 agosto 1821.
Ordinazione sacerdotale: 30 gennaio 1814.

Finale Emilia (MO) – Chiesa di S. Francesco officiata dai Redentoristi dal 1835 al 1866, quando fu chiusa dalle leggi eversive. Qui i Redentoristi avevano la sede del noviziato e qui vi fu rettore per un certo tempo il P. Pajalich. Ancora vi si conserva un ritratto di S. Alfonso di auore ignoto.