RIPOSO CHE RICREA
RIPOSO CHE RICREA
Lo Spirito Santo è “riposo nella fatica, nel pianto conforto”. E’ riposo che ricrea, perché unisce la volontà dell’Amante con quella dell’amato, il cuore di Dio con il nostro. […]
"Tutto su S. Alfonso Maria de Liguori e dintorni", a cura di padre Salvatore Brugnano – Il sito resta aperto alla collaborazione volontaria.
RIPOSO CHE RICREA
Lo Spirito Santo è “riposo nella fatica, nel pianto conforto”. E’ riposo che ricrea, perché unisce la volontà dell’Amante con quella dell’amato, il cuore di Dio con il nostro. […]
8 giugno
Vita santa e gusti di senso non possono accordarsi. (S. Alfonso in La Monaca Santa, Massime Spirituali. Ed. Remondini 1861). […]
ACQUA CHE DISSETA
Lo Spirito Santo è acqua viva che disseta: “acqua viva, fuoco, amore”. Il nostro Redentore disse alla samaritana: Chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete (Gv 4,13). […]
7 giugno
Nel combattimento della castità, vincono quelli che invocano la Santa Vergine. Nell’armata delle anime pure si ha per arma il Rosario, per scudo lo Scapolare, per grido di guerra l’Ave Maria. […]
LUCE CHE ILLUMINA
Uno dei danni più gravi, causati in noi dal peccato di Adamo, è stato quello di offuscare la nostra mente per mezzo delle passioni. Povero colui che si lascia dominare da qualche passione! […]
Hanno scritto di S. Alfonso /2
Oreste Gregorio su S. Alfonso
Sant’Alfonso scrittore europeo
Nel pomeriggio del 17 novembre 1963 il papa Paolo VI, proclamando Beato don Vincenzo Romano, parroco dei corallai di Torre del Greco, ricordò che la vita apostolica di lui fu caratterizzata dalla presenza di una “figura di primo ordine, Alfonso de Liguori che gli fu contemporaneo per oltre 30 anni e creò in quella regione con i suoi insegnamenti di scrittore ed esempi di vescovo un movimento di pensiero e di azione”. […]
Hanno scritto di S. Alfonso /1
Gabriele De Rosa su S. Alfonso
S. Alfonso e il secolo dei Lumi
C’è un aspetto importante dell’impresa di S. Alfonso a Napoli: egli non si confonde nella povertà e nella miseria dei “lazzari”, non c’è nulla di sociale nei suoi discorsi, non ha né può avere la mentalità di chi organizza comitati e circoli per la difesa di qualcosa, non per opera in funzione diretta della parrocchia per garantire ad essa consensi laicali, non scende al linguaggio dei poveri penitenti, anche se il suo parlare è semplice e costruito per essere compreso, non crea distanza fra lui e chi lo ascolta, non lo sfiora l’idea di terrorizzare.