P. Eustachio Onorato (1798-1853) – Italia.
P. Eustachio Onorato (1798-1853)
Il P. De Luca lasciò scritto nel Libro delle Messe:
«Questo Padre ebbe i suoi natali nella città vescovile di Lacedonia in provincia di Avellino; e giovinetto di quasi 18 anni vestì l’abito della nostra Congregazione.
D’ingegno fervido, di temperamento sanguigno, di salute robusta, di voce chiara e forte riuscì nel predicare; ed amava la predica grande nelle nostre missioni.
Nelle province del nostro Regno fu inteso con applauso, e soprattutto nella diocesi di Squillace, ove passò molti anni di sua vita, di Gerace, Cotrone, Reggio e S. Severina.
Fu rettore nella casa di Somma, di Corigliano, di Stilo, ove nell’età di anni 54, (troppo inaspettata morte!), dopo un breve periodo di malattia gastrica-apopletica, lasciò questa terra infelice, la notte del 4 novembre 1853, alle ore sette italiane per cercarne quella promessa da Gesù Cristo a tutti coloro che Lo manifestano agli uomini».
Il P. Caprioli, suo Rettore a Stilo, scrisse (anche nel Libro delle Messe) del P. Onorato quanto segue:
«Era sì amante della Congregazione che 150 volte al giorno ne domandava al Signore ed a Maria Santissima la santa Perseveranza. Fu sempre il primo agli Atti comuni, e il più osservante delle Regole. Ubbidienza cieca per ovunque era assegnato di stanza.
Nel dì 25 ottobre 1853 fu assalito da una febbre perniciosa, oppresso dai dolori del morbo, non lasciava di ripetere i Salmi, il Rosario a Maria Vergine, ed altre preci.
Nel dì 1 novembre domandò egli stesso con somma edificazione ed uniformità i Sacramenti della Penitenza, della SS. Eucarestia e dell’Estrema Unzione, e la morte lo rapì senz’agonia nel dì 4. Spirò con tutta placidezza di un’anima giusta. Si distinse nello zelo instancabile colle sante Missioni».
Monsignor Scognamiglio di Maratea, tanto amico dei nostri Padri, venuto a Materdomini a visitare S. Gerardo, mi disse, tra le altre cose, che P. Onorato fu celebre predicatore, tanto che diceva il nostro Monsignor Basile vescovo di Cassano Jonio, che in Congregazione si ricordava come un modello per la mozione degli affetti.
A Maratea è rimasto celebre per la predica del «Giudizio Universale». Disse a terzo tuono in Sagrestia, all’Altare Maggiore, e sul pulpito:«Al Giudizio! al Giudizio!» e commosse tutto il popolo…».
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte del P. S. Schiavone
– vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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