Fratello Antonio Oliva (1735-1776) – Italia.
Fratello Antonio Oliva (1735-1776)
Nacque a Pompei nel 1735. Entrato in Congregazione, fu assegnato di stanza a Deliceto.
Nel 1733 fu destinato di stanza a Scifelli; ma perché P. Tannoia, rettore della Casa, non si voleva privare di un sì santo Fratello, S. Alfonso scrisse il 5 giugno a P. Tannoia la seguente lettera da Arienzo:
«Viva Gesù, Maria e Giuseppe!
Sento che il P. Vicario ha scritto a V. R. che assolutamente avesse mandato a S. Angelo (a Cupolo) Fr. Antonio (Oliva), acciocché si accompagnasse con Fr. Stefano: perché l’uno e l’altro è necessario mandarli alla nuova casa di Veroli (di Scifelli), e sento ora che V.R. ha risposto che non può mandarlo, o, per meglio dire, che non vuol mandarlo…
Vedo che sia una delle maggiori cause per cui la Congregazione presentemente sta in malo stato: perché i Rettori sono i primi a non volere obbedire.
Da oggi avanti…. voglio mutare stile e voglio essere obbedito; e chi se ne vuol andare che se ne vada. Chi resta, resta. Dio non ha bisogno di gente, ed ama i soli buoni ed obbedienti.
Pertanto V.R. subito mandi detto Fratello Antonio in S. Angelo in ogni conto…. Dica da parte mia ai Padri, che siano attenti ad obbedire…. Io son risoluto di mandar via ognuno che non vuole obbedire. Faccia sentire questo capitolo a tutti….»
Fratello Antonio morì dopo due anni a Scifelli con la morte dei giusti; e perché tutta la Comunità lo teneva in concetto di gran Servo di Dio, così fu delineata su tela la sua effige col seguente elogio.
Fr. Antonius Maria Oliva, Pompejanensis, Cong.nis SS. Redemptoris, virtutis amans, Dei ac Proximi amore flagravit, pro infirmis pauperibus sollicitus, quiq, obedientia clerus, patientia insignis, sibi vilis, omnibus charus. Verulis in hoc Sanctae Conciliae oppidulo, die 22 Junii 1776 in Crucifixi amplexu laetanter obiit, aet suae anno 46».
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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Era un sarto di Pompei (NA), ed entrò tra i Redentoristi dopo aver partecipato ad una missione. Morì a Scifelli di tifo.
Il Padre Landi, a proposito di Antonio Oliva, testimonia che i superiori delle case se lo disputavano. “Nessuna cosa gli sembrava difficile, ma tutto allegro e giulivo egli affrontava qualunque impiego e volava per la casa ai cenni del superiore, al punto che faceva più lui solo che tre fratelli.
Fr. Antonio in Scifelli incantava tutti con l’affabilità e i bei modi che aveva. Egli solo attendeva alla sartoria, all’economia, e quasi tutto il peso della casa stava sopra di lui, ed esso solo dava soddisfazione a tutti”
(da una conferenza di P. Salvatore Brugnano).
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