19. O seguiamo Dio, o seguiamo il mondo (rispetto umano /5)
Se piacessi ancora agli uomini, non sarei più servitore di Cristo (Gal 1,10).
Per vincere il rispetto umano è necessario fissare nel nostro cuore la decisione di preferire la grazia di Dio a tutti i beni e favori del mondo e dire con san Paolo: Né morte né vita, né angeli né principati,… né alcun’altra creatura potrà mai separarci dall’amore di Dio (Rm 8,38-39).
Gesù ci esorta a non temere coloro che possono toglierci la vita del corpo, ma solamente chi può condannarci all’inferno, dove si perde l’anima e il corpo (cf. Mt 10,28).
O seguiamo Dio, o seguiamo il mondo; ma, se vogliamo seguire Dio, bisogna che lasciamo il mondo: Fino a quando zoppicherete da entrambi i piedi? – disse Elia al popolo – Se il Signore è Dio, seguitelo! Se invece lo è Baal, seguite lui! (1Re 18,21). Non si può servire all’uno e all’altro. Chi vuol piacere agli uomini, non può piacere a Dio, come diceva l’Apostolo: Se io piacessi ancora agli uomini, non sarei più servitore di Cristo (Gal 1,10).
I veri servi di Cristo godono nel vedersi disprezzati e maltrattati per amore suo. I santi apostoli se ne andarono dal sinedrio lieti di essere stati oltraggiati per amore del nome di Gesù (At 5,41). Mosè avrebbe potuto liberarsi dall’ira del faraone facendogli credere che egli era il figlio di sua figlia, ma rifiutò questo titolo e preferì essere oltraggiato insieme agli altri ebrei perché stimava l’obbrobrio di Cristo ricchezza maggiore dei tesori d’Egitto (Eb 11,24-26).
(da Sermoni Compendiati, XXVII, 11-12)