10. Novità dell’Incarnazione
Il Signore ha creato una cosa nuova sulla terra (Ger 31,22). Prima della venuta del Messia il mondo era sepolto in una notte tenebrosa di ignoranza e di peccati. Il vero Dio era conosciuto solo in un angolo della terra, cioè nella sola Giudea: Dio è conosciuto in Giudea (Sal 75,2). In tutto il resto del mondo si adoravano come Dio i demoni, gli animali e le pietre.
Vi era dappertutto la notte del peccato, il quale accieca le anime, le riempie di vizi e le priva della vista del miserabile stato in cui vivono, nemiche di Dio e condannate all’inferno (cf. Sal 103,20). Gesù venne a liberare il mondo dalle tenebre: Su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse (Is 9,2). Lo liberò dall’idolatria facendo conoscere il vero Dio; e lo liberò dal peccato con la luce della sua dottrina e dei suoi divini esempi: Per questo si manifestò il Figlio di Dio: per distruggere le opere del diavolo (1Gv 3,8).
Per mezzo del profeta Geremia Dio aveva promesso agli uomini un “bambino nuovo” come Redentore: Il Signore ha creato una cosa nuova sulla terra (Ger 31,22). Questo Bambino nuovo fu Gesù Cristo. Egli è il Figlio di Dio, che innamora il paradiso, ed è l’amore del Padre, che di lui dice: Questi è il Figlio mio, il prediletto: in lui ho posto il mio amore (Mt 17,5).
Questi è il Figlio che si è fatto uomo: un bambino nuovo, che ha dato più gloria ed onore a Dio nel suo primo momento di vita di quanta gliene hanno data e gliene daranno tutti gli angeli e i santi insieme per tutta l’eternità. Per questo nella nascita di Gesù gli angeli cantarono: Gloria a Dio nell’alto dei cieli (Lc 2,14).
Gesù Bambino ha reso più gloria a Dio di quanta gliene tolsero tutti i peccati degli uomini. Facciamoci animo, dunque, noi poveri peccatori; offriamo questo Bambino all’eterno Padre. Presentiamogli le lacrime, l’obbedienza, l’umiltà, la morte ed i meriti di Gesù, e ricompenseremo Dio di tutto il disonore che gli abbiamo recato con le nostre offese.
Preghiera
Eterno Dio, io ti ho disonorato, posponendo tante volte la tua volontà alla mia e la tua santa grazia alle mie vili e misere soddisfazioni. Quale speranza di perdono vi sarebbe per me, se tu non mi avessi dato Gesù Cristo, che è la speranza di noi peccatori? E’ lui la vittima di espiazione per i nostri peccati (1Gv 2,2). Egli, sacrificando la vita in espiazione delle ingiurie da noi fatte a te, ti ha dato un onore più grande del disonore che noi ti abbiamo recato con i nostri peccati. Accoglimi dunque, o Padre mio, per amore di Gesù Cristo.
Bontà infinita, mi pento di averti oltraggiato. Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio (Lc 15,18-19). lo non sono degno di perdono, ma è degno Gesù Cristo di essere da te esaudito. Egli un giorno ti pregò per me sulla croce: Padre, perdona loro (Lc 23,34); e ora anche in cielo ti sta dicendo di ricevermi come un figlio: Abbiamo un difensore presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto (1Gv 2,1). Ricevi un figlio ingrato che prima ti ha lasciato, ma ora ritorna con la volontà di amarti. Sì, Padre mio, io ti amo e voglio sempre amarti. Ora che ho conosciuto l’amore che mi hai portato e la pazienza che hai avuto con me per tanti anni, io non voglio più vivere senza amarti. Padre mio tanto buono, donami un grande amore che mi faccia piangere sempre le amarezze che ti ho dato e ardere sempre di amore verso di te. Padre mio, io ti amo.
O Maria, Dio è il Padre mio e tu sei la Madre mia. Tu puoi tutto presso Dio: aiutami, impetrami la santa perseveranza, il suo santo amore.
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da Novena del S. Natale, Avvento, 6.