14 novembre
Non deve andarsi all’orazione per sentire le dolcezze dell’amore divino; chi ci va per tale fine, ci perderà il tempo, o poco profitto ne caverà. Deve le parsona mettersi ad orare solo per dare gusto a Dio, cioè solo per intendere ciò che voglia Dio da lei, e per domandargli l’aiuto per eseguirlo. (S. Alfonso in Pratica di amare G. Cristo, Cap. VIII pag. 129 – Brescia 1922).
- Il Fr. Vito Curzio, provato dal Signore con aridità di spirito, esclamava tutto rassegnato: «Mio Dio, non so più pregare, io sono diventato come un legno. Resto nondimeno allo stesso luogo: sull’altare vi sono sei candelieri ed io… faccio il settimo al vostro cospetto».
- S. Alfonso afflitto da mille contraddizioni, assalito da tentazioni infernali, angustiato da aridità e desolazione di spirito, non lasciò mai la sua preghiera fervente al Signore, neppure quando gli sembrava di essere rigettato da Dio. In tutte queste prove, egli tutto uniformato alla volontà di Dio, faceva continuamente atti di amore al Signore e di protesta di voler solo quello che voleva Dio.
Da “Spigolature“, a cura di P. Pompeo Franciosa, 1987.
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