3 dicembre
giorno memoriale
del Venerabile
P. Vito Michele Di Netta
missionario redentorista (1787-1849).
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Nel segno della Misericordia,
il libro in cui i testimoni raccontano il Venerabile.
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A Tropea presentazione del libro
Un nuovo libro?
Un nuovo libro sul P. Di Netta, pubblicato dall’editore Meligrana, viene presentato al pubblico il 3 dicembre nella chiesa del Gesù: Nel segno della misericordia – I testimoni raccontano il Venerabile Servo di Dio P. Vito Michele Di Netta (1787-1849) ai Processi di Beatificazione 1896-1897 e 1913-1919 – Testimonianze trascritte dai libri dei Processi a cura dal redentorista P. Salvatore Brugnano.
Un nuovo libro, che però non ha niente di nuovo, in quanto esso riporta integralmente le testimonianze rese ai Processi di Beatificazione del P. Vito Michele Di Detta e stampate per il dibattimento della causa che approdò, il 7 luglio 1935, alla proclamazione della eroicità delle virtù del P. Di Netta.
È nuovo, perché permette ai comuni fedeli e devoti di accedere alle singole testimonianze rese da persone che hanno conosciuto personalmente il Venerabile o ne hanno sentito parlare come di un santo.
Niente di nuovo, ma tutto può essere nuovo se le testimonianze vengono rilette attraverso la parola-chiave “misericordia”, che oggi ricorre frequentemente nell’insegnamento di Papa Francesco; per cui il Venerabile P. Di Netta ancora oggi può risultare una figura interessante e può considerarsi a ragione un “missionario della Misericordia di Dio”. Infatti il Venerabile P. Vito Michele Di Netta (1787-1849) ha seguito tenacemente la sua vocazione missionaria, profondendo le sue energie nella Calabria del tempo soprattutto con la predicazione delle missioni attraverso le quali faceva arrivare ai poveri peccatori l’abbondante Redenzione. La sua predicazione era confermata da continui e concreti atteggiamenti di misericordia.
La misericordia raccontata
«L’opera, sin dal titolo, con la sottolineatura del tema della misericordia, ci presenta la spiritualità del Venerabile sub specie charitatis, una carità che è amore del prossimo, capacità di umana comprensione nella direzione delle coscienze, vicinanza all’altro nei suoi concreti bisogni, fame e sete di giustizia. Le testimonianze documentano come il Venerabile, nel segno della misericordia, offrisse con generosità i suoi preziosi consigli, desse la consolazione e il conforto della sua parola nei dubbi e nei tormenti dello spirito, a tutti assicurasse il suo sostegno e il suo aiuto nello svolgimento dei compiti che la società loro assegnava o nel perseguimento dell’ideale di perfezione a cui ciascuno veniva chiamato.
Padre Salvatore Brugnano ricostituisce, in questo lavoro, l’unità delle deposizioni rese dai singoli testimoni, sottraendole alla frammentazione e alla disarticolazione per temi operata nei Processi Ordinari Tropeani e Nocerini (1896-1897) e nei Processi Apostolici Tropeani e Nocerini (1914-1919). Questa operazione consente una più proficua lettura delle testimonianze, che abilita a cogliere il concreto, storico rapporto personale dei singoli narratori con il Padre Di Netta, di contestualizzarlo nel loro vissuto e nella società del tempo.
Il curatore correda, inoltre, il testo di un densissimo apparato di note, frutto della sua profonda conoscenza della figura del Venerabile, del contesto storico e sociale in cui egli visse, nonché di quello in cui furono celebrati i processi.
Il libro diviene, così, oltre che un prezioso documento della spiritualità e della santità di Padre Di Netta, anche uno strumento utilissimo per la conoscenza e lo studio della società calabrese, della mentalità, delle abitudini di vita del XIX secolo» (Luciano Meligrana).
Restituendo, con non poca fatica, la sequenzialità delle deposizioni si hanno, così, dei racconti fatti da persone che hanno conosciuto il Venerabile o ne hanno sentito parlare: raccontare, ecco un’altra parola-chiave; il racconto diretto diventa attraente, al di là dell’arida forma dettata dallo schema delle interrogazioni i testimoni dovevano rispondere.
I testimoni sono 89, provenienti da località diverse e da condizioni sociali diverse, ma tutti uniti nel lodare la santità del Venerabile: ci sono testimoni di Vallata, paese natale del P. Di Netta, di Ricadi, di Oppido Mamertina e S. Cristina d’Aspromonte, di Tropea, Parghelia e Drapia e infine ci sono i testimoni Redentoristi che parlano con venerazione del loro confratello.
Alcuni passaggi
- Il Servo di Dio esortava gli uditori e i penitenti a confidare nella divina misericordia e nella divina provvidenza. Specialmente questa fiducia la inspirava nei peccatori, che andavano a confessarsi a Lui.
- Il Servo di Dio aveva fiducia immensa nella divina misericordia. Questa egli invocava in ogni istante della giornata, e spesso a me stessa diceva che i peccati dell’empio convertito Dio li getta in fondo al mare.
- A chi sembrava abbattuto per il peso delle proprie colpe dava incoraggiamento dicendogli che la misericordia di Dio è molto più grande dei peccati degli uomini.
- Parlare della Divina Misericordia e della protezione della Vergine santissima erano cose tutte sue proprie.
- «Siamo peccatori, è vero, fratelli miei, ma non disperiamo. La dolcissima misericordia di Dio è così grande!»
- «Non dobbiamo disperare di nulla, la misericordia di Dio è infinita, e perdona e consola chiunque pentito a lui ricorra. – Pietà, pietà Signore, pietà, tu sei morto per noi, e ci vuoi salvi»!»
- «Noi sacerdoti dobbiamo sempre sperare nella misericordia divina, e in tutti i cuori dobbiamo destare questa virtù. Ci siamo consacrati al servizio del nostro buon Gesù, il quale come disse a S. Pietro, dice a tutti i sacerdoti: “Si amas me, pasce oves meas”. Nella sua grazia e nel suo aiuto dobbiamo sperare, e non nelle nostre forze».
P. Salvatore Brugnano