P. Nicola Muscarelli (1724-1753 ) – Italia.
Nacque a Nocera di Pagani verso il 1724. Era chierico quando nel 1744 entrò in Congregazione dopo la Missione, data dai Nostri nella Chiesa di S. Matteo.
Nel marzo 1753, dopo nove anni, trovandosi in Pagani, morì santamente. Giovanissimo, ma fornito di gran talento, fu presto mandato in Missione, poiché in quei tempi, dice P. Tannoia, si nasceva missionario.
Incaricato del corso di filosofia, si fece amare da tutti gli Studenti e da tutti i Padri e particolarmente da S. Alfonso, che per non perderlo, soccorse la madre sua con pesanti sacrifici.
Ancorché debole di salute, fu ordinato un giorno al Muscarelli di fare la predica della sera. Benché l’ ufficio gli sembrasse al di sopra delle sue forze, egli obbedì senza alcuna osservazione, perché aveva giurato d’obbedire sempre, o morire. Sputò sangue per tutto il tempo della predica, e tornò a Ciorani più morto che vivo. Là poté dare ancora qualche lezione di filosofia, ma presto fu mandato per riposarsi a Pagani.
Nel novembre 1752 il Muscarelli scriveva al P. Tannoia, allora Maestro dei Novizi, questa lettera, donde traspira la più tenera carità verso i suoi fratelli:
«Mio caro P. Maestro, vi ringrazio della vostra bontà per me. Dite ai vostri cari Novizi che preghino per il Muscarelli, che li ha sempre nel cuore e li bacia tutti nel Signore Gesù. Mi parlate di salute: Non sto né meglio, né peggio: sono una sentina di miserie interne ed esterne, spirituali e morali: divengo ipocondriaco e talvolta temo di cadere nella disperazione.
Chiedete dunque al Signore che mi faccia soffrire con allegrezza; voi avete pregato e fatto pregare per me, non ne dubito, ma continuate a pregare più ancora.
Amiamoci tutti in Gesù Cristo, né mai si rompano questi dolci legami, che ci tengono tutti uniti, e che hanno fin ora conservata la nostra Congregazione.
Per parte mia desidero di essere nel cuore di tutti i miei fratelli, come essi sono nel mio. Lo desidero, lo voglio, lo spero, tenendovi tutti abbracciati in Gesù».
Qualche giorno dopo sentendo di peggiorare, scriveva scherzosamente ad un altro Padre:
«I Medici che han fatto consulto non son d’accordo: uno crede che sia finita per me, l’ altro ha ancora un po’ di speranza. L’opinione probabilissima è che io vado a ritrovare i nostri compagni da Gesù e da Maria; dunque l’ altra opinione in favore della guarigione non è che debolmente probabile.
Chi sa se potrò rivedervi e ringraziarvi ancora una volta della vostra bontà per me?
In fin dei conti a che cosa sono io capace, se non ad accrescere gli aggravi delle nostre case.
E poi, Padre mio, è tanto dolce morire nella Congregazione! Se avessi meglio vissuto, mi stimerei ora il più felice uomo del mondo.
Aiutatemi dunque a fare il gran viaggio, e pregate i vostri Studenti di aprirmi le porte del Paradiso».
Due mesi dopo il 10 marzo 1753 il Padre Muscarelli santamente spirava tra le braccia del P. Caprioli nel nostro Collegio di Pagani, e andava a ricevere in Cielo la ricompensa delle sue opere e dei suoi patimenti. (Berthe. 318, 506).
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Profilo tratto da
Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone – vol.1
Pagani, Archivio Provinciale Redentorista
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