Montalcini Annibale redentorista

Mons. Annibale Montalcini (1797-1861) – Italia.

Mons. Annibale Montalcini (1797-1861)

Scrive il P. Savastano: «Discepolo perfetto del Padre Volpe fu il P. Annibale Raffaele Montalcini, patrizio crotonese. Fin da che venne destinato da giovane a far parte della Comunità di Catanzaro, suo primo pensiero si fu di osservare, per imitarla, la vita del suo Rettore P. Volpe.

Applicato allo studio per rendersi abile strumento e degno apostolo di Gesù Cristo, non per questo si raffreddò nella pietà, che anzi per quanto era impegnato ad abbellire la mente di utili cognizioni per li totale adempimento del ministero apostolico, tanto più mostravasi acceso di santa premura per l’acquisto di quelle virtù senza delle quali si è un cembalo suonante o bronzo che tintinna.

Anche il Montalcini, come il Volpe, era di aspetto severo, grave, che sulle prime incuteva timore, ma bastava una volta parlargli o gettarsi ai suoi piedi, che tutta la severità spariva facendo rilucere la bontà, la benignità, l’affabilità di un cuore che ha Dio, e guarda Dio nelle sue azioni.

Morto il P. Volpe il 3 novembre 1838, per molto tempo lo surrogò nell’ufficio di Rettore della Casa che diresse e governò con tutta prudenza e carità, mantenendo alto il prestigio di cui l’aveva improntato il P. Volpe.

Queste sue eminenti qualità lo resero rispettato, e veniva consigliato da Magistrati, Avvocati ed altri che avevano a cuore di soddisfare con fedeltà ai doveri di cristiani, di cittadini e custodi della legge; ed i quali pendevano ancora estatici quando egli annunziava la divina parola.

Cosicché la Chiesa era frequentata da questi, e la Sacristia tanto di Domenica, che nella settimana si vedeva sempre piena di persone altolocate e distinte che per più tempo se ne stavano dinanzi al Sacramento per saziarsi delle carni immacolate di Gesù Cristo, ed attingervi i lumi necessari all’esatto disimpegno dei gravi doveri di ognuno.

Tanta virtù non poteva restare celata da non diffondere lontano i suoi raggi, sì che il regnante Ferdinando II lo innalzò all’eminente posto di Arcivescovo di Santa Severina della stessa provincia; nomina che venne confermata dalla S. M. di Pio IX.

Se tanto splendore aveva diffuso da semplice religioso, innalzato ad Arcivescovo divenne un candeliere che illuminò tutta l’Archidiocesi.

In quel posto si vide rilucere la sua carità, specialmente per i poveri ed afflitti, i quali trovarono in lui il padre tenero e l’amico sviscerato, e per sovvenire alle necessità di tanti nella penuria del 1854, fece restaurare l’antico Episcopio, che per le vicende del tempo era abbandonato e quasi crollante: di talchè per questo ripiego messo ad effetto, moltissimi la cui vergogna e rossore ratteneva dallo stendere la mano per accattare l’obolo, onde sfamare se e la famiglia, si ebbero con tale industria come sopravvivere alla generale disdetta.

Avvenuta la miseranda epoca del 1848 per la quale molti andavano raminghi e lontani dalle proprie case per sfuggire la giustizia e la polizia, nel 1852 venuto in Catanzaro il Re Ferdinando II, l’Arcivescovo Montalcini si fece sollecito a presentarsi all’augusto e mite regnante con in mano una lunga nota di proscritti ed inquisiti, implorandone la reale clemenza, e ne ottenne la piena loro libertà e sicurezza di ritornare nelle loro famiglie.

Ritornato nell’abitazione, ove trascorreva l’estate e notando aria grave per tutta la Diocesi per aver dimenticato di notificare altri nomi, senza frapporre indugio si porta di nuovo dal Re, e ne ritorna pieno di allegrezza per avere rimediato al suo involontario errore.

Per questo fatto venne proclamato da tanti cuori come il «liberatore ed il padre vero», ridonando la pace e l’allegrezza a tanti afflitti e perseguitate famiglie, le quali poi nelle vicende del 1860 non furono memori della carità del loro Pastore, e ne lo retribuirono indegnamente.

Maturo pel Cielo, il 1861 pose termine alla virtuosa sua vita di Religioso ed Arcivescovo, il 23 novembre. [Era nato a Crotone il 28 marzo 1797].

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Profilo tratto da Biografie manoscritte
del P. S. Schiavone –
vol.2 Pagani, Archivio Provinciale Redentorista.
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Crotone – Stemma e grafico del Palazzo Montalcini, da cui discendeva il redentorista P. P. Annibale Raffaele. Mentre era nella Casa di Catanzaro, prese a modello il P. Giuseppe Volpe; a Tropea era stato tra gli studenti formati dal Venerabile Vito Miche Di Netta, il quale ebbe la gioia di vederlo vescovo alcuni mesi prima di chiudere gli occhi il 3 dicembre 1849.
Crotone – Stemma e grafico del Palazzo Montalcini, da cui discendeva il redentorista P. P. Annibale Raffaele. Mentre era nella Casa di Catanzaro, prese a modello il P. Giuseppe Volpe; a Tropea era stato tra gli studenti formati dal Venerabile Vito Miche Di Netta, il quale ebbe la gioia di vederlo vescovo alcuni mesi prima di chiudere gli occhi il 3 dicembre 1849.

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