Messaggio di Pasqua del Superiore Generale dei Redentoristi
per la Pasqua 2015
Cari Confratelli, Sorelle, Laici Associati e Amici,
Questa sera, con la Celebrazione della Santa Messa della Cena del Signore, iniziamo il Solenne Triduo Pasquale della Passione, Morte e Resurrezione del Signore. Ogni anno siamo invitati ad entrare in questo mistero attraverso la preghiera e la contemplazione, la celebrazione liturgica e il servizio per coloro che sono in necessità. Come “collaboratori, soci e ministri di Gesù Cristo nella grande opera della Redenzione ” (C. 2), Egli, per mezzo di noi, “continua a compiere la volontà del Padre operando la redenzione del mondo” (C. 52). Quale meravigliosa e privilegiata vocazione è la nostra! Con gioia e speranza, diciamo “sì” a questo invito con il cuore colmo di gratitudine.
Avvicinandoci a queste feste, è importante per noi celebrare il significato profondo della Resurrezione. Come insegna Papa Francesco nella Evangelii Gaudium (275-276), quando siamo tentati di pensare che nulla cambierà in questo nostro mondo, abbiamo la necessità di ricordare che Gesù Cristo ha trionfato sul peccato e sulla morte, e che il cambiamento non solamente è possibile, ma è promesso e garantito! “La sua risurrezione non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo. Dove sembra che tutto sia morto, da ogni parte tornano ad apparire i germogli della Risurrezione.” Come ci ricordano le nostre Costituzioni, noi, mentre annunziamo la vita nuova ed eterna, dobbiamo “essere davanti agli uomini segni e testimoni della potenza della risurrezione di Cristo” (c. 51).
Celebrare la Pasqua durante quest’Anno della Vita Consacrata, ci ricorda che stiamo camminando sulla stessa strada di Gesù che ha dato se stesso fino alla morte ed è asceso vittorioso con la sua Resurrezione: questa strada è la “via della verginità, della povertà, dell’ubbidienza, del servizio e dell’immolazione di se stesso fino alla morte” (C. 50). Questa è la chiamata a lasciare gli spazi più elevati, ad aprire le porte chiuse per la paura e a far entrare le piazze e le periferie, le strade secondarie e le città, con un messaggio di gioia!
“Non ripiegatevi su voi stessi, non lasciatevi asfissiare dalle piccole beghe di casa, non rimanete prigionieri dei vostri problemi. Questi si risolveranno se andrete fuori ad aiutare gli altri a risolvere i loro problemi e ad annunciare la buona novella. Troverete la vita dando la vita, la speranza dando speranza, l’amore amando. Aspetto da voi gesti concreti di accoglienza dei rifugiati, di vicinanza ai poveri, di creatività nella catechesi, nell’annuncio del Vangelo, nell’iniziazione alla vita di preghiera. ” (Papa Francesco, Lettera Apostolica a tutti i Consacrati, Le attese per l’Anno della Vita Consacrata #4)
Durante la Vigilia di Pasqua quest’anno, ascolteremo la storia della tomba vuota secondo il Vangelo di Marco. Questa è la prima testimonianza tramandata della Resurrezione. Ascoltate le parole del giovane che le donne hanno incontrato alla tomba. Queste parole sono indirizzate a voi; esse sono indirizzate a me, a ciascuno di noi: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano posto. Ma andate, dite ai suoi discepoli e a Pietro: “Egli vi precede in Galilea. Là lo vedrete, come vi ha detto”» (Marco 16,6-8).
Andiamo in Galilea – nelle strade e nelle piazze, nelle periferie e nelle città – per incontrare il Signore Risorto. “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù” (EG 1). Citando Papa Francesco: “Dove vi sono religiosi, lì c’è la gioia”.
Con questo spirito di incontro, vorrei per voi la gioia, la vita e la speranza della Pasqua! Con Maria, nostra Madre del Perpetuo Soccorso, con Sant’Alfonso e tutti i Santi, Beati e Martiri, con tutti loro e con gli abbandonati e i poveri, annunciamo con le nostre voci e con le nostre vite: ”Egli non è morto. E’ risorto. Noi abbiamo incontrato il Signore. Egli vive!”
Vostro fratello nel Redentore,
Michael Brehl, C.Ss.R.
Superiore Generale
(Traduzione: Annalisa Pinca)