8 novembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – 1821. Incondizionata stima del Venerabile Padre Passerat per la preghiera.
1821. Incondizionata stima del Venerabile Padre Passerat per la preghiera.
Fin dalla fondazione di Vienna, i Padri, malgrado fossero pochi, dovevano rispondere al molto lavoro nella loro chiesa e nei numerosi edifici della città affidati alla loro cura spirituale, per cui gli esercizi di pietà del pomeriggio diventavano spesso impossibili.
Per supplirli, il Ven. P. Passerat decise di prolungare la meditazione del mattino ad una intera ora. La decisione, lontano dal sollevare la minima obiezione, fu accettata con gioia dai fervorosi religiosi, e consolanti risultati vennero a giustificare la sua grande saggezza.
Questo stato eccezionale di cose tuttavia addolorava vivamente il servo di Dio, e lo scriveva al Superiore generale, nella lettera del 8 novembre chiedendogli la dispensa necessaria insieme alle istruzioni che richiedevano le circostanze.
Poco dopo, grazie all’aumento del personale, ebbe infine la consolazione di potere scrivere: «Nella nostra casa di Vienna nessuno soggetto può intrattenersi con gli estranei da mezzogiorno fino alle cinque della sera. Tutti devono in questo tempo, occuparsi di se stessi».
Così applicava nella pratica i principi che spesso ripeteva con le labbra e con gli scritti: «Il bene che non si può compiere secondo la Regola è un bene che Dio non vuole. Poco importa che le cose vadano bene all’esterno, se i nostri religiosi tralasciano la Regola. Cercate di mettere la scure alla radice dell’albero insistendo sulla fedeltà agli esercizi della preghiera. Un’anima perfetta procura a Dio più gloria di mille altre dimentiche della perfezione».
P. GIROUILLE, Vita del P. Passerat, p. 302.
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1908. Inizio della Vice-provincia alsaziana-americana, e Fondazione della casa di Iquique-Huara.
Secondo il desiderio espresso dal Rev.mo Padre Raus, nel 1907 iniziarono i negoziati a proposito della fondazione di una Vice-provincia alsaziana a nord del Cile, tra P. Humbrecht, Provinciale, il P. Royer, Visitatore del Pacifico, e Mons. Rücher, vicario apostolico di Tarapaca.
La prima casa fu fondata a Iquique il giorno 8 novembre 1908. I primi missionari furono i Padri Louis Lorber, Superiore; Auguste Ostré, Georges Sipp, Victor Loeb, Aloys Studer; i fratelli Joseph Maurus, Gilles Goetzenberger et Jacques Pius.
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1880. Espulsione della Comunità di Dunkerque.
In questo giorno avvenne l’espulsione della comunità di Dunkerque. Erano presenti i Padri Stoufflet, Rettore, Prouvost, Sandrard, Vasseur, Blankaert, Tournois, Bouchage e Meyer e i Fratelli Maurice, Stanislas e Philippe.
Alle 10,15 del mattino gli agenti di polizia e gli scassinatori arrivano davanti alla porta di entrata saldamente barricata. A successione scassinano quattro porte, ed arrivano alle celle dei confratelli. Il P. Stoufflet protesta a nome di tutti e legge agli scassinatori la sentenza di scomunica. Al rifiuto di uscire e cedere soltanto con la forza, gli agenti mettono i Padri alla porta, fin sulla strada, ed essi sono accolti dalla folla alle grida di Viva i Padri! Gli agenti poi attaccano i sigilli alle porte della chiesa.
Il P. Sandrard fu nominato custode della casa con due Fratelli. La chiesa servì per qualche tempo come negozio; la casa ebbe come proprietario l’abate Choquet e fu affittata a tredici famiglie.
Il P. Sandrard prese in affitto una casa in via Pierres, e vi restò fino al 1891, quando la comunità ritornò nel convento.
Quindi il Fratello Édouard restaurò la chiesa, rimise la Via Crucis, il pulpito, gli altari e la mensa per la comunione. Poi la casa fu restaurata, e ripulita da cima a fondo.
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IN MEMORIAM
Venerabile P. Emanuele Ribera. Napoli, 1874.
Il Servo di Dio, Emanuele Ribera, conosciuto con il meritato titolo di “Conscientiarum moderator insignis” nacque a Molfetta, nella Puglia, da nobili genitori il 2 marzo 1811.
Si racconta che alla nascita, la casa dove si trovava, fu circondata da una chiarore straordinario e scossa fino nelle fondamenta: questo, agli occhi di tutti, fu un felice presagio.
Già da giovane era di una pietà angelica. Amico della solitudine, era attratto al pensiero del cielo, ad imitare il sacerdote all’altare, a visitare le chiese, a digiunare tutti i sabati in onore della Santa-Vergine. Ammesso in seminario, visse come un san Luigi Gonzaga; ricevette gli Ordini minori all’età di tredici anni; il vescovo di Melfi si compiaceva a sentirlo predicare. Inoltre, ordinò ad Emanuele che aveva diciassette anni, di esporre davanti a lui, in Seminario, un corso di sante meditazioni.
Poco tempo dopo, ardente dal desiderio di avanzare nella perfezione, Emanuele sollecitò l’ammissione nella Congregazione di S. Alfonso a Napoli. Era già molto versato nella scienza dei santi; oracolo e consigliere di numerosi vescovi, di sacerdoti eminenti, di colti laici. Dopo il noviziato, si dedicò alle missioni ed alla direzione delle anime. Il P. Ribera fu eletto per due volte Maestro dei Novizi.
Molto stimato da tutti quelli che lo conoscevano, aveva un profondo disprezzo di se stesso, chiedendo ad ogni momento consiglio. Anche se gravato da infermità, praticò costantemente l’abnegazione così difficile agli operai apostolici, soprattutto a quelli che esercitano un ministero laborioso.
La grande preoccupazione, sia in missione, sia in casa, era di imitare le virtù dei Santi e soprattutto di S. Alfonso. Eccelleva particolarmente nel ridare la pace alle anime afflitte, a calmare i falsi scrupoli, a far sopportare coraggiosamente le pene interiori.
In occasione di un’epidemia che fece migliaia di vittime, nell’assistere i moribondi la contrasse anche lui, e la salute ne fu scossa per il resto dei giorni.
Siccome le leggi civili emanate dal governo avevano chiuso i conventi, restò a Napoli con un compagno in una casa presa in affitto. Fino alla morte fu di una devozione instancabile nell’ascoltare le confessioni. Il suo confessionale era non circondato, ma assediato dalle persone che venivano in folla. Era stimato in tutte le classi della società, la sua dottrina mistica era sublime, e sembrava piuttosto ispirata che acquisita da risorse di talento.
Molti personaggi, di grande prestigio o di grande santità, non esitavano a consultarlo in diverse circostanze, ed a confessargli di non trovare uno uguale per la direzione delle anime.
Non omise mai di predicare durante la quaresima, di dare i ritiri spirituali, di occuparsi di monasteri di religiose e dei seminari. Tutti si chiedevano come un uomo di un fisico tanto delicato potesse fare fronte a tanti lavori e compiere insieme svariati doveri. Ma colui che non ha altro scopo che la salvezza delle anime, trova il mezzo per eseguire ciò che gli altri non osano neanche provare.
Infine; il giorno 8 novembre 1874 fu l’ultimo giorno di una vita trascorsa nella più perfetta innocenza. Al suo funerale non ci furono lacrime: per tutti era il santo. La fama della sua santità cresceva di giorno in giorno.
Il P. Ribera fu uno dei propagatori più attivi delle opere del Venerabile Padre Sarnelli. Compose un opuscolo intitolato: “Pensieri ascetici e mistici”, frutto della sua lunga esperienza. La sua vita fu scritta dal P. Antonio Di Coste redentorista.
– «Pretiosa in conspectu Domini, mors sanctorum ejus». Sal. 115.
Professione: 26 maggio 1831.
Ordinazione sacerdotale: 14 marzo 1835.
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Fr. Charles (Dumortier). Boulogne-sur-Mer, 1898.
Fratello Charles nacque a Linselles, diocesi di Lille, il 3 febbraio 1826. Ed ereditò dai genitori il dono di una fede profonda che lo caratterizzò per la vita.
Trascorse trentacinque anni di vita religiosa a Boulogne e ricoprì in questa comunità gli uffici di Fratello laico con ammirazione dei confratelli. Era buono, affabile, devoto. Prediligeva donare il pane ai poveri; simile a San Gerardo, rivolgeva loro ferventi esortazioni. Durante la malattia, diceva al P. Rettore: «Ah mio Rev. Padre, se dovessi ricominciare, come sarei più fedele!»
Il buono Fratello Charles può essere annoverato nel numero di quei devoti Fratelli che hanno amato e servito la Congregazione con la più grande dedizione. Morì nel giorno mentre a Roma si discuteva la causa di canonizzazione di San Gerardo Maiella.
– «Scio opera tua, et laborem e patientiam» Ap. 2-2.
Professione: 25 marzo 1865.
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P. Marius Roussel. San Bernardo, 1922.
Il Padre Marius nacque in un piccolo villaggio dell’Ardèche, a Laurac, il 17 agosto 1869. Maggiore di una numerosa famiglia, discendeva da genitori straordinariamente cristiani. Entrò nel postulantato di Uvrier ad undici anni. Dopo il sacerdozio, i superiori lo designarono per l’America che sarà il suo campo di apostolato.
Come Missionario, il Padre Marius si distinse per la attività traboccante e conquistante. Due opere principalmente furono oggetto del suo zelo: il catechismo ai bambini e la regolarizzazione delle unioni illegittime. Esercitò sui bambini un’ascendenza straordinaria. Studiando gli atti di battesimo di quei cari piccoli, constatava con dolore che un buon numero di essi era generato da genitori non sposati regolarmente. Pensando che la famiglia è la base della religione e della morale, volle applicarsi a santificare la famiglia con il matrimonio cristiano. Attraverso questo apostolato impedirà tanto male, lo farà a suo rischio e pericolo e a costo di terribili sacrifici che egli giàprevedeva.
Munito del permesso dei superiori e di speciali poteri accordati dai vescovi e dai rispettivi parroci, si lanciò con coraggiosa audacia, egli che era un timido, in questa nuova opera. La fama ed il nome glorioso e divertente di Marius-le-Marieur (Marius, il mediatore di matrimoni) si sparse in gran parte della Repubblica del Cile.
In una sola parrocchia, in un giorno raggiunse la cifra di 300 regolarizzazioni; a Cauquenes, in dieci anni, furono convalidati 1.662 matrimoni: Questo risultato fu ottenuto a prezzo di fatiche, di sofferenze, di marce, di dedizione senza pausa e di continue preghiere.
Come religioso, Rettore o semplice soggetto, il P. Roussel era nel vero senso del termine, il “vir simplex e rectus” della Scrittura, di un’ammirevole rettitudine di anima con Dio e con gli uomini…. di una carità squisita, escludendo ogni minima mancanza di riguardo.
L’umiltà gli faceva velare ciò che poteva metterlo in luce. Era devoto, regolare; non lasciava mai le penitenze, anche in tempo di missione. Era molto zelante per il postulantato, ed il reclutamento di buone vocazioni.
Durante una missione, ricevé il segno premonitore della imminente morte; volle intraprendere un altro lavoro, fu l’ultimo. Il caro Padre morì improvvisamente, dopo aver celebrato la santa messa. La morte non fu imprevista, era pronto. -«Quam speciosi pedes evangelizantium pacem, evangelizantium bona» . Rm. 10-15.
Professione: 8 settembre 1887.
Ordinazione sacerdotale: 27 maggio 1893.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |