8 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1760. S Alfonso pubblica il libro sulle «Missioni».
1760. S Alfonso pubblica il libro sulle «Missioni».
Nel 1760 S. Alfonso pubblicò quest’opera per i giovani della Congregazione. È un ristretto della bella opera del rispettabile sacerdote Filippo de Mura, dal titolo “Il Missionario istruito” . Egli espone brevemente le regole e gli esempi degli esercizi in uso durante le missioni aggiungendovi molte riflessioni che l’esperienza di 34 anni gli ha fatto constatare come molto utili per il bene dei fedeli.
Nel XVI° volume delle opere ascetiche, questo trattato delle missioni è preceduto da due importanti lettere, una ai religiosi sul modo di predicare e l’altra a un vescovo sulla utilità delle missioni.
Nel pubblicare questo libro delle missioni si nota chiaramente che S. Alfonso non pretendeva affatto che si dovesse seguire lo stesso metodo ed impiegare gli stessi mezzi in ogni tempo e dappertutto. Lo fece ben intendere un giorno nella sua vecchiaia, quando, apprendendo che si desiderava introdurre il suo Istituto in Austria, disse: «Le Missioni, in quei paesi, non si faranno come le nostre; il catechismo è più utile della predicazione, perché ci si trova tra i luterani e calvinisti».
(Introduzione al vol. XVI delle opere ascetiche).
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IN MEMORIAM
Fr. Ignace (Eschbach). Pérouse,1881
Fratello Ignace nacque il 29 maggio 1790 a Rumershein, diocesi di Strasburgo. Il papà era un fervente cristiano e difensore dei sacerdoti durante la grande Rivoluzione. Instillò nell’animo del figlio una fede profonda e il timore di Dio. Soldato di Napoleone I°, Ignace partecipò alla battaglia di Lipsia senza sparare un colpo, perché apparteneva alle retrovie. Ebbe la medaglia militare di Sainte- Hélène.
Un giorno avendo avuto occasione di servire la Messa al padre Scholhorn, fondatore della casa di Tournai, chiese di essere ammesso nella Congregazione. Professò a 40 anni. La pietà, l’umiltà, docilità e l’amore al lavoro lo indicavano a tutti come modello.
Il suo pregio fu di essere riuscito, attraverso lo sforzo fatto quotidianamente, a calmare e dominare il suo carattere, bollente e scontroso. Morì a Pérouse dopo una lunga e crudele malattia che coronò la sua vita. – «Bonus miles Christi Jesu». 2 Tm. 2,3.
Professione: 19 luglio 1829
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P. Joseph Bivona, Lima, 1902
Nato il 30 aprile 1836 a Menfi in Sicilia, il P. Bivona fin da giovane si sentì attratto alla vita religiosa. Diversi suoi parenti erano entrati nella Congregazione. Nel 1870 si imbarcò per l’America, tra i primi dei nostri, insieme al P. Didier.
Era un uomo di vera virtù e di costante preghiera, poiché faceva diverse ore di preghiera al giorno. Durante i 47 anni di vita religiosa dimostrò un grande amore alla osservanza della Regola, un spirito di notevole ordine, e una profonda umiltà.
In lui si realizzarono alla lettera le parole della Regola: “La vita apostolica è inseparabile dalla vita mortificata”, poiché soffrì continuamente.
Il P. morì Bivona pronunciando questa invocazione: «Dolce Cuore di Maria, sii la salvezza mia».
Professione: 7 ottobre 1855
Ordinazione sacerdotale: 21 settembre 1861
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P. Eugène Bernard, Uvrier, 1911
Il P. Bernard è nato a Sainte-Usuge (Borgogna) nel 1874 ed entrò nell’educandato in seguito ad una missione predicata nella sua parrocchia dal P. Joseph Nusbaum.
Ordinato sacerdote fu assegnato all’educandato di Uvrier come professore di scienze naturali, di fisica e geometria. Era dotato di un notevole talento letterario, di parola facile, limpida e calda; di tono naturale e senso squisito: il tutto condito da “sale gallico”.
– Come religioso aveva acquisito un grande dominio di se stesso. Sebbene per natura era portato a grande vivacità, non si spazientiva mai, malgrado i continui dolori di denti.
La caratteristica di questo simpatico confratello era la bontà. Aveva raggiunto la padronanza di sé attraverso l’amore al SS.mo Sacramento e la devozione alla Santa Vergine Maria. Il ritiro spirituale lo trascorreva quasi sempre in cappella, e recitava il rosario ogni giorno.
Il padre Bernard morì di morte tragica e folgorante mentre eseguiva, sebbene con prudenza, un esperimento di chimica ai suoi allievi. Spinto dai gas esplosivi, un pezzo di ferro, dopo avergli rotto la mascella e trapassato l’occhio destro, penetrò nel cervello causandogli una frattura del cranio: ricevette l’Estrema unzione e mori due ore dopo. Per fortuna nessun discepolo fu colpito: fu un vero miracolo, che lo si attribuì a S. Giuseppe, Patrono della casa; ma il professore era rimasto vittima della sua dedizione. – «Et nobis debemus pro fratribus animam ponere». Gv 3,16.
Professione: 1 ottobre 1893
Ordinazione sacerdotale: 22 settembre 1900
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |
P. Salvatore,
O Padre Gaudè é o quarto padre da direita para a esquerda?
Si. è il quarto da destra verso sinistra.