6 febbraio
EFFEMERIDI C.Ss.R. = * 1758. Sant’Alfonso pubblica il trattato sul primato del Romano Pontefice contro Febronio.
* 1758. Sant’Alfonso pubblica il trattato sul primato del Romano Pontefice contro Febronio.
Tra i dottori regalisti si distingueva nella seconda metà del XVIII secolo, un tedesco, Nicolas de Hontheim, suffraganeo dell’arcivescovo elettore di Treviri. Uomo di talento e di cultura, egli pubblicò nel 1764 sotto lo pseudonimo di Justinus Febronius, un’opera intitolata: “Della costituzione della Chiesa e del potere legittimo del romano Pontefice”, nel quale attaccava il papa e la sua autorità.
Alfonso decise di difendere le prerogative del papa in un libro “La supremazia del romano Pontefice”. Viste le disposizioni della corte di Napoli, stampare questo libro antiregalista era come esporsi a firmare la condanna a morte della Congregazione.
Alfonso prevedeva perfettamente la grave minaccia del pericolo, ma continuò nel suo disegno intrepidamente, perché secondo l’energica espressione da lui usata in un’altra circostanza, “Per difendere il papa, bisogna anche saper morire”.
Su ciascuna questione, Alfonso confonde l’eretico, spiegando il senso tradizionale dei testi usati dal suo avversario. Più di seicento citazioni tratte dai Padri, dai Concili, dai santi Dottori venivano alternatamente esposte a favore delle prerogative papali e a demolire le perfide argomentazioni di Febronio.
Alfonso vedeva fin troppo bene le terribili conseguenze dell’eresia che montava contro l’autorità papale.
Subito Giuseppe II, in Austria, si fece portabandiera del febronianesimo. In Francia questa dottrina modellò la Costituzione civile del clero chi condusse i sacerdoti e i fedeli all’apostasia o al martirio.
Ma veniva il tempo in cui Dio avrebbe messo fine a questo delirio. Nel 1870 si tenne il Concilio Vaticano. In questo Concilio, davanti a 800 vescovi, venne trattata la grande questione sul potere sovrano e l’infallibilità del successore di Pietro, negata apertamente da due secoli e coraggiosamente difeso per venti anni da Sant’Alfonso.
Un figlio del santo dottore, il P. Jules Jacques, riunì allora in un volume dal titolo “Il Papa e il Concilio”, i diversi scritti di sant’Alfonso, pubblicati dal 1748 al 1768. Pio IX ne ebbe grande gioia e dichiarò “molto utile e molto opportuna questa pubblicazione che raccoglieva in un sol volume le diverse opere del dottissimo e santissimo Alfonso de Liguori relative al Romano Pontefice ed al Concilio”.
Un’anno dopo la proclamazione dell’infallibilità del Papa come dogma di fede, Pio IX proclamava Alfonso de liguori Dottore della chiesa. Tra i suoi scritti egli segnalava quelli che avevano il merito “di aver messo in luce e difeso con grande energia la dottrina e l’infallibilità del romano Pontefice insegnando “ex cathedra” la dottrina oggi definita come dogma.
Padre Berthe, Vita di Sant’alfonso II, 242.
IN MEMORIAM
P. Sébastien Heberlé. Bischemberg 1862.
Il P. Heberlé nacque nella diocesi di Augsburg il 10 gennaio 1781. Discepolo di san Clemente e del venerabile P. Passerat, il P. Heberlé fu un missionario possente detto Magnus malleus (il grande martello). Era un religioso pio e di una severità estrema verso se stesso.
Carico di infermità per lunghi anni, non cessava di pregare notte e giorno, temendo i giusti giudizi di Dio. Morì in pace, gli occhi fissi sull’immagine della Santa Vergine, che invocò fino all’ultimo momento con la tenerezza di un bambino.
Su ordine del Rev .P. Smetana egli aveva scritto le memorie, davvero interessanti, del soggiorno dei nostri Padri dal 1806 al 1847 a Babenhausen, Coire, Viège e Fribourg. – Ego autem libentissime impendam et superimpendar ipse pro animabus vestris “ 2 Cor. 12, 15.
Professione: 25 novembre 1812.
Ordinazione sacerdotale: 4 luglio 1813.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |