5 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * L’abnegazione e l’amore alla Croce in S. Alfonso.
* L’abnegazione e l’amore alla Croce in S. Alfonso.
Nella vita del nostro Padre S. Alfonso è eccezionale lo spirito di abnegazione e il costante oblio di sé.
Visse solo per Gesù Cristo e per le anime. Bisognerebbe segnalare i particolari della vita, perché in ciascun di essi si constata come nelle azioni, gesti, imprese, mai egli si ispirava ad una motivazione personale, ma aveva unicamente in vista sempre la gloria di Gesù Cristo e la salvezza delle anime.
In tutta verità, egli potrebbe dire con san Paolo: « La mia vita è Gesù Cristo», perché Gesù Cristo era l’oggetto dei pensieri, dell’amore e delle azioni; era il respiro e la vita della sua vita.
Questo amore per Gesù e per le anime condusse S. Alfonso fino al sacrificio. Lasciò tutto per essere di Dio e del prossimo; consacrerà ogni istante, risorsa, talenti e forze fino alla morte per la Redenzione. Innamorato di Gesù Crocifisso, volle essere crocifisso col suo divin Maestro; e in lui tutto sarà crocifisso: volontà, giudizio, cuore e corpo.
La vita di S. Alfonso fu dunque un continuo martirio. Amico appassionato della croce di Gesù Cristo per la propria santificazione, volle anche la croce come grande mezzo di Redenzione. Il vero missionario per lui è colui che, ispirandosi solo allo spirito della croce, è pronto ad ogni sacrificio per la salvezza di una sola anima e si compiace di condividere costantemente i disprezzi e gli obbrobri del Salvatore.
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IN MEMORIAM
P. Paul Bontout. Nancy, 1902.
Il Padre Bontout, nato a Nancy il 21 aprile 1857, studiò nel seminario minore di Pontà- Mousson, e nel seminario maggiore della sua città natale.
Un ritiro predicato al seminario dal P. George lo fece decidere ad entrare nella Congregazione. Aveva ventidue anni.
Durante i quindici anni della vita di missionario fu un infaticabile apostolo. Seppe attirare i cuori, anche i più ribelli, con la dolcezza, l’amabilità, la bontà. Numerose sono le missioni e i ritiri spirituali che ha predicato in tutta la Francia, specialmente nel Nord e nella Lorraine. Numerose anche le anime di cui fu consigliere, amico, benefattore, padre spirituale ed essi conservano ancora la memoria per sua la direzione prudente e al tempo stesso paterna.
Ebbe il dono del discernimento verso i giovani che si rivolgevano a lui, svelando le segrete aspirazioni alla via a cui Dio li chiamava.
Così un buon numero di giovani è diventato, grazie agli illuminati consigli del loro direttore, buoni ed appassionati missionari, sacerdoti zelanti, coraggiosi soldati, valorosi e solidi cristiani. Lo chiamavano familiarmente ed a buon diritto il Padre «tutto buono» e mai dimenticaroo il bene che fece loro nel breve tempo che l’hanno conosciuto.
Questo zelo per la formazione della gioventù lo spinse, mentre era Superiore della comunità di Houdemont, a costruire, in gran parte a sue spese, un aspirantato, per il reclutamento di ragazzi che si indirizzavano alla vita apostolica.
Fu la opera sua prediletta ed il più grande dispiacere della vita gli venne dagli avvenimenti [persecutori] del 1903 che frantumarono le grandi speranze che legittimamente poteva aspettare da un’istituzione realizzata a prezzo di tanti sacrifici.
Durante una missione di quaresima a Saint-Dié, lo assalì una malattia per non lasciarlo più. Ha lasciato il ricordo di un Redentorista di grande abnegazione, dedito alle anime ed alla famiglia religiosa: la Congregazione.
-«Mansueti haereditabunt terram et delectabuntur in multitudine pacis». Sal. 36.
Professione: 24 settembre 1880.
Ordinazione sacerdotale: 19 marzo 1884.
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P. Arthur Delabarre. Arrabloy (Loiret), 1909
Il P. Delabarre nacque a Meaux, il 17 luglio 1854. Fu dapprima chierico impiegato notaio. Durante la guerra del 1870, malgrado la giovane età, si arruolò tra i volontari della Marche e prese parte con essi alla difesa di Parigi. In seguito abbandonò il suo battaglione, poiché era passato ai Federati del Comune, e rientrò in famiglia.
A diciannove anni ad un Padre Redentorista si rivolse per la direzione della coscienza. Questi, vedendo nel giovane, da lui diretto, un’anima di apostolo, gli consigliò di dedicarsi all’opera delle missioni.
Quindici giorni dopo l’ordinazione sacerdotale, in seguito ai decreti di espulsione del 1880, fu mandato in Olanda, ma presto ritornò ad esercitare il suo zelo in Francia.
Il P. Delabarre apparteneva alla razza dei valorosi ed aveva un ardore che niente fermava: né il rispetto umano, né il timore di oltrepassare il limite, né la preoccupazione della vita. Si faceva notare soprattutto per la grande energia, la bella intelligenza, la puntualità e l’oblio di sé.
Scriveva suo ultimo superiore, qualche tempo prima della morte: «Amo meglio morire sul campo di battaglia piuttosto che in mezzo alle tisane». Dio l’esaudì ed il male spietato di cui soffriva, l’abbatté in piena missione.
Avvenne ad Arrabloy, mentre andava in chiesa alle sette del mattino per ascoltare le ultime confessioni, alla vigilia della chiusura della missione. Lo si vide vacillare, stendere le braccia ed accasciarsi come un masso. La fronte urtò al suolo con tale violenza che ne restò insanguinata. Fu rialzato, ma ogni cura fu inutile: era partito per la eternità.
Fino all’ultimo minuto aveva dedicato le poche forze che gli restavano alla salvezza delle anime. La morte improvvisa riportò a Dio numerose anime che la sua parola aveva scosso. Non si resiste a chi muore per te.
Il Padre Delabarre fu seppellito a Meaux nella tomba di famiglia. – «Et nos debemus pro fratribus animam ponere». 1Gv 3-16.
Professione: 8 dicembre 1873.
Ordinazione sacerdotale: 13 giugno 1880.
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Fr. Vitus, (Jean-Pierre Schneider). Santiago, 1923.
Jean-Pierre nacque a Varsberg, nella Lorraine annessa, il giorno 11 aprile 1844. Giovanissimo, perse il papà. Sua madre gli fece studiare il latino per sei mesi presso il curato della parrocchia.
Jean se ne andò a Parigi da suo fratello, divenne cocchiere e poi ritornò da sua madre. Egli pensava al matrimonio, ma Dio ribaltò i suoi progetti e lo condusse pian piano al convento di Téterchen.
I superiori, testimoni del suo zelo, lo destinarono all’Ecuador. JeanPierre fu uno dei primi Fratelli che si imbarcarono per l’America insieme ai Padri Mergès ed Alphonse Paris. Trascorse cinquantadue anni di vita religiosa a Cuenca insieme al caro Fratello Victor, esercitando gli incarichi di cuoco e di giardiniere.
La Domenica era per lui un giorno di preghiera e di consolazione. La trascorreva quasi interamente in chiesa, recitando numerosi rosari. Si alzava ogni giorno alle quattro, esercitava l’ufficio di svegliatore e trascorreva il resto del tempo in preghiere.
Nel dicembre 1923, fu colpito da un violento attacco cardiaco, ed il caro Fratello dopo avere ricevuto gli ultimi sacramenti, rese l’anima a Dio. Mancavano cinque mesi per celebrare le nozze di oro. – «Omnibus omnia factus sum». 1 Cor. 9-22. Professione: 1 maggio 1874.
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