5 aprile
EFFEMERIDI C.Ss.R = * Amore di S. Alfonso per i suoi Confratelli e per la Congregazione.
* Amore di S. Alfonso per i suoi Confratelli e per la Congregazione.
Per descrivere completamente lo zelo del S. Alfonso, bisognerebbe raccontare tutta la sua vita, perché fu dedicata solamente alla gloria di Dio ed alla salvezza delle anime. Con la parola e con la penna, con la preghiera e con il sacrificio, S. Alfonso è sempre un apostolo.
La casa del vescovo di Sant’Agata era aperta a tutti quelli che non trovavano altro riparo. S. Alfonso meritava il titolo di “Padre dei Poveri”; faceva del bene a tutti, perché amava il suo prossimo in Dio di un amore generoso che si dimostrava sempre nelle sue opere.
Ma prima di tutti circondava della sua sollecitudine i membri della sua Congregazione, prendendo a cuore tutti i loro interessi e soprattutto la loro santificazione.
Scriveva: “Siatene persuasi, che ciascuno di voi è dopo Dio il mio unico amore su questa terra, e per ciascuno di voi da ora offro il mio sangue e la mia vita a Dio…. Siate certi che abbandono ogni occupazione quando si tratta di consolare uno dei miei fratelli e dei miei figli. È più importante per me venire in aiuto ad uno dei miei figli che fare ogni altro bene: perché, nel mio incarico Dio prima di tutto chiede da me questo bene a tutti gli altri”.
Tutta la sua vita ben prova del resto che la sua famiglia religiosa era quaggiù il primo oggetto delle sue preoccupazioni. Impiegava ogni mezzo per eccitarla al fervore ed a farla avanzare ogni giorno nella via dell’amore divino. Sapeva agire con forza e licenziare quelli che, per la loro tepidezza ed i loro cattivi esempi, potevano nuocere al bene dell’istituto; ma spesso anche attraverso le sue preghiere, la sua bontà e la sua accondiscendenza, riusciva a riportare al fervore alcune anime deboli e negligenti che egli salvò, assicurando la loro perseveranza nella Congregazione.
Era, in una parola, l’immagine perfetta del divin Redentore che, lavorando e soffrendo per il mondo intero, dava tuttavia ai suoi Apostoli le prime testimonianze della sua dedizione e della sua tenerezza.
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IN MEMORIAM
P. Louis Vezole. Lille, 1890.
Il P. Vezole nacque a Saint-Sernin nella diocesi di Saint-Flour, il 30 ottobre 1856, da una famiglia molto cristiana. Egli fece gli studi ai seminari di questa diocesi e fu là che si operò una trasformazione completa nelle sue idee, nelle sue inspirazioni e in tutta la sua condotta.
Il libro delle Visite al SS. Sacramento di S. Alfonso fu il primo libro di pietà che la Provvidenza gli mise in mano. Da allora egli pensò alla vita religiosa e alla salvezza delle anime nelle missioni estere.
Il trattato della grazia gli fece comprendere che se tante anime si perdono, è colpa del missionario. Il desiderio di dedicarsi alla loro salvezza diventò più ardente in lui. Ordinato sacerdote, durante un ritiro ecclesiale fece la conoscenza del P. Desurmont. Gli comunicò il suo desiderio di darsi a Dio; il P. Redentorista lo confermò nei suoi desideri di vita religiosa ed il Padre Vezole si diresse verso il noviziato di Stratum (Olanda) dove emise i suoi voti religiosi.
Durante gli ultimi anni della sua vita, il P. Vezole fu afflitto dal sentimento della sua indegnità personale che gli causò una debolezza molto grande nelle sue facoltà mentali. Nel 1887 i Superiori furono obbligati ad affidarlo alla casa di cura dei Fratelli di S. Giovanni di Dio a Lommelet (Nord). Il suo delirio aveva un carattere “professionale”, riflettendo l’ambiente in cui aveva vissuto, le sue idee abituali e la sua mentalità di sacerdote e di religioso. Il P. Vezole morì improvvisamente per una sincope. – Memor esto mei.
Professione: 9 novembre 1885.
Ordinazione sacerdotale: 20 dicembre 1879.
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P. Charles Cabirol. Argentan, 1896.
Nato il 19 settembre 1832 a Rurange nella diocesi di Metz, il P. Cabirol entrò, già prete, nella Congregazione. La sua salute fortemente scossa l’obbligò a lasciare il noviziato. Vi rtornò sei anni dopo.
Assegnato come missionario alla casa di Avon, diede di numerose missioni in Normandia ed in Bretagna, dove lasciò un ricordo imperituro.
Il suo tratto era dolce e piacevole. Soffrendo di una malattia di cuore, non lasciò la sua stanza durante l’ultimo anno della sua vita. Impedito da piaghe suppurate alle gambe, che per lui furono un lungo e crudele martirio, morì in una grande pace nella sera di Pasqua, portando con sé il dispiacere di tutta la città di Argentan, dove era apprezzato ed amato. – In fide e lenitate ipsius, sanctum fecit illum.” Eccli, 45-4.
Professione: 6 gennaio 1862.
Ordinazione sacerdotale: 14 agosto 1859.
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Fr. André (François Bonnefoy). 1915. Novizio.
Ucciso durante la guerra de 1914, a Èparges (Mosa).
Fratello André, novizio ad Attert, finiva il suo servizio militare a Sedan quando esplose la guerra del 1914.
Pieno di fiducia in Dio, partì con l’animo risoluto a sacrificarsi per la Francia. Lo si vide alle prime battaglie e fu ferito gravemente a Beaumont; una palla gli attraversò la mascella superiore, trapassò la sua lingua e ruppe la mascella inferiore.
Dopo le prime cure che gli furono prodigate, finì per arrivare nella clinica dell’istituzione nazionale dei sordomuti di Bordeaux, tenuta dalle suore di Carità di Nevers. Niente fu risparmiato per guarirlo. In quella clinica il caro Fratello esercitò l’apostolato: le sue parole e più ancora il suo esempio esercitarono una salutare influenza sui numerosi feriti che lo circondavano, i quali l’ammiravano e l’amavano.
André partì di nuovo per il fronte e fu ucciso a Éparges (Mosa). – Fratello André aveva una bella anima e il suo viso e i suoi occhi così puri ne portavano il riflesso. – “Et nos debemus pro fratribus animas ponere.” 1Gv, 3-16.
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Altri confratelli morti in questo giorno = P. Louis Lenglart. Uvrier, 1926. – Fr. Louis (Diebold). Bischenberg, 1926.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |