Memoriale 4 ottobre

4 ottobre
EFFEMERIDI C.Ss.R = * Fratello, vuoi diventare santo?

* Fratello, vuoi diventare santo?

Fin dalla fondazione della Congregazione, il nostro S. Alfonso aveva la ferma volontà che tutti i suoi congregati diventassero santi.
Senza dubbio, aveva a cuore ardentemente l’incremento degli operai evangelici, ma innanzitutto voleva veri imitatori di Gesù, il primo predicatore del vangelo.
«Quando entrai nella Congregazione, disse un giorno Fratello Gennaro Rendina, il nostro Padre Alfonso mi rivolse queste parole: “Fratello, vuoi tu diventare santo? Se sì, sii il benvenuto; se no, torna là da dove vieni”.
E aggiungeva: “Quando più tardi andavo a lamentarmi da lui per le pene o le sofferenze, non mancava di rispondermi: “Ah! Fratello mio, dunque non vuoi diventare santo?”

Questo pensiero di Alfonso diventò il pensiero-guida del noviziato. L’imitazione di Nostro Signore, primo scopo dell’istituto, doveva essere l’obiettivo del novizio. Per raggiungere questo scopo, S. Alfonso stabilì che le dodici virtù sulle quali si basavano le Regole, sarebbero state oggetto principale delle meditazioni, conferenze, esami, e pie pratiche di ogni mese.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, I, p. 171.

S. Alfonso esigeva dai suoi congregati una chiara volontà sulla via della santità, come dimostrano le sue numerose lettere. – Una interessante pubblicazione lo conferma: “Cammino verso la santità” secondo l’epistolario di S. Alfonso di Vincenzo Di Nardi.

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IN MEMORIAM 

P. Joseph Puz. 1842, Slesia.
Il Padre Puz può essere annoverato tra i più ferventi discepoli di San Clemente. Nacque a Vienna il 18 gennaio 1793. Dopo aver conosciuto il Servo di Dio, gli dimostrò un affetto quasi filiale.
Prima di entrare nella Congregazione, già conduceva una vita austera e penitente: discipline, rigorosi digiuni, vigilie erano per lui pratiche abituali. Il pensiero della santità che il sacerdozio esigeva e le relative responsabilità che comportava, ne ispirava un distacco quasi insormontabile.
Studiò teologia su ordine di S. Clemente ed entrò nella Congregazione. Il Padre Puz esercitò quasi costantemente l’incarico di ministro: rilevante particolarmente era l’attività e la dedizione per il bene delle comunità.

Operaio infaticabile, era in confessionale fin dalle cinque del mattino fino ad un’ora avanzata della notte. Grazie al talento meraviglioso che aveva nel fare il catechismo, operò molto bene tra la povera gente della campagna con questo genere di ministero, tanto che non avrebbe potuto fare meglio con le prediche più belle.

Alcune infermità l’obbligarono al riposo in un stabilimento di idroterapia in Slesia. Tuttavia, ebbe l’opportunità, prima di morire, di introdurre la devozione al Sacro Cuore nella parrocchia di Lindewiesse. La grande carità l’ha reso popolare, e la memoria è restata in benedizione nelle case dove soggiornò. – Qui sunt Christi, carnem suam crucifixerunt. Gal. 5, 24.

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Il Servo di Dio Francesco-Xavier Seelos. New Orléans, 1867.
[oggi è beato]

Francesco-Xavier Seelos nacque l’11 gennaio 1819 a Friessen, nella diocesi di Augsbourg, in Baviera.
L’ubbidienza e la deferenza per i genitori, la continua sollecitudine per la preghiera, l’amore della croce ed una generosa carità per il prossimo, unita ad una sincera allegria, lo distinse in modo eccezionale fin dalla tenera età.
Perciò tutti prevedevano che sarebbe diventato un santo. Si racconta, difatti che ancora giovane, si affidò alla protezione di San Francesco Saverio; e, poiché un giorno la mamma gli chiese quale genere di vita avrebbe voluto abbracciare, rispose: «Sarò un altro Francesco».

Un sacerdote gli insegnò i primi elementi di latino. La scelta era fatta: si recò nel Nord America, dove fu ammesso nella Congregazione dal P. De Held. Baltimora fu il luogo del noviziato.
Dopo i voti e l’ordinazione sacerdotale, soggiornò a Pittsbourg, dove trovò come direttore il Venerabile Giovanni Neumann; sotto la sua guida, lo si vide associare meravigliosamente i lavori apostolici alla pietà e l’osservanza regolare.
I superiori gli affidarono l’incarico di Maestro dei novizi, di Prefetto degli Studenti e di Rettore.
Mentre si impegnava in questi impieghi, era così assiduo a sentire le confessioni, che lo si sarebbe detto interamente ed unicamente occupato a questo ministero.
Restava in confessionale finché non contentava la folla che lo circondava, senza mostrare né noia, né stanchezza, sempre sorridente, come uscisse uscito da un tempo di riposo e tranquillità.

A questi lavori aggiungeva ancora numerose prediche al pubblico; esponeva e spiegava ai fanciulli gli insegnamenti della fede, visitava i malati, i moribondi e non li lasciava fino a quando non li vedeva in grazia di Dio.
Ebbe a soffrire una lunga e pericolosa malattia che sopportò con eroica pazienza. Ne guarì; non per le cure dei medici ma per il soccorso del cielo. Per timore di una ricaduta moderò il suo ardore. Ubbidì; ma pregò talmente che per un’ispirazione di Dio, i superiori gli aprirono di nuovo il campo delle missioni.
Francesco, a questa notizia, fu al colmo della felicità, perché era molto felice quando gli erano proposti nuovi lavori per la gloria di Dio e la salvezza delle anime.
Le circostanze gli permisero allora di viaggiare di provincia in provincia, istruendo il popolo, ascoltando le confessioni anche di notte, e prendendosi cura in modo particolare dei sacerdoti.
Eletto Rettore a New Orleans, fu circondato da un gran numero di persone che volevano onorarlo, dopo  aver appreso la fama della sua santità.
Non era trascorso un anno che lo colpì la febbre gialla. Il servo di Dio si addormentò placidamente nel Signore. Fu veramente emulo di San Francesco Saverio, suo glorioso protettore. Tutti furono unanimi nell’affermarlo.  -«Pretiosa in conspectu Domini, mors sanctorum ejus» Sal 115.
Professione 16 maggio 1844.
Ordinazione sacerdotale: 22 dicembre 1844.

P. Francesco Saverio Seelos, antico e nuovo, in un collage di immagini:  è stato proclamato Beato dal Papa Giovanni Paolo II il 9 aprile 2000 e la sua festa è stata fissata al 5 ottobre.

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P. Fidèle Gaillard. Glimes, 1913.
Il P. Fidèle, così era chiamato, nacque a Marcoing, (Nord), il 13 marzo 1839, da poveri genitori, ma ottimi cristiani. I primi anni furono anni di sofferenze a causa della debolezza della salute.
Entrato nel Seminario minore di Cambrai, conobbe un Padre Redentorista che predicava il ritiro annuale agli alunni. La conoscenza di questi religiosi che venivano ogni anno in Seminario, l’impressionò vivamente. Diceva a se stesso: “Devono essere santi questi religiosi che pregano tanto e predicano così bene!”

Padre  Fidèle prese la risoluzione di farsi religioso Redentorista leggendo, dopo un ritiro, l’introduzione delle Visite al Santissimo Sacramento di S. Alfonso. La circostanza vissuta, nel lasciare i genitori, somigliò un poco a quella che accadde quando sant’Alfonso dovette lasciare suo padre.
Fece il noviziato a Saint-Nicolas-du-Port e nel 1864 fu ordinato sacerdote nella casa dello Studendato francese, allora a Téterchen.

A dire di tutti, il Padre Fidèle fu un religioso modello che visse senza fare molto clamore, ma non senza fare molto bene. Amico appassionato dell’osservanza regolare, faceva grande attenzione alle più piccole regole, e, fino alla fine, fu esempio di perfetta esattezza.
La pietà era solida e per niente superficiale: pregava molto. Era lontano dall’essere un fulmine di eloquenza, tuttavia le prediche erano solide e composte secondo le regole di S. Alfonso.
Dotato di giudizio retto e sicuro, possedeva la teologia morale e l’ascetica, scienza poco comune. Era molto apprezzato come confessore e direttore spirituale.

Raggiunto da un attacco cardiaco e da frequenti reumatismi, si domandava con ansietà, salendo sul pulpito, se ne sarebbe sceso vivo.
Alle espulsioni del 1903 il P. Fidèle fu assegnato alla casa del noviziato a Glimes. Là predicò molto, poi per quattro anni esercitò l’incarico di cappellano presso i Fratelli de Saint Jean de Dieu à Leuze.
Di ritorno a Glimes, rientrando un giorno dal pellegrinaggio al santuario della Madonna del Perpetuo Soccorso nella parrocchia di Opprebais, fu colpito da apoplessia e morì l’indomani. I superiori hanno detto del P. Fidèle Gaillard: «Era una regola vivente».
 – «Qui hanc regulam secuti fuerint, pax super illos et misericordia». Gal. 6, 16.
Professione:21 novembre 1862.
Ordinazione sacerdotale:11 agosto 1864.

La Comunità di Contamine-sur-Arve nel 1888: tra i Padri c’è anche il P. Fidèle Gaillard. – I Padri sono: Roche, Deman, Metzger, Moulard, Montaigne, Tournaire, Cessieux, Trentesaux, Claude, Cabuis, Desbrus, Vigneron, Haugr, Culaud, Lasilier, Schwab, Guignard, Riblier, Lautier, Meyer, Gaillard, Rey, Herbette, Mauron, Deleflie, Kanengiersser, Allel, God (foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
RACCOGLIMENTO = 4 ottobre
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