30 maggio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1820. Il Ven. P. Passerat successore di S. Clemente.
1820. Il Ven. P. Passerat successore di S. Clemente,
come secondo Vicario generale.
Prima di morire S. Clemente lo aveva detto: «Gli affari della Congregazione non si risolveranno prima della mia morte; ma abbiate fiducia e perseverate; appena avrò chiuso gli occhi avrete case e fondazioni in abbondanza. Aveva anche detto: Abbiate pazienza e non vi avvilite per avere un maestro così imperfetto come me; presto sarò sostituito; il mio successore sarà il P. Passerat, e questi, figli miei, vi farà pregare».
Prima della morte gli si domandò quale dei suoi discepoli avrebbe voluto come successore, rispose: «Fate venire il grande orante dalla Svizzera».
E quindici giorni dopo la morte di S. Clemente, l’imperatore Francesco I, con decreto del 30 aprile, permette l’erezione di una casa di Redentoristi a Vienna. Un mese dopo il Rev.mo P. Mansione, Rettore maggiore, il 30 maggio 1820 nomina il P. Passerat Vicario generale delle province Transalpine: si realizzavano le due profezie di S. Clemente.
Il Ven. P. Passerat, prima di lasciare i confratelli della comunità di Valsainte, raccomandò loro l’osservanza regolare, il fedele esercizio dei rispettivi incarichi, la confidenza in Dio, e si inerpicò, solo e a piedi, per le montagne della Valsainte fino a Vienna. Arrivò il giorno 8 ottobre 1820. A sera, durante la meditazione, la comunità vide entrare il P. Passerat, tutti compresero che era il grande servo di Dio, l’uomo santo di cui S. Clemente Maria aveva loro parlato tante volte, e di cui diceva loro: «Figli miei, chiamerò per condurvi un grande Francese che viene dalla Svizzera: Se con lui non diverrete santi, giammai lo sarete, perché lui è santo, e voglia Dio che giungiate un giorno a saper pregare come lui!».
S. Clemente aveva portato da Roma il testo della Regola, con le tradizioni orali senza le Costituzioni, il P. Passerat inviò subito a Napoli un padre per ottenere una copia autentica delle Costituzioni. Egli così poté dedicarsi, al di là delle Alpi, alla santificazione dei confratelli e alla diffusione della Congregazione nel mondo intero per 28 anni.
Vie du R. P. Passerat, par R.P. Desurmont, passim.
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1904. Congregazione preparatoria relativa all’esame dei miracoli proposti per la canonizzazione del Beato Gerardo Maiella.
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IN MEMORIAM
P. Alfonso Godard. Dongen,1887.
Il Padre Godard è nato il 18 maggio 1862 a Dôle, diocesi di Sant-Claude. Il P. Godard due anni dopo la professione religiosa, che per lui furono due anni di sofferenza, rese la sua bella anima a Dio. Diceva: «Ho poche cose da offrire alla Congregazione, almeno le offro le mie sofferenze, anche se ho da rimanere più a lungo in Purgatorio». – «Pregate non perché cessino le mie sofferenze, ma perché abbia la forza di sopportarle».
Veramente il P. Godard fece la morte di un santo, durante il mese di Maria, come aveva domandato alla SS.ma Vergine. – «Cum Christo confixus sum cruci». Gal 2,19.
Professione: 15 ottobre 1885.
Ordinazione sacerdotale: 19 giugno 1886.
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Fr. Thadée (Dominique Krust). Uvrier, 1889.
Il caro fratello Thadée nacque il 3 febbraio ad Aspach-le-Haut, diocesi di Strasburgo. Secondo il parere dei suoi direttori, trascorse tutta la vita quasi in unione attuale con Dio, il Sacro Cuore e la SS.ma Vergine. Aveva iniziato come corista, ma preferì abbracciare la vita tanto meritoria del fratello laico.
Era innanzitutto uomo di preghiera, perfettamente sottomesso ai superiori. Il suo cuore era talmente pieno di amore per Gesù e Maria che non cessava di testimoniarlo esternamente e quasi in ogni istante. A Uvrier esercitava la funzione di infermiere, con la bontà di una madre e una pregevole dedizione. Questa dedizione scaturiva da una fede robusta e fu il tratto caratteristico della sua vita religiosa.
La sua morte fu santa e preziosa. Era fratello minore del P. Alexandre Krust, morto a Dunkerque. – «Justus autem ex fide vivit». Eb 2,4.
Professione: 17 marzo 1882.
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P. Albéric de la Gorce. Glimes, 1926.
Albéric nacque il 17 gennaio 1847 in Avesnes-sur-Helpe (Nord) da una delle migliori famiglie dell’antica nobiltà del Hainaut. La famiglia de la Gorce annovera fra i suoi membri avvocati, e letterati. Uno di essi, cugino di Albéric, Pierre de la Gorce, membro dell’Accademia di Francia, è diventato famoso per le sue importanti e bellissime opere storiche.
Il giovane Albéric venne a Parigi per compiere gli studi di diritto. Divenuto avvocato, frequentò l’alta società. I successi di avvocato gli procurarono lusinghieri complimenti. Un grande sacrificio, offerto allora a Dio, gli diede la sua ricompensa. Entrò nel seminario maggiore di Cambrai e fu ordinato sacerdote. Dopo aver esercitato il ministero parrocchiale come vicario a Saint-André de Lille, progettò di abbracciare la vita religiosa. Un anno dopo entrò nella Congregazione: era il gennaio del 1875.
– Come missionario. Il P. Albéric era dotato di una simpatica voce, sebbene debole. Non fu il missionario dai grandi slanci oratori e dalle folle traboccanti, sicuramente fu il missionario soprannaturale, semplice e popolare, molto apprezzato per la fede profonda che animava la sua parola e, senza dubbio, anche per la bella dizione dal tono naturalmente distinto, amabile, con il quale trattava dal pulpito le sante verità anche le meno adatte a lusingare l’orecchio degli ascoltatori. Soffriva di una malattia della gola assai pronunciata e persistente, ma seppe sopportare il male con pazienza e unire così l’apostolato della sofferenza all’azione.
– Come religioso. Ciò che si ammirava in lui era una pietà più che ordinaria. Malgrado le penose infermità che sopportò durante gli ultimi quindici anni della vita nella casa del noviziato a Glimes, il Padre de la Gorce fu sempre non solo il fedele osservante della Regola, ma ancora un modello di virtù che lo rese vero e santo religioso.
L’obbedienza era esemplare; aveva per i superiori un profondo rispetto, domandava loro con esattezza i minimi permessi, li teneva al corrente degli affari della coscienza. Nella condotta con i confratelli brillava per una serenità sopranaturale, considerevole ancora per il distinto tono di voce e le maniere che aveva dalla sua nascita e dalla educazione.
Di una pazienza ammirabile in mezzo alle prove inerenti allo stato di malattia e all’età, il padre Albéric le nascondeva a se stesso per mostrare a tutti un viso sereno e si occupava ancora, quando ne era capace, di rendere qualche servizio. Celebrò il cinquantesimo anniversario dell’ordinazione sacerdotale.
Dovevano ancora passare due anni prima che andasse al cielo per ricevere la ricompensa della fedeltà alla sua vocazione redentorista. – «In fide et lenitate ispsius, sanctum fecit illum». Eccli.45,4.
Professione: 2 febbraio 1877.
Ordinazione sacerdotale: 29 giugno 1874.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |