Memoriale 3 Settembre

3 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1764. Capitolo generale tenuto a Pagani.

1764. Capitolo generale tenuto a Pagani.

In questo tempo il P. Villani proponeva al santo Fondatore di convocare un Capitolo generale per porre definitivamente mano alle Costituzioni.
Si trattava, infatti, di assicurare l’avvenire dell’Istituto, determinando con le Costituzioni ufficialmente accettate e promulgate, i dettagli della vita interna dei religiosi, l’esatta struttura delle missioni ed i diversi ruoli del governo.
La Congregazione era desiderosa che sant’Alfonso fosse presente al Capitolo, allora vescovo, e non meno lo era lo zelante santo Fondatore di parteciparvi.
Prima del suo episcopato aveva sempre presieduto tutte le assemblee. Tuttavia, anche se non amava e aveva impedito finché lo aveva potuto questo genere di assemblea, affermava riguardo di questa circostanza: «Chi, fuori dal Capitolo non sa cosa dire e non merita di essere ascoltato, durante la seduta del Capitolo diventa un altro Salomone, e con una pallina nera [il suo voto] può ingarbugliare mezzo mondo».
Questo Capitolo era costituito da uomini eminenti in numero di venti. Sant’Alfonso lo presiedeva. La maggior parte dei Capitolari della Congregazione erano anziani che avevano reso grandi servizi come missionari e come superiori. Tutti osservavano da molto tempo queste Costituzioni che ora si trattava di approvare e di confermare.
Il Capitolo, innanzitutto, riconobbe all’unanimità come vero e legittimo Rettore Maggiore della Congregazione, l’illustrissimo e Reverendissimo Signor don Alfonso de Liguori, vescovo di Santa Agata dei Goti, e ciò in virtù del Breve pontificio emanato dal papa Clemente XIII gloriosamente regnante: Breve con il quale Sua Santità si compiaceva di continuare a dare ad Alfonso de Liguori l’incarico di Rettore Maggiore, anche durante il suo episcopato.

I Capitolari rivisitarono per un’ultima volta le Costituzioni approvate da Benedetto XIV. Per ordine di sant’Alfonso, Tannoia ne aveva disposto gli articoli in modo da farne un continuo commento della Regola. In meno di sei settimane, l’assemblea ascoltò la lettura di un volume di cinquecento pagine, divise in millecinquecento o milleseicento paragrafi. Tutti firmarono gli atti del Capitolo, in altri termini il libro delle Costituzioni.
Dice Tannoia: «Così furono benedette le nostre antiche consuetudini ed approvate le nostre regole, con grande consolazione del nostro santo Fondatore e dei membri dell’assemblea».
VILLECOURT. Vita di Sant’Alfonso, II, p. 155.
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonso, II, p. 172-176.

Pagani, Stanza primitiva della biblioteca, ove si tenne il Capitolo.

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IN MEMORIAM 

P. Jean-Baptiste Schmitt. Landser, 1869.
Il P. Schmitt nacque a Pulvermülh (Lussemburgo) il 4 dicembre 1834, da onestissimi genitori. Fu favorito, dalla nascita, da segnalate grazie: per un miracolo evitò la morte.
La mamma abitualmente lo sistemava in una camera contigua ad un ruscello. Ma un giorno la mamma, per il pianto e l’ostinata resistenza, non lasciò il piccolo in quella camera. Alcune ore dopo, il ruscello si ingrossò per la portata di acqua e trascinò nella sua corsa la cameretta.
Da adolescente, il P. Schmitt contrasse il vaiolo, ed i medici lo dichiararono prossimo alla morte. La madre, piena di fede, si recò a Lussemburgo ad implorare la Madonna Consolatrice degli Afflitti; ritornò, sicura della guarigione del suo Jean-Pierre. Infatti, da quel momento, il bambino entrò in miglioramento.
Il P. Schmitt era di carattere bilioso, collerico, e Dio sa quanti sforzi faceva per correggersi. Il suo lavoro apostolico al di fuori del convento consisteva nel predicare delle conferenze alle religiose Benedettine di Ottmarsheim.
Morì all’età di trentaquattro anni. —«Consummatus in brevi, explevit tempora multa».  Sap. 4, 13.
Professione: 13 novembre 1858.
Ordinazione sacerdotale: 17 settembre 1863.

La Casa di Landser dove il P. Schmitt consumò la sua breve esistenza.(foto in AGHR).

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Fr. Raymond (Brañas). Porto-Rico 1890. Novizio.
Raymond Brañas nacque nel 1859 a Vierzo nella Spagna. Sentì la chiamata di Dio alla vita religiosa durante gli esercizi di una missione. Appena entrò nella Congregazione, i superiori gli affidarono l’incarico di cuoco, e più tardi lo destinarono alla fondazione di Porto Rico. Il caro Fratello vi soggiornò per quattro anni: il P. Desnoulet lo aveva assegnato nelle Antille per le sue grandi doti.
Era un Fratello di obbedienza cieca, si faceva tutto a tutti in ogni momento; impegnato di volta in volta in cucina o in giardino, aveva a cuore di santificare le sue azioni.
Può essere dato come modello ai nostri Fratelli laici, tanto per lo spirito religioso che per l’amore al lavoro.
Una febbre maligna lo assalì e con la più grande gioia ebbe la felicità di pronunciare i voti sul letto di morte il 3 settembre 1890. —«Memor esto mei». Tb. 3, 3.

Puerto Rico: una misera capanna di poveri nel 1920 (foto in AGHR).

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P. Paul-Armand Bunodière. Piura; 1928.
Il Padre Armand Bunodière nacque a Montilly, in Normandia, il 26 novembre 1873. All’età di quindici anni entrava nell’Aspirantato di Uvrier. Era il 1888.
Prima della fine del noviziato fu mandato in America dove pronunciò i voti religiosi. Appena ricevette la consacrazione sacerdotale, insegnò Sacra Scrittura per tre anni, e poi si dedicò al ministero apostolico a Cuenca.
Da missionario, il P. Bunodière fu un perfetto modello di zelo, carità, abnegazione e mortificazione; si dedicava assiduamente a Dio ed al prossimo.
Ebbe per quattro volte di seguito l’incarico di Rettore: Piura, Buga, Popayan e Piura furono successivamente testimoni delle sue grandi qualità intellettuali, morali e religiose.
Dio lo aveva già associato a portare la croce del Redentore, permettendo che avesse continue e insopportabili emicranie, ma il triennio di Piura fu per lui un insieme di sofferenze di ogni genere, per le grandi difficoltà che questa nuova fondazione presentava ogni giorno. Mostrò una pazienza ammirevole. Lottò per amore di Dio che lo provava, contro gli uomini che lo disprezzavano e soprattutto contro l’inferno che voleva annientare la sua opera.
Da Superiore, soprattutto aveva a cuore di mantenere nelle comunità l’osservanza regolare, e temperava le esigenze della vita religiosa manifestando ai confratelli una grande bontà; aveva un cuore di oro. Grazie alle ferventi preghiere a santa Teresa del Bambino Gesù per la quale ebbe una grande devozione per tutta la vita, sfuggì alla morte una prima volta. Guarito da questa malattia, volle riprendere il corso dei lavori apostolici, ma le sofferenze l’obbligarono a cessare ogni lavoro.
Durante gli ultimi giorni, e fino alla morte, la sua preghiera a Dio era per ottenere la conformità alla Sua volontà, e offriva la morte per le anime e per la Congregazione che tanto aveva amato. – «Euge serve bone et fidelis…, intra in gaudium Domini tui». Mt. 25, 21.
Professione.: 8 settembre 1892.
Ordinazione sacerdotale: 20 agosto 1899.

Una povera missione nelle vicinanze di Pira in Perù dove hanno svolto apostolato i Redentoristi (foto in AGHR).

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
MORTIFICAZIONE = 3 settembre
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