25 novembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * S. Gerardo riceve l’abito religioso.
* S. Gerardo riceve l’abito religioso.
La storia non dice il giorno esatto quando san Gerardo vestì l’abito del Santissimo Redentore; ma con ogni probabilità dovette essere sei o sette mesi dopo l’arrivo a Deliceto, cioè verso la fine di novembre del 1749.
Gerardo voleva diventare santo. «Dimenticatemi, vado a farmi santo!» Fuil suo addio lasciando il mondo; fu il testamento scritto su un biglietto lasciato sul tavolo.
In questa decisione poche sono le parole, ma la loro portata è ampia, e conduce lontano per le sue conseguenze!
Il fervente novizio si era prescritto queste regole di perfezione e da cui giammai si allontanò: «Avrò sempre presente alla mente e non perderò mai di vista la risoluzione che ho preso durante il ritiro di preparazione alla mia vestizione; cioè osservare i minimi dettagli della Regola, crescere sempre nella perfezione, praticare soprattutto il silenzio, la pazienza e l’unione con Dio. Se non l’osservo, ci sarà il castigo, e Dio me lo ha detto al cuore: sarò cacciato dalla Congregazione e per conseguenza dannato eternamente».
Grazie a questa forte risoluzione, Gerardo realizzò presto la perfezione di un novizio, e raggiunse anche un grado di virtù che i religiosi più anziani gli invidiavano.
DUUNOYER. Vie de S. Gérard, p. 81. [È una ricostruzione del pensiero spirituale del Santo: non sono parole letterali nel Regolamento del Santo].
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1785. S. Alfonso celebra la sua ultima messa.
In questo giorno S. Alfonso celebrò per l’ultima volta la santa messa nel convento di Nocera dei Pagani. Bisognerebbe bruciare dello stesso suo amore per comprendere la pena che provava al pensiero di questa terribile privazione.
Nel silenzio della sua povera cella, negli ultimi due anni, S Alfonso ci ha lasciato l’incantevole testimonianza di un uomo morto a se stesso che si immolava con Gesù Cristo e viveva solamente per il suo Dio.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, p. 573.
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1875. Congregazione generale alla presenza di Pio IX, sulla discussione dell’eroicità delle virtù del venerabile Clemente Maria Hofbauer.
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IN MEMORIAM
P. Nicolas Berchem (New Orleans) 1874.
Il P. Berchem nacque in Lussemburgo, il 5 maggio 1827. Manifestò l’ardente desiderio di dedicarsi alle missioni estere appena entrato nella Congregazione e dopo il sacerdozio.
Aspettando il momento indicato dalla Provvidenza, il P. Berchem predicò numerose missioni nella diocesi di Nancy. I suoi lavori apostolici non hanno nulla che possa far gridare al miracolo, tuttavia furono sempre straordinari per i continui consolanti risultati e per la stima procurata alla Comunità di Saint-Nicolas-du-Port.
Nel 1854 il Padre mostrò la sua eroicità al capezzale dei malati di colera, durante l’epidemia che imperversava nella diocesi di Nancy.
La natura sincera ed allegra del P. Berchem metteva un certo brio ovunque egli appariva. La gentile ed incorreggibile semplicità era una fortuna che moltiplicava la giovialità della vita di famiglia. Aveva nel suo comportamento qualcosa di militare che incuteva rispetto, senza togliere niente alla simpatia che il suo contatto sempre attirava.
A queste qualità si aggiungeva una fede robusta. Senza avere grandi talenti, questo eccellente confratello era nel numero di quelle anime che sono totalmente di Dio e di cui si deve dire: Sono potenti e dispongono mezzi straordinari per il bene.
I superiori, ricordando il grande desiderio del P. Berchem di dedicarsi alle missioni lontane, nel 1869 lo mandarono a New Orleans insieme al P. Assemaine. Là si dedicò ai lavori apostolici con un ardore straordinario fino a predicare parecchie volte al giorno.
Prediligeva soprattutto il ministero presso le povere persone, e ricercava i peccatori con lo zelo di un santo. Grazie alla sua energia ed alla sua perseveranza, riuscì a fare costruire una scuola per i negri.
La morte fu causata dal vaiolo, che contrasse nell’esercizio del ministero a favore delle anime. – «Quam bonus Israel Deus, his qui recto sunt corde». Sal. 72.
Professione: 19 aprile 1848.
Ordinazione sacerdotale: 21 maggio 1853.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |