23 novembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * 1776. Circolare del nostro Padre S. Alfonso ai membri della Congregazione.
* 1776. Circolare del nostro Padre S. Alfonso ai membri della Congregazione.
Nel mese di novembre 1776 S. Alfonso, addolorato per le persecuzioni che attraversava, raccomandò a tutti il fervore, soprattutto ai missionari.
Riflettiamo sulle sue parole che possono servirci come norma di condotta:
«Se custodiamo la nostra Regola, la Regola custodirà noi. Giammai un ambizioso produrrà frutto nelle anime, perché Dio non benedice l’orgoglio. Si deve andare in missione unicamente per ubbidire ai Superiori e per guadagnare anime a Gesù Cristo e non per predicare se stesso e per apparire.
È meglio rinunciare alle missioni che farle a scapito del proprio fervore e dell’edificazione del prossimo…
Se non si acquisisce il fervore per sé stesso, è impossibile comunicarlo agli altri…
Temo più i soggetti volontariamente imperfetti che le persecuzioni. Il Signore ne ha cacciato più di uno dalla Congregazione in poco tempo; coloro che sono simili a loro, temano di subire lo stesso castigo…
Si custodisca questa circolare e la si legga ogni anno nel mese di ottobre, prima della campagna delle missioni».
P. DUMORTIER. Correspondance générale. III, p. 150 et suiv.
_____________
IN MEMORIAM
Fr. Clément (Joseph Léon). Cuenca (Ecuador), 1901.
Fratello Clément fu il primo Fratello ecuadoriano morto in Congregazione. Nacque a Valle (diocesi di Cuenca), il 5 giugno 1859.
Entrato nella Congregazione, il Fratello si è dimostrato dovunque molto attento in tutte le circostanze e perfettamente riservato. Sebbene lento nei modi, compiva i doveri religiosi con la buona volontà che sempre lo caratterizzò. Edificò la Comunità di Cuenca con l’ubbidienza, la dolcezza, la pietà, e l’esercizio dell’ufficio di sagrestano.
Un’infermità gli occasionò accessi successivi di follia. Nei momenti di lucidità Fratello Clément non aveva parole che per la sua vocazione: «Oh la mia cara tonaca, esclamava, ti amo, voglio perseverare fino alla morte».
Prima di perdere completamente la ragione, il Fratello volle fare la sua confessione generale per guadagnare il Giubileo.
Vedendo l’inutilità di tutti i rimedi, il P. superiore fu obbligato a mandare il malato in una casa di cura a Guayaquil. Dovette essere trasportato a schiena di mulo; ma il secondo giorno del viaggio, ci si accorse che era morente. Il P. Brucher che l’accompagnava gli diede l’assoluzione; gli indios ed il Padre recitarono il rosario e la preghiera per la sepoltura e seppellirono il povero Fratello in un luogo solitario.
È il caso di ricordare le parole di S. Agostino: «La morte non è cattiva quando è stata preceduta da una buona vita». – Caro mea requiescet in spe. Sal. 15.
Professione 2 aprile 1893.
_______________________________
Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |