23 marzo
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1871. Decreto di S. Santità Pio IX che proclama S. Alfonso Dottore della Chiesa.
1871. Decreto di S. Santità Pio IX che proclama S. Alfonso Dottore della Chiesa.
Con decreto del 23 marzo 1871 il Sommo Pontefice Pio IX approva e conferma la decisione dei Cardinali della Sacra Congregazione i quali dichiarano all’unanimità che S. Alfonso Maria de Liguori merita l’aureola riservata ai Dottori.
Il 7 luglio dello stesso anno il Papa annuncerà al mondo cattolico l’onore che il santo vescovo ha meritato con la sua eminente dottrina e le gloriose lotte per la difesa della Chiesa.
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IN MEMORIAM
Madre Maria-Alfonsina della Volontà di Dio. Malines,1869.
Insigne propagatrice delle Redentoriste
La serva di Dio, al secolo Eugenia Gauvenet Dijon, nacque a Lorient il 22 gennaio 1793. Il papà Gianbattista Gauvenet, uomo illustre e tra i più noti magistrati, era uno dei consiglieri del Re di Francia. La rivoluzione l’aveva obbligato ad emigrare, prima a Mayence poi a Strasburgo, e la giovane Eugenia fu formata alla pietà e alla conoscenza umana.
Poiché la sua famiglia era emigrata in Austria, ella incontrò il Venerabile P. Passerat che in seguito scelse come suo direttore spirituale. Conoscendo che questi intendeva fondare al di là delle Alpi l’ordine religioso femminile del Santissimo Redentore, si offrì per attuare questo disegno.
Per attingere alla stessa sorgente lo spirito dell’Istituto fu inviata dal servo di Dio a S. Agata dei Goti con la contessa Antonia Welsersheimb. Vi compirono il loro noviziato, poi passarono a Roma dove ricevettero l’abito e furono presentate dal cardinale Odescalchi al Santo Padre Gregorio XVI che benedisse loro e l’Istituto.
Da Roma passarono a Loreto e poi rientrarono a Vienna. L’Ordine si diffuse, in seguito, in Austria, in Belgio, in Francia, in Olanda, in Irlanda, in Spagna e nel Canada.
Nel convento di Malines il 23 marzo 1869, Madre Maria-Alfonsa scambiò la vita terrena con le gioie eterne.
La vita di Madre Maria-Alfonsa ci offre la manifestazione istruttiva e confortante di una virtù esercitata nell’ambito dei doveri giornalieri attraverso le pratiche della vita comune, ma compiute in maniera non comune, nella con la sua natura e le sue inclinazioni, nella morte di se stessa, al mondo e le sue passioni, per vivere una vita soprannaturale intensa, la vita nascosta in Dio con Gesù Cristo.
Si ammira nella vita di questa religiosa una virtù vigorosa e coraggiosa, forte e austera, attingendo alla sua sorgente della croce, esercitandola con abnegazione, rinuncia, sacrificio, irrorata pertanto dalla dolcezza e dall’unzione della grazia che sgorga dal Cuore di Gesù. – «Quam pulchra est casta generatio cum claritate!». Sap. 4.1.
Professione: 1832.
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P. Eduard Douglas. Roma,1898.
Lord Douglas, nato a Edimburgo il 1° dicembre 1819, da genitori protestanti, era un gentiluomo scozzese. Dopo aver completato i suoi studi all’università di Oxford, ancora giovane venne a Roma. Era il 1845. Qui conobbe la falsità della sua religione, abiurò al protestantesimo e non curante del rispetto umano, volle essere iniziato al sacerdozio cattolico. Divenuto poco dopo il più umile e povero discepolo di S. Alfonso consacrò la sua grande fortuna alle opere della Congregazione.
Oltre i segnalati servizi resi alla Provincia Inglese, contribuì largamente con le sue offerte a comprare, costruire ed abbellire la Casa generalizia di Villa Caserta a Roma e la chiesa. Brutti tempi, però, la minacciavano di prossima rovina; il P. Douglas la salvò dll’imminente pericolo.
Pubblicò in italiano e inglese un libro dal titolo “Il Divin Redentore” , contenente la descrizione dei santi luoghi che aveva visitato, confrontati con i racconti evangelici e le trazioni orientali.
L’umiltà brillava in lui di un bagliore speciale: desiderò sempre l’ultimo posto e l’incarico più oscuro. Lo spirito di povertà lo mosse fino a volersi servire solo di cose usate ed a rivestirsi di un abito nuovo solo per ordine del suo superiore.
La semplicità evangelica gli faceva nascondere i suoi straordinari talenti e i tesori di scienza che ornavano il suo spirito. Amava, insomma, essere ignorato e considerato un niente.
Per lunghi anni fu tormentato da numerose e crudeli malattie. Ripeteva incessantemente: «Si faccia la volontà di Dio!… Benedetto sia il Signore!».
Il P. Douglas morì a Roma da Rettore della casa generalizia. Era l’ultimo sopravissuto del Capitolo del 1855 e andò a raggiungere in cielo il Rev.mo Padre Mauron, con il quale era legato da santa amicizia. – «Cujus memoria in benedictione est». Eccli.45,1.Professione: 8 dicembre 1849.
Ordinazione sacerdotale: 25 giugno 1848.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |