23 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. =* Ammirevole fede di S. Alfonso.
* Ammirevole fede di S. Alfonso.
Sempre e dovunque S. Alfonso viveva nel segno della fede: compiere la divina volontà, promuovere la gloria di Dio, guadagnargli le anime: erano queste le sue preoccupazioni abituali.
Alfonso non si accontentava dunque – con una fede tanto ferma – di riconoscere, semplicemente tutte le Verità che dobbiamo credere, ma ne tirava le conclusioni per metterle in pratica senza indietreggiare davanti ad alcuna rinuncia e ad alcun sacrificio.
La sua fede sembrava ardente soprattutto davanti al SS. Sacramento e durante le sacre funzioni. Il solo vederlo era per tutti un argomento di edificazione: Si sarebbe potuto dire che egli vedeva gli occhi di Gesù Cristo nell’ostia presente tra le sue mani. La fede faceva la sua felicità ed egli vi si legava con un amore appassionato. Gli piaceva ripetere: “La nostra santa fede è la vera; per lei verserei tutto il mio sangue e darei mille volte la mia vita. Non cessiamo di ringraziare Dio di averci fatto nascere in seno alla chiesa“.
Nei giorni più dolorosi della sua vita, quando per divina disposizione il Papa le tenne lontano dalla sua cara Congregazione, era toccante sentirlo ripetere: “Volontà del Papa, volontà di Dio” e cercava in questo pensiero di fede la calma ed il riposo in mezzo a quella terribile tempesta.
Da qui il suo instancabile zelo per la difesa e la diffusione della fede. Egli voleva che i suoi missionari si applicassero con una cura tutto particolare, attraverso istruzioni semplici e solide, ad illuminare ed a ravvivare la fede dei piccoli e dei grandi.
Egli pregava frequentemente e faceva pregare i suoi religiosi per la conversione degli infedeli e la diffusione della fede. Avrebbe voluto mandare i suoi religiosi nelle missioni lontane e si mostrava felice quando alcuni si offrivano spontaneamente di andare a predicare il vangelo nei paesi stranieri.
Infine, all’apostolato della preghiera e della parola aggiunse l’apostolato della penna.
Nei suoi scritti, pieni di scienza e di pietà, egli celebrava le verità della fede, i suoi trionfi sui suoi avversari, le vittorie dei suoi martiri. In una parola, era il soldato intrepido che porta dovunque lo stendardo della fede e avrebbe voluto piantarlo in tutti i cuori. Infine, crudelmente provata, la sua virtù diventò più meritoria e più robusta.
Per aumentare i meriti del suo servo Dio permise che egli, durante i suoi ultimi anni, conoscesse terribili assalti contro la fede. Tuttavia, a forza di umiliazioni, di preghiere e di coraggio, egli usciva vittorioso da tutti gli attacchi dell’inferno.
Quale lezione lo spettacolo di questo santo vecchio, di questo grande Dottore della chiesa che, nella sua lunga vita aveva illuminato tante anime, diffondendo dovunque vivida luce, e che improvvisamente si dibatteva egli stesso in una paurosa oscurità, invocando con lacrime il Dio del suo cuore che si nascondeva ai suoi occhi.
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1787. San Clemente fonda una terzo-ordine a Varsavia.
Questo terzo-ordine comprendeva fedeli di ogni condizione ed anche sacerdoti. Aveva per scopo di formare delle gruppi animati di spirito di apostolato e fermamente attaccate alla Santa Sede. I suoi membri prendevano l’abito e facevano la professione dopo un anno di noviziato. Questo Terzo Ordine degli oblati del SS. Redentore, approvato per Pio VI, arricchito di indulgenze da Leone XII, si diffuse in Polonia, nel Baden, in Baviera, in Svizzera, in Alsazia, in Belgio, in Olanda e durò fino al 1850. Fu grazie a questo Terzo-ordine che S. Clemente fece tanto bene a Varsavia e a Vienna.
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1884. Inizio della Vice-provincia del Perù, e fondazione della casa di Lima.
Dopo le prove di fondazione a Chancay, situata a quattordici leghe a nord di Lima, poi a Puno, si pensò a stabilirsi ad Aréquipa nel 1881. Ma gli atti di malevolenza del clero scoraggiarono il P. Grisar incaricato della fondazione.
Accompagnato dal P. George, Visitatore straordinario mandato dal P. Desurmont il Padre Grisar si diresse verso Lima. Furono offerti loro diversi conventi diventati beni di stato per il concordato firmato da Pio IX, ma nessuno corrispondeva ai loro desideri.
Restava un monastero dei Minimi con una chiesa adiacente dedicata a S. Francesco di Paola. Piacque ai fondatori. Senza più tardare, inviarono una petizione al governo. Il presidente della Repubblica, il Generale Iglesias, due dei suoi ministri ed il relatore di Stato diedero voto favorevole.
Il 10 gennaio 1884, il decreto di concessione era firmato ed il 23 gennaio, i Padri prendevano possesso della chiesa e del convento.
(P. Quignard, Vita del P. Didier, p. 208).
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IN MEMORIAM
P. Léopold Roeger, 1835.
Il P. Roeger nacque a Vienna nell’anno 1791. Mentre era ancora studente di teologia all’università di questa città, fu uno dei più ferventi discepoli di S. Clemente. La sua grande venerazione per il Padre Hofbauer gli ispirò il desiderio di entrare nella Congregazione. La sua gracile salute non gli permise di dedicarsi alle missioni. Sebbene sempre malaticcio, ebbe a cuore di santificarsi per l’osservanza scrupolosa delle sante Regole. La Congregazione onora la sua memoria come quella di uno dei suoi membri più ferventi. – “Memoria justi cum laudi bus”. Prov. 10, 7.
Professione: 2 agosto 1826.
Ordinazione sacerdotale: 3 settembre 1815
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |