Memoriale 22 Settembre

22 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R =  1725. S. Alfonso riceve il suddiaconato.

1725. S. Alfonso riceve il suddiaconato.

Dopo essersi preparato nel silenzio e con la preghiera, S. Alfonso fece in questo giorno il passo decisivo che lo consacrava definitivamente al servizio degli altari.
Qualche tempo dopo, promosso professo della Propaganda, partì con alcuni confratelli per evangelizzare la città di Caserta.
Aveva l’ufficio di catechista. Ben presto si riconobbe il discendente dei Liguori con l’abito ecclesiastico.
Un giorno mentre pregava davanti all’immagine di Maria, il vescovo gli si avvicinò, e chiese chi è il predicatore che si chiama Alfonso de Liguori. A questa domanda, sant’Alfonso arrossì, e nascose il viso nelle mani; poi, sollevando gli occhi verso la Madonna, disse: «Sono io, sono il povero peccatore a cui questa amabile Madre ha ottenuto la vocazione ecclesiastica».
P. BERTHE – Vita di S. Alfonso. I, p.47.

Il giovane Alfonso non appena ricevuti gli ordini maggiori del suddiaconato e diaconato), già prima del sacerdozio,  venne impiegato nella evangelizzazione.

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1780. Sfortunata divisione della Congregazione. 

Il 22 settembre 1780, sant’Alfonso ed i suoi primi compagni delle quattro case napoletane per ordine di Papa Pio VI furono esclusi dall’istituto. Erano accusati dai Padri Francesco de Paola e Leggio di avere falsato la Regola, sottoponendola all’approvazione del re Ferdinando di Napoli, e sostituendola, come si sa, con il famoso “Regolamento”.
Papa Pio VI il 24 agosto 1781 confermerà il decreto, malgrado l’appello di Alfonso e dei suoi compagni al Papa ed alle Congregazioni romane per ristabilire la veracità dei fatti e l’unione della Congregazione.
Questo divisione durò dal 1780 al 1787. S. Alfonso ne pianse, profetizzando anche che la riunione ci sarebbe stata, ma solo dopo la sua morte.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, p. 516 e ss.

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1780. Papa Pio VI  elegge P. Francesco De Paola Presidente della Congregazione delle case degli Stati Pontifici.

Dopo il rapporto del P. Leggio al Papa, che chiedeva la divisione della Congregazione, Pio VI volle eleggere un Presidente per le case situate nello Stato pontificio, i soggetti delle case napoletane erano privati di ogni privilegio e considerati come se non fossero stati mai membri dell’istituto.
Il Cardinale Caraffa, nel mandare ai vescovi di Veroli e di Benevento questo decreto del Papa, diceva loro: «Volendo dotare di un governo legittimo le case del Santissimo Redentore. poste nella vostra diocesi, il Santo Padre, nella udienza del 22 corrente mese, ha degnato nominare Presidente delle suddette case il Padre Francesco De Paola».
Bisogna aggiungere che P. Francesco De Paola sarà eletto Rettore Maggiore nel Capitolo del 1785.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, II, p. 516.

P. Francesco De Paola col suo atteggiamento piuttosto ambiguo procurò la divisione delle Case del Regno da quelle nello Stato Pontificio e in cambio dal Papa ricevette la nomina di Presidente di queste ultime.

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1910. Fondazione dell’ Aspirantato di Bertigny. 

Questa casa fu fondata per servire da aspirantato alla Provincia di Strasburgo. Fin dal 1910 gli aspiranti di questa futura Provincia erano formati ad Uvrier. La casa di Uvrier non era abbastanza spaziosa per servire da aspirantato alle due province di Lione e di Strasburgo e il Provinciale P. Humbrecht pensò fondare Bertigny.

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1919. Fondazione della casa di Fontaine-les-Dijion. 

Questa casa è un’aggiunta alla Basilica di San Bernardo, costruita sull’area stessa del castello un giorno dove visse il grande Dottore. Questa casa, ancora incompiuta, doveva servire da abitazione per alcuni missionari diocesani, detti missionari di San Bernardo.
Dopo un accordo tra Monsignore Landrieu, vescovo di Digione, ed il P. Wilpotte, Provinciale di Lione, i Redentoristi presero il posto di quei missionari, facilmente attratti da un altro luogo in una diocesi dove le vocazioni sacerdotali non erano numerose. Ciò avvenne il 22 settembre 1919.
Il pellegrinaggio ha luogo solo nell’ottava della festa di San Bernardo, e i Padri che vi risiedono hanno quindi facilità di occuparsi dell’attività del loro ministero apostolico nei paesi vicini e lontani secondo il fine dell’istituto.
Secondo il contratto stipulato uno dei nostri Padri sarebbe stato per alcuni anni curato della parrocchia di Fontaine. Questo incarico ora è affidato ad un sacerdote della diocesi. Si comprende l’opportunità e l’utilità di questa fondazione, in piena Borgogna, ad uguale distanza tra Saint-Nicolas-du-Port e Lione.

Un’antica cartolina postale con la Basilica di San Bernardo e la Casa redentorista (foto in AGHR).

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IN MEMORIAM 

P. Franz Weidlich. Vienna, 1848. 

Nacque a Vienna nel 1796. Franz Weidlich studiava giurisprudenza a Vienna. Appena conobbe san Clemente, lasciò questo studio per la Teologia. Colmo di venerazione per lui, volle seguirlo ed entrò nella Congregazione.
Designato dal superiore per la casa di Lisbona in Portogallo, il Padre Weidlich adoperò uno zelo ammirevole per le missioni. Parecchi portoghesi tra cui un negro dell’isola di Goa, entrarono nell’istituto.
Furono fatti poi alcuni passi per la fondazione di una casa in Spagna, la famiglia reale diede il consenso, ma poi esplose la rivoluzione del 1833. Padre Weidlich e tre confratelli si nascosero, aspettando giorni i migliori; identificati, furono gettati in prigione, vi restarono diciotto giorni e furono condotti in Italia.
Di ritorno a Vienna, il Padre Weidlich incontrò ancora rivoluzione: quella del 1848. Le scene di agitazione e di orrore di cui fu testimone, le persecuzioni di cui fu oggetto e lo sforzo di cercare un rifugio in una povera mansarda, affrettarono il momento della sua morte.
Nell’ultima malattia diede prova di un’ammirevole conformità alla volontà di Dio e di tenera pietà. Era uomo di preghiera. Questo spirito soprannaturale l’aveva attinto dalla vicinanza con san Clemente di cui era uno dei discepoli più distinti.
Il funerale fu un trionfo che ricordò quello di san Clemente e del Padre Hübl.  – «Scio opera tua et laborem e patientiam».  Ap. 2-2.
Professione: ?
Ordinazione sacerdotale: ?

La vita del P. Franz Weidlich fu segnata dalle continue persecuzioni, pa comiciare da quella subita insieme a San Clemente, di cui fu fedele discepolo.

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Fr. Christophe Acosta. Riobamba, 1918. Novizio 

Questo caro Fratello nacque nel 1899 a Huachi, vicino alla parrocchia di Ambato, in Ecuador, da onestissima famiglia che viveva della raccolta dei campi. Suo padre soprattutto si preoccupò di ispirargli fin dall’infanzia sentimenti di pietà e favorire l’inclinazione alla vita religiosa.
Fin dalla giovane età, Christophe amava pregare il rosario davanti all’immagine della Madonna del Perpetuo Soccorso che aveva conosciuto in una nostra missione ed espresse il desiderio di entrare nella Congregazione dove vi era venerata.
Aveva tredici anni quando entrò come postulante in Riobamba; rivestì l’abito religioso a diciassette anni e cominciò il noviziato. Amava la Congregazione come una madre ed aveva soltanto un desiderio: consacrarsi ad essa e morire santamente.
Dio gli fece questa grazia. Una malattia di petto lo condusse alla morte. La mamma gli aveva dato una piccola somma di denaro prima di morire, volle fare celebrare per riconoscenza cinque messe per la Congregazione. «Non voglio né vivere né morire –  diceva –  ma se mai dovessi uscire dalla Congregazione preferisco morire adesso».
Di questo caro Fratello novizio si può dire che negli anni trascorsi nella Congregazione, fu un religioso dolce ed umile di cuore. Aveva un’anima semplice, innocente, senza pretesa, e dotata di eccellenti qualità.
Gli ultimi giorni furono per lo più di una dolce fragrante pietà, di una pace deliziosa e celestiale. Ebbe la felicità di emettere i voti sul letto di morte. Aveva diciannove anni. —«Beati mites quoniam ipsi possidebunt terram». Mt. 5, 4.
Professione: 15 agosto 1918.

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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
MORTIFICAZIONE = 22 settembre
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