21 luglio
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1740. Emissione del voto di Perseveranza di S. Alfonso e dei primi Padri.
1740. Emissione del voto di Perseveranza di S. Alfonso e dei primi Padri.
Da molto tempo, i padri e fratelli, si erano consacrati a Dio irrevocabilmente, ma volevano contrarre in questo giorno il sacro impegno di piuttosto morire che lasciare l’Istituto, e ciò con l’obbligo del voto e giuramento.
La Congregazione non era stata eretta ancora canonicamente, il nostro santo fondatore non aveva alcun titolo che lo autorizzava a ricevere ufficialmente i voti a nome della Chiesa. Quindi decisero di fare la loro oblazione nelle mani del vescovo Falcoia, che tutti riconoscevano nel suo duplice ruolo di vescovo e direttore.
Dopo aver esortato i suoi con un caloroso discorso sulla bontà di legarsi a Dio per il tempo e l’eternità, Sant’Alfonso si avvicinò all’altare dove ciascuno dei compagni a turno lo seguirono e si impegnarono con voto con la grazia divina e i meriti del sangue di Gesù Cristo a perseverare fino alla morte nella Congregazione del Santissimo Salvatore.
Era il 21 luglio 1740, dopo i primi vespri della festa di S. Maria Maddalena. La formula di questo voto sottoscritto e firmato da S. Alfonso, e dai RR. PP. Mazzini, Sportelli, Rossi, Villani e dai Fratelli Vito, Rendina, Tartaglione e Gaudiello, è negli archivi dell’Istituto.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, I, 219.
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IN MEMORIAM
P. Marie-Joseph Jacquemard. Glimes, 1926.
Il P. Jacquemard nacque il 4 maggio 1854 in un piccolo villaggio del Giura, a Port-Lesney. Suo padre era uno di quei maestri di scuola di altri tempi che consideravano, a giusto titolo, la loro missione come un genere di sacerdozio. Sua madre era una donna forte nella fede.
Da bambino, capitò nelle mani del caro Padre la parafrasi della Salve Regina di Sant’Alfonso: questa lettura lo impressionò fortemente e non fu estranea alla scelta che più tardi fece della vocazione.
Dopo aver studiato al seminario minore e maggiore di Lonsle-Saulnier, fu ordinato sacerdote ed esercitò il ministero parrocchiale prima come vicario nella città di Saint- Désiré, poi come parroco a Fied e infine come direttore spirituale presso il Seminario minore di Nostra Signora Vaux.
Aveva appena completato il ritiro annuale presso i certosini, quando una notizia della Congregazione gli cadde sotto gli occhi. Constatava che il redentorista univa la vita contemplativa del certosino alla vita attiva dell’apostolo: Pensò: «Questo è per me: sarò Redentorista».
Intelletto sapienza, intelligenza penetrante, volontà forte, vita ecclesiastica molto delicata, il parroco Jacquemard era un sacerdote veramente distinto del clero secolare. Le qualità pratiche superavano forse anche le doti intellettuali. Che cuore d’oro era il suo! Questo cuore rimase sempre giovane, ardente d’amore per Dio.
Diventato redentorista, il confratello si dedicò a perfezionare le solide qualità e le virtù sacerdotali, di cui Dio lo aveva dotato, imprimendovi lo stampo della vita religiosa. E’ stato, si potrebbe dire, un modello quasi perfetto del vero redentorista.
La pietà interiore si rifletteva in tutta la persona: modesto, riservato, conduceva a Dio coloro che avvicinava.
In comunità aiutava a mantenere la gioia con parole a volte maliziose, ma non cattive. La Provvidenza gli impose a volte incarichi ove incontrò più di una croce. Infine, si ricorda la sua devozione verso la Beata Vergine: era filiale e perseverante. Quanti anni ha trascorso nella Congregazione, tante volte ha scritto la consacrazione a Maria: la raccolta è completa.
Come missionario amava la vita apostolica, e questo fu un grande sacrificio per lui il dovervi rinunciare quasi completamente negli ultimi anni quando ancora era valido e pieno di ardore.
Senza essere uno di quei potenti oratori che trascinano le masse, il P. Jacquemard eccelleva nelle istruzioni di pietà, lasciando dovunque l’impressione dell’uomo di Dio.
L’anno prima della sua morte offrì a Dio l’ultimo sacrificio. Infatti chiamato dalla Provvidenza a sostituire a Glimes il P. Saget come ministro e confessore dei novizi, egli sentiva che la forze a poco a poco lo abbandonavano e quindi pensava solo a prepararsi alla morte.
I suoi ultimi momenti furono molto tranquilli e morì nel completo abbandono alla misericordia infinita di Dio. – «In fide et lenitate ipsius, sanctum fecit illum». Eccli. 45,4.
Ordinazione sacerdotale: 10 giugno 1878.
Professione : 15 octobre 1896.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |