21 gennaio
EFFEMERIDI C.Ss.R. =1713. S. Alfonso è proclamato dottore in diritto civile e canonico a Napoli.
1713. S. Alfonso è proclamato dottore in diritto civile e canonico a Napoli.
All’età di sedici anni, Alfonso poté presentarsi davanti al consiglio dell’Università per affrontare l’esame del dottorato in utroque jure…. Egli stupì i suoi giudici per la saggezza delle sue risposte, la precisione di suo argomentazioni e la conoscenza approfondita delle materie che egli dovette trattare. All’unanimità, gli esaminatori lo giudicarono degno di entrare nella illustre associazione.
Sant’Alfonso esercitò la professione di avvocato dal 1715 al 1723 e fu il più giovane avvocato del suo tempo, e probabilmente di tutti i secoli. Cominciò a difendere le cause a diciannove anni. I suoi successi furono numerosi e splendidi: Si apprezzava in lui la piena ed universale conoscenza del diritto, un disinteresse assoluto ed un’eloquenza chiara e persuasiva che producevano una. straordinaria impressione sugli stessi magistrati. Alfonso aveva consapevolezza degli obblighi che aveva accettato nel ricevere la toga. Stimava la sua professione come la più nobile dopo il sacerdozio; e, per mettere in buon accordo con la sua coscienza i doveri della sua professione, si era fissato dieci regole che ancora oggi costituiscono il decalogo degli uomini di legge.
– Nel 1928 dai Padri di San Gioacchino fu fondata a Roma, con l’approvazione del Cardinale Vicario, la Pia Unione di S. Alfonso per gli avvocati della capitale d’Italia.
(Rivista: Documentazione cattolica, 12 gennaio 1929).
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1886. Fondazione della Casa di Antony.
Dopo l’espulsione della comunità stabilita a Ménilmontant. i Padri di Parigi si erano, in parte, rifugiati a Saint-Mandé. Ma i superiori, volendo far rinascere la casa di Avon, cercarono un altro asilo nei pressi della Capitale.
– Il P. Chainiat nel predicare un ritiro di prima comunione a Clamart fece la conoscenza del Canonico Haury, ricco alsaziano a riposo, il quale, conoscendo i nostri desideri, si offrì di donarci ad Antony una casa modesta ma adatta, situata di fronte alla sua e circondata da un parco magnifico, essendo appartenuto al celebre dottore Velpeau.
Il 21 gennaio 1886, i Padri di Saint-Mandé si recarono ad Antony ed occuparono la casetta. – Più tardi, verso il 1893, si costruì la grande casa del noviziato secondo i piani e sotto la direzione dei nostri fratelli Gérard ed Edouard. I novizi ritornarono da Stratum (Olanda) dove si erano rifugiati all’epoca delle espulsioni del 1880 ed occuparono la casa di Antony: si era nel 1894. Ma, ahimè! dieci anni dopo, il noviziato, vittima delle espulsioni del 1903, fu trasferito a Glimes in Belgio, e la casa fu soppressa nel 1908.
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IN MEMORIAM
P. Benigno Giordano, 1743.
Esaurito probabilmente dalle stanchezze delle precedenti missioni, questo giovane Padre di trentaquattro anni cadde malato nei primi giorni di una missione che egli predicava insieme S. Alfonso.
Venne trasportato nella camera che occupava e lì il 21 gennaio, calmo e rassegnato, rese a Dio la sua innocente anima. Aveva vissuto solo due anni nell’istituto, ma i suoi giorni furono giorni pieni.
Ricco di meriti fu il primo dei Padri a raggiungere in cielo l’angelico Gaudiello, primo Fratello coadiutore deceduto un anno prima. Al momento della morte egli lasciò come addio ai suoi confratelli la parola di S. Paolo che riassume l’idea-madre dell’istituto: “Rivestitevi di Nostro Signore Gesù Cristo”, Induimini Dominum nostrum Jesum Christum.
(P. Berthe, Vita di S. Alfonso, I, 259).
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Fr. Félix (Louis Liermier). Montauban 1895.
Il caro Fratello nacque il 18 maggio 1834 ad Amancy, diocesi di Annecy, da genitori senza fortuna. Abitava vicino a Contamine, visitava spesso i nostri Fratelli la domenica e queste visite determinarono la sua entrata in Congregazione.
Il suo carico principale fu di portinaio e cuoco nelle numerose case dove soggiornò.
Ciò che S. Ilario dice della semplicità dei bambini, che non sanno volere male al prossimo, che non hanno né orgoglio né odio né dissimulazione, che credono a ciò che sentono e tengono per vero tutto ciò che si dice loro, si può applicare alla lettera al nostro Fratello Félix perché era di un’ammirevole semplicità.
Gli esempi dei Padri del deserto l’avevano commosso talmente, che egli avrebbe voluto imitarli in tutto; perciò la sua mortificazione era il ricercare con avidità ciò che dispiaceva alla natura.
Il tempo che gli restava dopo il lavoro, lo passava in preghiera. La sua devozione alla santa Eucarestia era così assidua che i superiori più volte lo dovevano mandare in cucina, poiché a volte egli se ne dimenticava.
Il primo giorno dell’anno, ebbe sputi di sangue; il sei gennaio ricevette gli ultimi sacramenti. “Quale felicità è la mia! – esclamava- Andare nella casa di Dio e vederlo così come Egli è!”
Torturato crudelmente da sofferenze atroci, le sopportò con un’incrollabile pazienza. In messo ai suoi forti dei suoi dolori, lo si sentiva dire: “Ancora di più Signore! Ancora di più!” – E quando gli facevano dei massaggi per contenere il dolore esclamava: “Fermatevi, fermatevi! tutto ciò proviene dalla mia carne”. E procunciando con un ardore indicibile i nomi di Gesù e di Maria morì in un pace deliziosa – “Laetatus sum in his quae dicta sunt mihi: in domum Domini ibimus”. Ps. 121, 1.
Professione 11 maggio 1862.
Altri Redentoristi di santa memoria morti in questo giorno: P. Jules Sandrard, Dunkerque 1909. – P. Federico Hofmann. Bischenberg 1913. – Fi. Raphaél (Alfonso Rapp)- Mouscron 1928.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |