20 giugno
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1762. Consacrazione episcopale di Sant’Alfonso.
1762. Consacrazione episcopale di Sant’Alfonso.
Sant’Alfonso fu consacrato vescovo di Santa-Agata dei Goti nella chiesa della Minerva a Roma, per le mani dell’Eminentissimo Rossi, dell’ordine dei Padri Predicatori, assistito da Monsignore Gorgoni, arcivescovo di Edessa e da Monsignore Jordani, arcivescovo di Nicomedia e vice-gerente di Roma.
Sant’Alfonso confessò al suo confessore che questo giorno fu per la sua vita uno dei più dolorosi; lo paragonava all’altra giornata terribile quando suo padre lo tenne per tre ore, strettamente abbracciato, supplicandolo di non lasciarlo.
«Nel primo caso, disse, avevo da combattere contro l’affetto di un padre che mi amava teneramente; nel secondo, avevo da combattere contro me stesso per accettare, malgrado le mie ripugnanze, un incarico di cui la responsabilità mi faceva tremare».
Ricevuto dal Papa, il nostro santo fondatore lo supplicò di raccomandare a Nostro Signore il vescovo di Santa Agata e la sua diocesi. «Pregate anche, rispose Clemente XIII, per la chiesa e per me». Poi, quando il servo di Dio si fu allontanato, aggiunse: «Quando Monsignore de Liguori morrà, avremo un santo di più nella chiesa di Gesù Cristo».
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonso, II, 20 ecc.
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1850. Nomina del P. Vincenzo Trapanese.
Settimo Rettore Maggiore della Congregazione.
Nel 1849 essendo morto, il R.mo P. Ripoli, Rettore Maggiore, Pio IX, di sua propria autorità, nominò temporaneamente il R. P. Vincenzo Trapanese Rettore Maggiore fino al giorno in cui lo stato dell’Europa avesse permesso la riunione di un Capitolo generale allo scopo di eleggere definitivamente un superiore per tutto l’Istituto. Governò la Congregazionedal 1850 al 1855.
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonso, II, 692.
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1880. Fondazione della casa degli Studenti della Provincia Gallo-elvetico in esilio ad Oosterhout, (Olanda).
All’attuarsi dei decreti del 29 marzo 1880 ed alla vigilia della loro applicazione, il R. P. Desurmont, Provinciale della Francia, cercò all’estero un asilo per la gioventù della Provincia. La sede più sicura gli sembrò in Olanda. Si trovò un asilo ad Oosterhout, vicino Bréda, ma era solamente un piede a terra. I RR. PP. Vasseur, Raus, Hermann e Lange arrivarono per primi il 20 giugno; gli Studenti vennero da Avon e da Houdemont ed il 29 erano tutti riuniti.
Festeggiarono i santi apostoli Pietro e Paolo pregando tutto il giorno, davanti al Santissimo Sacramento esposto, per i loro confratelli di Francia. Ma tutto era molto povero e fatiscente; organizzarono poco a poco per abitare la casa, ed utilizzarono un fienile che servì come cappella, aula scolastica e dormitorio.
Le scuole poterono cominciare solamente a fine settembre.
– Il 13 novembre dell’ anno seguente, lasciarono Oostèrhout per Dongen.
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1808. Espulsione dei Padri da San-Bennone, a Varsavia.
Federico Augusto, re della Sassonia, costituito da Napoleone granduca di Varsavia, firma il decreto massonico giunto di Parigi.
«I Fratelli Bennoniti, poiché si intromettono nella politica contrariamente alla loro vocazione, diventa la loro presenza a Varsavia un pericolo per lo stato. Saranno deportati perciò, immediatamente fuori dal territorio, e la loro chiesa resterà chiusa fino a nuovo-ordine».
Una mattina, mentre i fedeli gremivano la chiesa, la polizia penetra nel convento e comanda al P. Hofbauer di riunire i suoi religiosi nel refettorio. Clemente-Maria era stato avvertito in segreto di questa espulsione. Tutti i membri della comunità si presentarono, con il carico da viaggio sotto il braccio; dovettero salire sulle carrozze che, scortate – ciascuna da sei soldati a cavallo, attraversarono a galoppo le vie della città.
Dopo un mese di prigione nella fortezza di Cüstrin, i proscritti di San-Bennone diedero l’addio al loro venerato superiore, e la polizia ricondusse ciascuno di loro nella rispettiva patria. San Clemente Maria con lo studente Starck, si diresse verso Vienna, dove sperava gettare le basi per una nuova comunità. Così nel 1808 perì in un solo giorno, questa opera di venti anni che era costata tanti lavori e lacrime.
P. BERTHE. Vita di Sant’Alfonse, II, 655.
P. HARINGER. Vita del P. Hofbauer, p. 142.
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IN MEMORIAM
P. Alexandre Krust. Dunkerque, 1880.
Il R. P. nacque ad Aspach-le-Haut, dipartimento dell’Alto-Reno, il 18 ottobre 1846. La famiglia possedeva la fede patriarcale che si riscontra in queste regioni. Gli avvenimenti politici che si susseguirono dal 1868 al 1874, obbligarono il Padre Alexandre a fare i suoi studi ad Avon, Wittem, Téterchen e Bosserville.
Sembrava chiamato a compiere grandi opere perla Congregazionee le anime.
Dal fisico possente, era un gigante; statura elevata, forte spalle, petto largo, spalle più larghe ancora. La sua immaginazione collerica gli ispirava nelle prediche delle messe in scena di grande effetto. La intelligenza sveglia ad ogni tipo di scienze era unita ad una volontà ferma e decisa.
Aveva l’orrore della mediocrità. La sua parola di ordine era: Excelsior! Sempre più in alto per Dio e le anime! Non pensava fare mai troppo per le sue devozioni verso il Santissimo Sacramento ela Madonna. Igiorni dei ritiri erano solamente giorni di adorazione continua ai piedi del Santissimo Sacramento.
Prontissimo e portato all’esagerazione, gli scherni dei confratelli lo riportavano rapidamente alla giusta realtà. Eccelleva nella virtù della carità fraterna; aveva ricevuto da Dio una natura estremamente dotata e tutte le qualità richieste ad un missionario popolare di primo ordine. Ma il caro Padre, confidando nelle proprie forze, prese l’abitudine di lavorare anche per gran parte delle notti; questo sovraffaticamento occasionò il diabete. Fu mandato a Dunkerque per respirare l’aria vivificante del mare. E là aiutato dai suoi confratelli rese la sua bella anima a Dio. – «Tabescere me fecit zelus meus, quia obliti sunt verba tua inimici mei». Sal. 118.
Professione: 15 ottobre 1867.
Ordinazione sacerdotale: 29 marzo 1873.
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Fr. Gérard, (Raymond Llamas). Espino, 1897.
Il 28 aprile 1863 nacque Fratello Gerardo, a Carrizo (Spagna). Era sposato. Diventato vedovo e desiderando dedicarsi a Dio, entrò come postulante in Astorga.
Da Professo, questo buono Fratello è stato sempre amico del lavoro, molto generoso nell’ubbidienza ai superiori e di una grande pietà.
Ma i disegni della Provvidenza erano che Fratello Gerardo entrasse nella Congregazione per morire presto di buona e santa morte. Appena ebbe fatto la professione, fu colpito allo stomaco da un cancro che lo fece soffrire enormemente per due anni.
Era di una puntualità esemplare nel chiedere i minimi permessi e si mostrava molto obbligato a compiere i servizi che il suo stato richiedeva. Appena gli sfuggì un piccolo gesto di impazienza nelle sue grandi sofferenze. Morì coi sentimenti di una grande pietà. – – «Fortitudo simplicis, via Domini». Prov. 10, 29.
Professione: 2 luglio,1895.
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P. Victor Plet. Buga, 1918.
Il R. P. nacque a Lilla, Nord, il 30 ottobre 1851. Appena fu ordinato sacerdote, i suoi superiori l’incaricarono di esercitare il ministero nella parrocchia del Sacro Cuore a Tourcoing.
Si dedicò senza calcoli e riuscì a stabilire un’assistenza ai giovani. Più tardi gli fu affidata la costruzione di una chiesa, e Dio sa quante preoccupazioni e contrarietà gli costò.
Animato da vero spirito sacerdotale, l’abate Plet aspirava ad una vita interiore più intensa unita ad una vita apostolica, esitò molto tempo nella scelta tra i figli di San Bruno e quelli di Sant’Alfonso.
Entrò nel noviziato ad Antony e in seguito diventò un missionario alfonsiano. Era il tempo di persecuzioni, di espulsioni religiose e dovevano sciogliersi le comunità…. Padre Plet pensando che la persecuzione sarebbe stata lunga, accarezzò il progetto di dedicarsi agli indiani dell’America. Partì nel 1903, accompagnato da alcuni confratelli, e arrivò a Buga dopo mille difficoltà.
Tutti lodarono la perfetta rettitudine della sua anima; lo zelo ardente ed infaticabile, il rispetto sommo per l’autorità e la delicatezza dei suoi metodi. Come superiore, si mostrò sempre di umore uguale ed imparziale, buono e paziente. Aveva tanto rispetto per i suoi sudditi si sarebbe detto che fossero suoi superiori e che era a loro sottomesso.
In missione, non accettava per lui nessuno vantaggio, se gli altri ne erano privati. Richiedeva, come gli spettasse di diritto, ciò che c’era di faticoso e di mortificante. Il R. P. sembrava esente da ogni notevole infermità; la squisita distinzione della sua conversazione e dei suoi modi, la grande pulizia che brillava nella sua persona, gli dava l’apparenza di una continua gioventù; confessava che aveva ancora abbastanza forze per dieci anni di missioni. Aveva allora sessantasette anni.
Ma il cielo giudicò che il buono Padre aveva abbastanza lottato e sofferto. Obbligato a depositare le armi, rese la sua bella anima a Dio mentre i suoi confratelli inginocchiati vicino a lui recitavano il rosario. – «Reddidit iustis mercedem laborum suorum». Sap. 19, 17.
Professione: 1° marzo 1898.
Ordinazione sacerdotale: 25 marzo 1877.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |