20 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * 1745. S. Alfonso è rapito in estasi per la seconda volta davanti all’immagine della Madonna a Foggia.
* 1745. S. Alfonso è rapito in estasi per la seconda volta davanti all’immagine della Madonna a Foggia.
Alfonso con quindici suoi missionari predicava gli esercizi della missione nelle quattro principali chiese della città di Foggia. La missione durò trentasei giorni.
Verso la festa di Natale, una sera predicava sul patrocinio della Madonna, suo argomento prediletto. Esortava gli ascoltatori ad amare la divina Madre, a porre in lei la loro fiducia, e con tanta soavità e unzione che sembrava sentire un angelo del cielo.
Improvvisamente, un brivido agitò l’immensa folla, e gli occhi della folla si staccarono dal predicatore per posarsi sulla Madonna. Nell’ovale di argento che incorniciava il volto della Madonna dei Sette Veli, appariva in rilievo il viso fresco e vermiglio della Vergine benedetta, come lo si era contemplato nelle apparizioni precedenti.
Quando tutti gli sguardi erano fissi su quella celeste figura, un raggio di luce abbagliante partì improvvisamente, attraversò la chiesa e venne a posarsi sul volto del predicatore che illuminò di un meraviglioso chiarore. Fuor di sé, S. Alfonso balbettava alcune parole intervallate: «Mia cara Madre… vi appartengo,… tutto vostro!» E subito entrò in una santa estasi, e tutto il popolo lo vide, gli occhi fissi su Maria, le braccia tese verso di lei, alzarsi di parecchi palmi al disopra della pedana, come se spiccasse il volo.
Le duemila persone che componevano l’uditorio, in principio muto di stupore, emisero allora grida di entusiasmo che echeggiarono al di là delle sacre mura: “Miracolo! miracolo“! Gli uomini si battevano il petto; le donne esprimevano il loro pentimento con lacrime e gemiti; peccatrici pubbliche, colpite da terrore, si lanciavano verso la pedana gridando: «Perdono, perdono! vogliamo convertirci!»
Prima di lasciare Foggia, S. Alfonso condusse i missionari ai piedi della miracolosa Madonna che si degnò di nuovo apparir loro, nell’ovale di argento, come per ringraziarli del bene che avevano fatto ai suoi figli.
P. BERTHE. Vita di S. Alfonso, I, pp. 301-302.
Questo avvenimento prodigioso è un fatto incontestabile. Numerosi testimoni l’affermarono nel 1794 in occasione del processo di beatificazione di S. Alfonso. Sembrò così straordinario al Sommo Pontefice Pio IX che ne volle perpetuare il ricordo con una festa speciale. Questa festa nella Congregazione si celebra il 22 marzo, giorno anniversario della prima apparizione al popolo.
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IN MEMORIAM
Fr. Célestin, (Antoine Devas). Lille, 1915.
Il Fratello Célestin nacque ad Eich, diocesi del Lussemburgo, il 12 novembre 1853. Entrato nella Congregazione, per la maggior parte della vita religiosa esercitò l’incarico di cuoco nella casa di Lille, a Cour des Bouloires.
Dopo le espulsioni del 1901, diventò compagno del P. Arturo Payen al N. 94 di Rue Buffon che era fra noi chiamata “A la botte de paille”·[al pagliaio].
Fratello Célestin ha sempre vissuto da buono e serio religioso. Era molto caritatevole, devoto, amava darsi da fare per i confratelli e cercare occasioni di far loro dei piaceri. Di spirito allegro; nei giorni di ricreazione e di feste in famiglia, contribuì grandemente alla gioia comune con finezza di spirito.
Dopo dieci anni di soggiorno in Rue Buffon, il caro Fratello fu colpito da apoplessia; il P. Payen nell’impossibilità di curarlo e poiché la città di Lille era sotto il dominio tedesco durante la guerra del 1914-1918, il buon Fratello fu trasportato all’ospedale Saint-Eugénie a Lille dove ricevé migliori cure. Morì parecchi mesi dopo. – «Hilarem datorem diligit Deus». 2 Cor; 9-7.
Professione: 15 agosto 1881.
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P. Jules Duhamel. Glimes, 1916.
Il Padre Duhamel nacque il 27 agosto 1831 a Tourcoing, patria di più di quaranta Redentoristi. I genitori fondamentalmente cristiani, ispirarono agli undici figli, sentimenti di fede viva e di ardente carità.
Jules frequentò gli studi al collegio di Tourcoing. Un ritiro presso i Trappisti di Mont-des-Cats, nel Nord, lo fece decidere ad entrare nei Redentoristi.
Ordinato sacerdote, la casa di Boulogne divenne la sede principale del suo apostolato. Da qui rifulse e mostrò la sua eloquenza travolgente e popolare nel Nord ed a Pas-de-Calais. Il suo passaggio era un avvenimento.
Quando ritornava in convento, il Padre Duhamel animava con zelo le associazioni stabilite nella cappella o in città: il Terzo Ordine, la Santa Famiglia e la colonia inglese sempre così numerosa a Boulogne.
Cappellano militare durante la guerra del 1870, contribuì a radunare un battaglione francese in disfatta. Ad Albert (Somme) sventò la trama di un traditore che voleva consegnare i nostri soldati ai prussiani. I compagni gli offrirono una medaglia di oro, la rifiutò per spirito di povertà. Gli offrirono un’altra in bronzo, ed egli la legò al suo scapolare.
– All’epoca delle espulsioni del 1880, il P. Duhamel fu cacciato dal convento di Boulogne manu militari, poi dalla casa di Argentan nel 1903. La casa del Noviziato a Glimes, fu l’ultima residenza della lunga e bella carriera; lì celebrò i cinquanta e i sessanta anni di professione.
Un tempo missionario con la parola, volle ora diventarlo con la penna. Già aveva tradotto in francese opere inglesi ed olandesi: Le Missionnaire des enfants del P. Furniss ; Les Voies d’outre-tombe dal R. P. Vaughan; la vie du P. Coffin, Provincial d’Angleterre, e l’Ame unie à Dieu del P. Vogels . Tradusse ancora la vita del P. Vogels ed un’altra opera del P. Bruckler O. P. La perfection de l’homme par la charité.
P. Duhamel aveva donato i manoscritti al nipote Paul Duhamel missionario in America, che volle ricopiare come ricordo i suoi sermoni ed istruzioni nella speranza che fossero utili ai nostri giovani Padri: un bell’esempio di carità fraterna!
P. Duhamel era soprattutto un uomo di principio e di dovere; un religioso di regolarità perfetta, spingendo l’adempimento della regola fino allo scrupolo. Senza dubbio aveva attinto questo attaccamento al dovere dalla morale che studiava senza interruzione ed insegnava con frutto, ma anche dalla considerazione delle verità eterne che meditava e predicava come un Crisostomo.
Una giovialità di buona qualità era il fondamento del suo carattere, era la gioia delle nostre feste di famiglia cantando con gusto ed eleganza il suo canto preferito:Viva Tourcoing, questo piccolo angolo, no, non lo nego , che sono di Tourcoing; poi il Brabançonne, canto nazionale del Belgio, o “Dors mon p’tit quinquin”
Gli ultimi giorni della vita del buon Padre furono giorni di raccoglimento e di preghiera. Morì a ottantacinque anni tra le braccia dei confratelli del noviziato. – «Serve bone et fidelis, intra in gaudium Domini tui».
Professione: 2 febbraio 1853.
Ordinazione sacerdotale: 29 maggio 1858.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |