2 settembre
EFFEMERIDI C.Ss.R = * Innanzitutto la preghiera.
* Innanzitutto la preghiera.
Le lettere, le parole e le esortazioni del Venerabile Padre Passerat avevano invariabilmente per oggetto la preghiera, il raccoglimento, la vita interiore, la lotta contro le passioni.
Le convinzioni sulla necessità della preghiera continua erano così fortemente ancorate nel suo spirito che nessuno ostacolo avrebbe potuto farle deviare. Spesso ebbe a chiedere ai discepoli la stessa eroica fedeltà. Comunque non ammetteva nessuna negligenza nel compimento ordinario di questo dovere.
Dice il P. Kaltenback: «Era intransingente quando vedeva trascurata la preghiera sotto il pretesto del lavoro. Io allora studiavo fisica e questa scienza mi appassionava. Ora mi capitò, un giorno di ritiro, di sottrarre un po’ di tempo a favore di questa colpevole passione. Il Padre Passerat mi sorprese in flagrante. Entrò in santa collera; l’unica volta che nella mia vita ho visto il suo viso di fuoco. Mi rimproverò fortemente e lacerò in mille pezzi i miei bei quaderni… D’altra parte, niente gli faceva più piacere che vedere negli altri lo stesso spirito che lo animava».
(Lettere).
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IN MEMORIAM
P. Jean Gaspard Feliser. Téterchen, 1856.
Il P. Feliser nacque il 3 ottobre 1822 a Tourtemagne, villaggio del Valais, in Svizzera. Divenuto presto orfano, un curato prese ad insegnargli la lingua latina. Jean entrò nel collegio dei Gesuiti in Sion, dove fu annoverato tra i migliori alunni.
Il pensiero delle verità eterne gli fece prendere la risoluzione di entrare in un ordine religioso. Pensò di entrare nella famiglia dei Cappuccini, poi dai domenicani; ma una lettura sulla vita di sant’Alfonso decise la sua scelta.
Ordinato sacerdote, insegnò a Téterchen il latino ed il greco, poi la Dogmatica e Diritto Canonico, e rese alla Congregazione importanti servizi. Secondo la testimonianza del Rev.mo Padre Mauron, suo direttore, il Padre Feliser trascorse la vita con semplicità e rettitudine di cuore che gli fecero evitare ogni errore volontario.
Fin dallo Studentato era minacciato da tisi. Questo male andò peggiorando con gli anni. Ai dolori fisici si aggiunsero terribili sofferenze morali, e fino agli ultimi giorni della vita fu fedele al totale compimento degli esercizi comuni.
In queste disposizioni ricevé la corona promessa da sant’Alfonso a quelli che muoiono nella Congregazione dopo avere vissuto nell’osservanza regolare. —«Quam bonus Israël, his qui recto sunt corde». Sal. 72.
Professione: 31 ottobre 1843.
Ordinazione sacerdotale: 14 marzo 1847.
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P. Bernard Hafkenscheid. Wittem (Olanda), 1865.
Nato il 12 dicembre 1807 ad Amsterdam, il P. Bernard entrò nella Congregazione nel 1832, durante il governo del P. Passerat.
Aveva completato a Roma gli studi teologici e ottenuto il titolo di dottore. Il catalogo del Collegio Romano ce lo presenta come l’emulo di Gioacchino Pecci che fu più tardi Leone XIII.
Il P. Bernard fu soprattutto, nel vero significato del termine, un ardentissimo missionario. Per trenta anni, percorse i due mondi, predicando le sante missioni con lo stesso successo in Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Irlanda ed in America.
Fu un secondo Bridaine. Atteggiamento maestoso, aspetto intelligente e maschio, sguardo di fuoco lanciato sull’uditorio come per misurare il campo di combattimento, il lungo e solenne segno di croce, la chiarezza e la sonorità della voce, l’ardore del linguaggio, la vivacità delle immagini, la forza prodigiosa della sua testimonianza, l’azione incomparabile, tutte queste qualità gli assicuravano il successo più prodigioso e le conversioni più sorprendenti.
Il successo lo si deve alla preghiera e quando ritornava in convento, alla solitudine ed al grande amore per il Santissimo Sacramento.
Apostolo fuori e certosino in casa, era umile, ed amava aiutare i giovani missionari. Le sue eminenti qualità lo segnalarono ai superiori per ricoprire i più alti incarichi. Fu mandato in America come Vice-provinciale, e poi come Provinciale. Ritornato in Belgio, riprese la vita di missionario, ma soltanto per poco tempo. Dopo la sua 280ª missione, Dio chiamò il suo fedele servitore con una morte inopinata ed imprevista.
Morì a Wittem tra i confratelli in un sabato, vigilia della festa della Madre del Buon Pastore, alla quale aveva sempre raccomandato il successo delle missioni.
Nato in un sabato, morì di sabato. Il Venerabile P. Passerat parlando un giorno del P. Bernard diceva: “Dio dona una volta solo in un secolo un missionario come questo”.
La sua vita fu scritta dall’abate Lans, olandese. – «Collaudabunt multi sapientiam ejus ed usque in saeculum non delebitur». Eccli, 39-12.
Professione: 17 ottobre 1833.
Ordinazione sacerdotale: 17 marzo 1832.
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Rev.mo Padre Rodolphe (De) Smetana. Gars, 1871.
Successore del P. Passerat come Vicario Generale delle Province transalpine.
Il P. (De) Smetana nacque a Vienna (Austria) il 7 settembre 1802, da genitori ricchi e nobili. Trascorse i primi anni della vita al castello paterno di Hajan, in Moravia, fece una parte degli studi al collegio dei nobili, chiamato Theresianum, dal nome della fondatrice Marie-Thérèse, imperatrice d’Austria, ed in seguito seguì i corsi all’università di Vienna.
Nel 1824 occupava già un posto importante alla corte e l’avvenire sembrava promettergli una carriera brillante e felice.
Il 19 novembre 1828, si unì in matrimonio con Justine Bruchman, sorella di colui che diventò poi P. Franz Bruchman.
Meno di un anno dopo, lo troviamo al noviziato dei Redentoristi. La morte gli aveva rapito la sposa, otto giorni dopo la nascita della figlia Rosalie. Affranto dal dolore, comprendendo la vanità e l’instabilità della felicità umana, aveva rinunciato alla carriera e deciso di diventare religioso.
Il P. (De) Smetana era un uomo di talento straordinario, di grande prudenza e di elevata virtù. Le angosciose prove, la salute sempre mediocre, il temperamento malinconico probabilmente gli diede talvolta un’apparenza fredda ed autoritaria; ma fu religioso esemplare, un superiore pieno di rettitudine, di zelo e di dedizione.
Si può dire che fu il braccio destro del R.mo P. Passerat, soprattutto per condurre a buon termine, a Roma, negoziati importanti. Fu eletto Vicario Generale delle Province Transalpine, dopo che il P. Passerat, espulso da Vienna per la Rivoluzione, diede le dimissioni.
Il P. Smetana fu incaricato dal Papa Pio IX di convocare il Capitolo Generale del 1855. Non fu eletto Rettore Maggiore per la tenace opposizione di un certo numero di Capitolari; ebbe però la consolazione di vedere la maggioranza dei voti riunirsi sul nome del P. Mauron che stimava molto.
Si ritirò poi in Baviera, per vivere accanto al suo santo amico il P. Bruchman.
Il P. Smetana durante gli ultimi anni della vita compose le “Vindiciae Alphonsianae”. Altre opere importanti, come l’Elenchus Privilegiorum, un Ritiro spirituale di 10 giorni, ecc., attestano il vigore di spirito e l’attività di questo eminente religioso. – «Opera enim illorum sequuntur illos». Ap. 14, 13.
Professione: 5 gennaio 1831.
Ordinazione sacerdotale: 31 luglio 1831.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |