Memoriale 19 dicembre

19 dicembre
EFFEMERIDI C.Ss.R – * 1881. Il bene di Dio ed il mio bene personale.

* 1881. Il bene di Dio ed il mio bene personale.

Scriveva il P. Desurmont: «Ciò che mi colpisce nelle persone consacrate a Dio e che vivono una vita cosiddetta “fervente” è che la maggior parte di esse amano il bene personale più di quanto amino Dio. Ahimè! Sì, la nostra virtù si riduce spesso a non avere per Dio che un amore negativo che consiste nel non volerlo offendere, riservando i nostri affetti positivi, per chi?… per il bene personale.
Le brave persone si attaccano al bene, si appassionano per il bene, come coloro che cercano la loro soddisfazione nel male; e così, in fondo, il nostro Dio è poco amato con amore positivo e vero.
La nostra anima, nella sua ricerca del bene, trova poco soddisfazione di se stessa. Si desidera ardentemente la virtù; ci si entusiasma per il successo di alcune buone opere, si morirebbe per il progresso della propria famiglia religiosa, si sospira dopo aver superato un difetto, si cerca tale o tale altro progresso e, poiché questo sforzo si compie nei limiti del bene, si crede che è totalmente bene.
Ahimè! non c’è vero bene se non nel vero amore di Dio, cioè la disposizione ultima del cuore, innamorato non del bene per il bene, ma del bene di Dio, del piacere di Dio, della volontà di Dio.
È la grande distinzione tra l’amore del bene e l’amore di Dio che san Paolo ci rivela nel suo bel capitolo sulla carità: non basta avere una fede capace di trasportare le montagne, di parlare come un angelo, di consegnare il proprio corpo alle fiamme, di distribuire la propria ricchezza ai poveri, senza avere la carità. Come è possibile? Oh! la carità è uscire dal proprio cuore per attaccarsi ad un altro e piacere a questo altro, cioè piacere a Dio. Perché, sappiamolo, spesso l’amore di se stesso si nasconde nell’amore del bene.
Lettere, 1881.

La spiritualità del P. Achille Desurmont tutta intessuta da quella alfonsiana. Ciò che ancora sorprende è la freschezza e la lucidità con la quale presenta alcuni temi, invitando con coraggio i confratelli a cercare sempre il meglio.

________________ 

IN MEMORIAM 

Fr. Jean-Baptiste (Rudoz). Contamine-sur-Arve, 1873.
Il Fratello Jean-Baptiste nacque a Dirlaret (Svizzera) il 9 maggio 1795. Prima di entrare nella Congregazione, fu domestico dai Padri Gesuiti e dagli Agostiniani di Friburgo.
Dopo la professione religiosa fu assegnato alla casa di Contamine. Là rese grandi servizi alla Comunità con la gestione degli affari esterni nei quali era molto ascoltato. Questo impiego distrattivo non gli impediva di essere uomo di preghiera: pregava dovunque e talvolta ad alta voce. Amava intrattenersi di cose spirituali.
In età avanzata conservò sempre il gusto del lavoro, si occupava continuamente del materiale della casa, del giardino o all’interno.
Alla fine dei suoi giorni, cadde in un stato deplorevole di infanzia. Dio permise che poté ricevere i sacramenti in piena conoscenza ed il Fratello Jean-Baptiste morì come aveva vissuto, pregando. – «Et in oratione confitebitur Domino» Eccli. 39-9.
Professione: 18 maggio 1835.

Lo stemma redentorista che ricopre la tomba dei Redentoristi a Contamine-sur-Arve, Francia. La Casa fu chiusa nel 1909. (foto da internet).

________________ 

P. Jean-Baptiste Kaltenbach. St. Nicolas du Port, 1875.
Il P. Kaltenbach è nato a Triberg (Ducato di Baden) il 30 giugno 1791. I nostri Padri si erano da poco stabiliti in questa città ed il giovane Kaltenbach ebbe l’opportunità di apprendere il latino sotto la loro direzione. Più tardi, si affezionò a San Clemente, poi al Padre Passerat, e lo seguì nelle sue peregrinazioni attraverso la Svizzera.
La vita attiva del P. Kaltenbach rimase sconosciuta al mondo e fu trascorsa interamente negli incarichi del governo della Congregazione. Diventò un insigne propagatore dell’istituto in Belgio, in Olanda, in Germania ed in Alsazia­Lorena.
Aveva un vero talento di predicatore, ma ne poteva fare uso solo nella lingua materna. Era di una bontà e di una dolcezza costante. Ma quanta forza in questa dolcezza! Era di giudizio sicuro, di buonsenso non comune, di spirito fine e penetrante, godette dovunque della reputazione di un santo.
Come superiore prendeva per motto il “fortiter e suaviter“. Sul pulpito ed in confessionale, la sua parola semplice, arricchita da un’unzione celeste, penetrava le anime e le riportava a Dio. Per farsi una giusta idea del P. Kaltenbach basta prendere in mano la Regola e dire a se stessi: La Regola è proprio lui!
Nominato consultore del Rev.mo Padre Rodolphe de Smetana, Vicario generale della Congregazione, venne a risiedere a Roma. Dopo la guerra Franco­Tedesca del 1870, si rifugiò a Saint-Nicolas-du-Port dove trascorse gli ultimi anni della vita in continua preghiera, imitando quelli che l’avevano formato.
Sulla sua tomba si potrebbe scrivere queste brevi e veri parole «Pertransiit benefaciendo, non cum strepitu quidem, sed cum simplicitate et humilitate», che riassumono tutta la sua vita.
Professione: 20 settembre 1813.
Ordinazione sacerdotale: 19 settembre 1814.

La Cappella della Casa redentorista di Sain-Nicolas-du Port, che è stata nel 1951 (foto in AGHR).

_______________________________

Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE
AMORE ALLA CROCE = 19 dicembre
APRI