18 aprile
EFFEMERIDI C.Ss.R = 1869. Fondazione della casa di Madrid. (Perpetuo Soccorso).
1869. Fondazione della casa di Madrid. (Perpetuo Soccorso).
Gli inizi della nostra presenza a Madrid rimontano al 18 aprile del 1869. Dopo l’espulsione dei nostri Padri dalla Spagna nel 1868, i Padri Loiodice e Azevedo rimasero in Madrid, a servizio della cappella di san Pasquale del convento delle Clarisse (vedi 6 gennaio). Quando i tempi divennero migliori nel 1879, il Card Moreno cedette alla Congregazione la casa del cappellano dell’antico convento delle Visitandine, chiamata las Salesas, dal nome del loro fondatore san Francesco di Sales (questo convento è divenuto poi il Palazzo di Giustizia).
I Padri si stabilirono a Las Salesas il 25 dicembre 1879 fino al 6 luglio 1892. Durante questo tempo, grazie alla generosità dei cattolici, si innalzò in Madrid una superba chiesa grazie al talento d’architetto del nostro fratello Gerardo. Il 6 luglio 1892, la comunità si stabilì presso questa chiesa.
L’immagine della Madonna, che si venerava a Las Salesas, fu trasportata solennemente nel suo nuovo e ricco santuario. Divenne subito un vivo centro di devozione alla Madonna e di miracoli dovuti alla sua materna protezione. Tutte le classi sociali vi si radunavano, attirate dalla bellezza delle cerimonie, dallo stile apostolico della predicazione e dall’ardente zelo dei missionari.
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IN MEMORIAM
Il Servo di Dio Fr. Giacchino Gaudiello. Ciorani, 1741.
Giacchino Gaudiello nacque a Bracigliano ed entrò nella Congregazione all’età di 19 anni. Aveva spesso sentito la gente dei paesi vicini parlare con ammirazione dell’austerità e della regolarità che regnava nel convento. Si diceva: “Chi vuole farsi santo, deve entrare a Ciorani”.
Gaudiello, ansioso di farsi santo, sollecitò la sua ammissione e visse in maniera da prepararsi subito una bella corona: dopo appena tre anni dalla sua entrata volò al cielo.
Aveva amato l’umiltà fino a prendere su di se gli impieghi più vili, la purezza fino a non alzare mai gli occhi su una donna, l’obbedienza fino a negarsi ogni interpretazione, anche ragionevole, degli ordini ricevuti dai suoi superiori o delle prescrizioni della santa Regola.
Bramoso di mortificazione, questo angelo di virtù si privava del cibo, si batteva con la disciplina, si copriva di cilizi e di catene di ferro fino al giorno in cui vinto dalla malattia dovette passare lunghi mesi sul letto del dolore. Quando i confratelli gli chiesero se gli dispiacesse morire così giovane, rispose sorridente: “No, sono ben contento di morire per primo nella Congregazione: sarò io a portare lo stendardo”.
Sant’Alfonso nell’apprendere la morte di questo Beniamino gioì al pensiero che il primo dei suoi figli che moriva era un santo e gli compose questa epigrafe:”Fratello Giacchino Gaudiello, modello di tutte le virtù, copia vivente del Signore Gesù, ha voluto riprodurre nella sua anima le sembianze del divin Modello: la sua pazienza nella infermità, la sua dolcezza nell’avversità, il suo amore all’obbedienza. Se non è morto come Gesù sul legno della croce, certo ha amato la croce di un amore immenso e abbracciando il crocifisso, primo fra tutti noi, ha conquistato la celeste corona”. – “Raptus est ne malitia mutaret intellectum eius” Sap.4-11
(Vita di Sant’Alfonso del P. Berthe, I, 209 e 222).
Professione: 21 luglio 1740
Leggi un altro profilo del Fr. Gaudiello
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P. Paul Lorthioit. Barlin (Pas-de-Calais), 1914.
Il padre Paul nacque a Tourcoing il 1° luglio 1850. Allievo del collegio di questa città, la sua vocazione crebbe nella fede patriarcale ricevuta dai suoi genitori e nell’esempio di due suoi zii redentoristi Augusto e Francesco e anche nel libro di sant’Alfonso “Avvisi sulla vita religiosa”.
Dopo 10 anni di vita apostolica in Francia e dopo 27 anni dalla Spagna al Messico, ritornò in Francia. Eletto superiore di Boulogne-sur-mer riprese i corsi delle missioni con il fervore di un giovane missionario. Predicando una missione a Mans offrì a Dio La sua vita in sacrificio per la salvezza delle anime. Otto giorni dopo, evangelizzando una colonia di spagnoli situata a Barlin nel Pas-de-Calais, morì improvvisamente.
La nota caratteristica della vita del padre Paul, secondo la testimonianza dei suoi superiori e dei suoi confratelli, fu il grande spirito di sacrificio, ispirato da una fede profonda, una inalterabile bontà di cuore e uno zelo molto ardente per la salvezza delle anime. Così diceva ai suoi superiori: “Sono pronto a tutto, quando di tratta dell’interesse di Gesù Cristo e della Congregazione”.
Possedeva in altissimo grado lo spirito di famiglia, l’amore alle tradizioni della congregazione, il culto e la devozione al Cuore eucaristico di Gesù e alla santa Vergine. E’ morto con le armi in mano! “Pro eo quod laboravit anima ejus, videbit et saturabitur”, Isaia, 53,11.
Professione : 9 ottobre 1870
Ordinazione : 18 luglio 1875.
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Fr. Cajamarca. Popayan, 1926.
Carlo Cajamarca ecuadoregno, nacque a Banos, presso Cuenca, il 2 novembre 1907. Dopo tre anni di soggiorno a Riobamba, andò a Popayan nel 1925 per cominciare il suo noviziato.
Era un bravo ragazzo, di carattere timido e pio, sottomesso e pieno di buona volontà, un po’ incline alla tristezza e allo scoraggiamento. Di temperamento religioso desiderava compiere alla perfezione i suoi impegni.
Da qui un certo nervosismo che l’esponeva a un certo imbarazzo. Se Dio gli avesse dato la salute, sarebbe diventato un perfetto redentorista, perché già era adorno di una vita interiore intensa.
Durante il ritiro prima di ricevere l’abito della Congregazione cadde ammalato. Dopo un mese e mezzo di sofferenze i medici dichiararono che il suo malanno era senza rimedio. Il buon giovane non voleva più separarsi dal suo abito religioso né di notte né di giorno: voleva morire redentorista. Ebbe la fortuna di pronunciare i suoi voti religiosi sul suo letto di morte. “Beati mortui qui in Domino moriuntur”. Apoc. 14,13.
Professione : 19 marzo 1926.
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Pensiero e testimonianza sulla virtù del mese nelle SPIGOLATURE |